Un foglio di carta, una lastra di vetro, una luce, una manciata di sabbia e quattro mani esperte che paiono ombre cinesi Ed ecco l’immagine un bimbo di pochi anni che osserva una misteriosa figura con un cappello che appare sull’uscio di casa proiettando la sua ombra sul pavimento. Improvvisamente una mano cancella ogni cosa come il tempo fa con i ricordi. Quel bimbo è ormai cresciuto e ora sta seduto di fronte al pianoforte mentre il suo vecchio maestro, con fare materno e paziente, gli insegna tutti i segreti dello strumento nato nel diciassettesimo secolo dal genio del cembalaro italiano Bartolomeo Cristofori. Ma la lunga mano di Crono passa ancora su quel foglio di carta e, sotto la luce, disegna un grosso bue legato al pesante giogo di una catena simile ad una pittura rupestre sulle pareti delle grotte della Val Camonica. È un vero tesoro lo scrigno del decimo genito della Terra e del Cielo che sa trasformare il passato per offrire sempre nuove occasioni e di quell’immagine resta soltanto l’anello della catena che diventa un cerchio che un ragazzino spinge con un bastone correndo su un prato, oppure un serpente unico compagno di un pellegrino che riposa dopo aver camminato per lunghi giorni nel deserto sotto il sole cocente, o ancora il frutto dell’Albero della Vita posto dal Creatore in mezzo al Giardino di Eden, affinché un piccolo uomo, pieno di stupore, possa contemplarlo prima che la metamorfosi della memoria lo trasformi in un guerriero africano uscito dal suo villaggio con lancia e giavellotto per cacciare i bisonti, o nell’adunco naso di una maschera inquietante o, ancora, nei lunghi capelli che incorniciano i delicati lineamenti del volto di una fanciulla addormentata tra le rose. Una fresca sera d’agosto, alle ore 21.00, in occasione dell’ultimo appuntamento dei Mercoledì musicali, in Piazza della Repubblica, due artisti, accompagnati da una chitarra elettrica ed un clarinetto, danno vita a oniriche visioni. E basta soltanto poca polvere sottile figlia del mare e madre d’ogni essere umano per mutare completamente il nostro sguardo sul mondo.
Elena Toffoletto