Portum de Gruario cum molendinis, cum omnibus ad se pertinentibus. Così si legge nella bolla di Papa Urbano III del 1186. Certamente si tratta degli attuali Molini, già detti di Sant’Andrea, poiché situati nell’omonima contrada.
Si trova ancora traccia della loro esistenza in un atto del 28/2/1209. A causa dei debiti contratti con il Capitolo, il vescovo Volderico cedette ai canonici, fino all’estinzione del debito stesso, tutti i redditi derivanti dalla macinatura.
I molini sono inoltre citati in un documento del 10/1/1318, nel quale il vescovo Jacopo d’Ottonello dava in affitto, alla comunità di Portogruaro, i suoi molini situati presso la chiesa di sant’Andrea verso l’annua corresponsione di duecento staia di buon frumento e venticinque lire di denari veneti da San Giorgio all’altro.
Nel 1336 il vescovo Guido II de Guisis volle riconfermare i diritti dell’episcopato sul fiume Lemene, in tal modo si è ribadita , ancora una volta, la proprietà vescovile dei Molini.
Un altro contratto di locazione è stato stipulato, nel 1369, dal vescovo Guido III de Barsiss. Nel contratto è confermato che il vescovo è padrone delle portelle che chiudono le acque del Lemene tanto dalla torre di San Nicolò come a quella di San Giovanni e che sui muri delle stesse ci sono gli stemmi dei vescovi e che il vescovo, proprietario, le aggiusta e le costruisce. Nello stesso contratto si legge che due ruote del molino di San Giovanni vennero spostate in quelli di Sant’Andrea. Dove correvano ora dieci ruote.
Con l’annessione di Portogruaro alla Serenissima, Venezia assunse i poteri sovrani, ma riconobbe i diritti feudali del vescovo e con essi anche la proprietà dei due molini.
Nel 1447 il vescovo Felletto procedette ad un primo restauro (trecento anni dopo la loro edificazione). Un secondo invece venne realizzato nel 1755 dal vescovo Jacopo Maria Erizzo.
Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, 1866, furono acquisiti dal Pubblico Demanio.
Vennero, dopo quattro anni venduti all’incanto. Per l’importanza delle chiuse, nella regolazione del flusso delle acque, passarono, nel 1928, di proprietà al Consorzio di Bonifica di Lugugnana.
Dopo la seconda guerra Mondiale ospitarono mostre di Pittura e nel 1993, dopo un definitivo restauro, divennero sede della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea.
Diego Collovini