Incredulità e rabbia sono i sentimenti dei 26 sindaci delle località balneari del G20s, di cui fanno parte anche Bibione e Caorle, che si aspettavano delle direttive dal governo per poter riaprire le attività prima dell’inizio della stagione turistica. “La stagione estiva è alle porte e siamo in allarme visto che il turismo rappresenta per le nostre realtà il settore trainante dell’economia e dell’occupazione - commenta il sindaco del Comune di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, coordinatore nazionale del G20s -. Non ci è stata data alcuna indicazione e questo ha come conseguenza una ricaduta drammatica sull’intero tessuto economico, imprenditoriale e sociale dei nostri territori. Stiamo perdendo credibilità internazionale e assistendo alla fuga prossima dei turisti verso destinazioni più organizzate con l’inevitabile conseguenza che l’intero sistema sarà al collasso a settembre se non si troveranno delle soluzioni immediate”.
I sindaci del G20s hanno richiesto una videoconferenza urgente con il premier Giuseppe Conte per poter discutere della situazione e per ribadire la voglia e la necessità di lavorare.
“In questi mesi - conclude Codognotto - tutti abbiamo lavorato facendo squadra in modo che ora sappiamo come intervenire nei nostri territori. Siamo in grado di operare in sicurezza con i nostri operatori, ci bastano date e regole certe e saremo i primi a farle rispettare. Non è possibile immaginare di decidere l’apertura delle spiagge a ridosso dell’apertura della stagione estiva; l’avvio di una serie di attività come la predisposizione di arenili, strutture e dei diversi servizi necessita di almeno 30/40 giorni di anticipo”.