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Il sogno a due dimensioni: Omaggio a Stefano Scodanibbio, “Le nuove musiche”
09-09-2012: Festival Internazionale di Musica “Notte e Sogni”

Lunedì 27 agosto 2012,  presso la Chiesa di San Luigi a Portogruaro, la scia del sogno si insinua tra i martelletti di un pianoforte e le corde di un contrabbasso. Nell’indefinito disegno onirico di Christine Hoock (contrabbasso) e Alessandro Taverna (pianoforte),  la musica non ha più né regole né confini e si apre all’immenso universo della libertà creativa. In sogno si può vedere una scala che arriva a toccare il cielo in un turbine nero  d’incubo. L’anima cerca di salire per raggiungere la luna ma il vortice delle note è troppo forte e viene scaraventata giù per ritentare l’impresa la notte seguente. È questa L’escalier du diable (La scala del diavolo) di Gyorgy Ligeti.  In una notte d’inverno si può anche  guardare il mondo dal vetro di una finestra e ascoltare quella dolce melodia di Arvo Part dal titolo Spiegel im Spiegel (per contrabbasso e pianoforte) o pensare ad una città come New York,  con le sue luci e i suoi colori, dove la vita vola via in un soffio, al ritmo Jazz delle Variations op. 41 di Nikolaj Krapustin. La notte è colei che porta, nel suo abito di stelle,  gli Alisei (per contrabbasso solo) di Stefano Scodanibbio quell’artista, sempre in viaggio, il quale, con la sua musica, ha sempre cercato di trovare, come  lui stesso afferma, “nuovi spazi d’ascolto”, fino ad arrivare alla dimensione surreale di Only connect (per pianoforte solo). Ma che cos’è il sogno se non un avventuroso viaggio che dura il tempo di una notte? Giovedì 30 agosto, Il sogno lascia il segno sulle pareti di una caverna con i Graffiti (Quartetto per archi e pianoforte) di Luigi Abbate e, in sua compagnia, si possono esplorare gli infiniti mondi di Giordano Bruno se ci si mette in ascolto de Le ombre delle idee (per due pianoforti e percussioni) di Mario Pagotto, o ancora,  ci si può trovare nel bel mezzo di una battaglia senza esclusione di colpi, sul filo del tempo, accompagnati dall’incalzante ritmo delle percussioni del Tamittam Percussion Ensemble, diretto da Guido Facchin, durante l’esecuzione di Sailing to Byzantium di Francesco Schweizer (per due pianoforti e percussioni).

Elena Toffoletto

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