Il felice e costruttivo percorso medioevale della storia di Portogruaro, le alterne vicende del periodo moderno e i recenti fatti contemporanei non potevano non lasciare traccia nel tempo. Molte testimonianze si sono perse nella varie sovrapposizione urbanistiche della città, mentre diversi ed interessanti documenti, soprattutto grazie all’attenzione e alla cura di alcune famiglie, è stato preservato ed è giunto a noi. Solamente con la fondazione del Museo Nazionale Concordiese, nel 1885, si ha una sistematica raccolta e catalogazione dei reperti archeologici che testimoniano la storia e la vita di Concordia Sagittaria, dalle sue prime costruzioni fino alla sua caduta, con la discesa degli Unni. Tra queste collezioni confluirono alcuni reperti non riguardanti la vicina cittadina distrutta da Attila, ma specifici di quel piccolo paese fluviale di mercanti, contadini e pescatori che, come vuole una leggenda, nacque per interferenza spirituale di fra’ Camucino. Della cittadina di Portogruaro, che ha trovato la sua data di fondazione il 10 gennaio del 1140, con la stipula di un trattato tra il vescovo di Concordia Gervino e alcuni portolani del luogo, non tantissimo ci è giunto. Quel che possiamo ora vedere è essenzialmente costituito da marmi, sculture, lapidi, medaglie ma anche libri, manoscritti, documenti cartacei, utensili, armi ecc. Tutto questo materiale è stato per lungo tempo custodito nel Museo Nazionale Concordiese, e dal 16 maggio 1999 è ora esposto nella Torre di Sant’Agnese, sede del Museo della Città di Portogruaro.
Questa costruzione costituisce una delle più rilevanti ed interessanti testimonianze della storia di Portogruaro. Di questa Torre si ha notizia fin dal 1254, quando il Patriarca Gregorio di Montelongo ne ordinava l’ampliamento e il potenziamento. Ora è di proprietà comunale, fu infatti acquisita nel 1987, ed è l’unica delle cinque esistenti (San Gottardo, San Giovanni, San Nicolò e quella che immetteva alla strada per l’Abbazia di Summaga) che ha mantenuto una forma e una struttura molto simile all’originale. Maggior rispetto a quest’edifico fu probabilmente riservato perché attraverso questa porta si accedeva alla strada per Venezia, città verso la quale i portogruaresi chiesero, nel 1420, di stabilirsi sotto il veneto vessillo […] e la conferma de’ lor privilegi e diritti.
Una lapide posta nella parte che dà verso la città, testimonia che nel XVI secolo la Torre è stata rimaneggiata notevolmente in occasione della pavimentazione della strada fino al Palazzo Vescovile. E proprio per questa sua storica presenza, per la sua funzione di difesa del libero Comune di Portogruaro, che ora è diventata la custode di quei reperti che offrono un importante contributo alla ricostruzione della storia cittadina, e che aprono una serie di piccole finestre su vari ed articolati aspetti della vita quotidiana pubblica e privata, civile e religiosa della città del Lemene.
L’esposizione del materiale è stata articolata in piccole sezioni, poiché il materiale è particolarmente diversificato e dunque si presta oltre che, ad essere esposto con una certa regolarità, a strutturarsi come elemento di studio o come pretesto per un approfondimento attraverso delle mostre temporanee. A tal proposito si ricorda qui brevemente che sono state allestite alcune esposizioni, tra le quali una sulla raccolta delle Patere (Portogruaro custodisce un ragguardevole numero di queste decorazioni medioevali tipiche della cultura veneziana), il restauro della tela di Sant’Agnese (valido strumento di indagine sulla varietà delle committenze religiose nel medioevo) e infine una raccolta di ceramiche dal paleocristiano all’ottocento.
La raccolta del museo annovera diversi gruppi di materiale, il nucleo più consistente è costituito da esemplari in pietra (stemmi, patere, statue, epigrafi) e in metallo (armi, utensili, sigilli, medaglie); non mancano, tuttavia, oggetti in ceramica e in vetro. Di particolare interesse è la serie cartacea, costituita da manoscritti anche su pergamena, libri antichi, disegni e progetti, foto d’epoca. Il percorso espositivo riflette la suddivisione dei materiali in mini-sezioni, il più possibile omogenee, segnalando i pezzi più significativi, accanto ai quali il visitatore potrà trovarne altri la cui esposizione avverrà a rotazione periodica, così da rendere fruibile l’intera collezione.
Ingresso: rappresentazione, per mezzo di gigantografie, della Portogruaro del XVI e XVII secolo, dei Molini e del Palazzo Municipale. Qui sono raccolte le pubblicazioni, a cura di diverse associazioni culturali, che hanno ricostruito, nel tempo, la storia di Portogruaro.
Nel cortiletto interno: sono poste alcune lapidi con incise iscrizioni che documentano particolari eventi che hanno interessato la città in diverse epoche. Gli stemmi nobiliari in pietra rappresentano uno dei nuclei più consistenti tra i materiali (15 esemplari) sistemati, per la maggior parte, sulle pareti esterne.
Prima sala superiore: in questa sala hanno luogo le mostre temporanee, ma normalmente trova posto la sezione riguardante le armi - soprattutto esemplari di epoca medievale e rinascimentale - e di utensili in metallo di uso soprattutto artigianale, collocabili in un intervallo tra i primi secoli dopo Cristo e il XVIII secolo.
Nella Torre, al primo piano si possono vedere alcune patere della collezione, con scolpiti soggetti prevalentemente zoomorfi. Il Museo possiede 10 esemplari, quasi tutti in marmo, sono databili al XII–XIII secolo; altre 20 sono in terracotta, ornate con varie immagini. Inoltre oggetti in ceramica verniciata e decorata con motivi geometrici o figurativi che risalgono per lo più al XVIII secolo. Un nucleo di materiali, non molto consistente, è costituito da esemplari lapidei, i personaggi ritratti sono per lo più santi, originariamente collocati nelle chiese cittadine, ma non mancano esempi di figure femminili.
Secondo piano della torre: nelle vetrine sono esposti i sigilli appartenenti a vescovi, patriarchi, dogi e le medaglie commemorative, che costituiscono una serie molto numerosa. Accanto ai sigilli in metallo veri e propri, usati per l’impressione a secco o con l’inchiostro, e appartenenti per la maggior parte a vescovi di Concordia del XVIII e XIX secolo, vi sono alcune impronte di sigillo su ceralacca, su piombo e su gesso, le più antiche delle quali risalgono al XIV secolo. Alcune di esse conservano la cordula con la quale erano legate al relativo documento. Nelle altre vetrinette è visibile una raccolta di antichi manoscritti e pubblicazioni a stampa. È una sezione molto ricca, e comprende documenti legati a particolari aspetti della storia cittadina, opere di autori locali o su personaggi del luogo, oltre ad opere più generali prive di riferimenti diretti alla città o al territorio come gli Statuti di Portogruaro, il Libro dei Barcaioli e i Capitoli del Traghetto, libri questi che hanno registrato nel tempo il fiorente commercio della città del Lemene.
Diego Collovini