Sulla facciata del Palazzo Municipale di Portogruaro viene proiettato un vecchio film in bianco e nero. È Johannes ormai sazio di giorni. Ha viaggiato molto e i suoi occhi molto hanno visto del mondo. Guida a fatica il suo carretto trainato da un destriero stanco lungo impervi sentieri mentre, al suo orecchio, giungono le lontane melodie dei Carpazi. Ad un tratto scorge una donna vestita di nero con il volto segnato dagli anni. È lei la sua guida. È lei che per l’ultima volta gli apre lo sguardo sulla realtà. Una realtà nella quale l’Innocenza è soltanto un vago ricordo sepolto nel cuore degli uomini. S’è perduta l’Innocenza, s’è confusa nella contemplazione dei putti di Raffaello, o in un bosco d’alte querce, rifugio dell’artista alla ricerca d’ispirazione. È scomparsa dai michelangioleschi corpi degli affamati assetati ed impazziti naufraghi de La zattera della medusa di Thèodore Gericault, uno dei capolavori indiscussi del Romanticismo francese. Ora dimora soltanto nel cuore straziato della bella Ofelia, la giovane dipinta da John Everett Millais, che, delusa dal suo amore per Amleto, trova la morte annegando nelle acque d’un fiume dove si specchia un salice piangente, oppure nei quadrati delle Composizioni del pittore olandese Piet Mondrian, dove ogni colore ha il giusto peso. È schiacciata dal pugno della guerra del Novecento l’Innocenza, dal pugno della vendetta e del sopruso del forte sul debole. Sovrastata da chi grida troppo forte, dal benessere a colori degli anni Cinquanta e da donne patinate di pubblicità e vestite soltanto della loro seduzione. Soltanto l’intimità di un pianoforte può salvarla. Ma lei, l’Innocenza, non si da per vinta e, sul palcoscenico del Teatro Russolo, continua a danzare con Johannes tra le fiamme d’un grande fuoco mentre, sotto la luna, l’ensemble dei Muzsikàs, composto da: Mihàly Sipos (violino, cetra, voce), Làzslò Porteleki (violino, kobotz, voce), Peter Eri (viola, mandolino, flauti, voce), Daniel Hamar (basso, gardon, voce) e Kàlamàn Balogh (cymbalon) racconta antiche leggende tzigane d’Ungheria…
Calliope
(Elena Toffoletto)