Un tavolo con pochi oggetti quotidiani e la piccola casa di Pollicino. Il resto è tutto nelle mani della fantasia e dell’immaginazione di Claudio Casadio, vero cantastorie romagnolo, e personalità rilevante nell’ambito del teatro dei ragazzi. Casadio rilegge e reinventa la favola di Pollicino, piccolo come un pollice ma di acuta intelligenza e carattere intraprendente, ambientandola nelle campagne romagnole strette nella morsa della povertà del dopoguerra. L’abbandono dei genitori nel bosco, la strategia dei sassolini usata per il ritorno a casa, il secondo tentativo di abbandono, le briciole di pane, la casa dell’orco e lo stratagemma escogitato dal protagonista per salvare sé stesso e i fratelli da morte certa. Gli elementi caratteristici della favola ci sono tutti, l’abbandono nel bosco che rappresenta la perdita di identità del protagonista le diverse prove da affrontare, il ritrovamento del tesoro nascosto e l’inizio di una nuova vita per Pollicino e i suoi fratelli. Casadio, attore eclettico e versatile, interpreta con destrezza ed espressività personaggi diversi utilizzando un registro linguistico popolare arricchito da inconfondibili inflessioni dialettali e passando con facilità da narratore esterno a personaggio implicato direttamente nello svolgersi dei fatti. Una versione teatrale davvero originale della fiaba di Charles Perrault fondata sull’interazione attiva con il pubblico e accompagnata dalle musiche di stile popolare di Beppe Turletti. Come tutti gli spettacoli dedicati ai più piccoli, anche quest’ultimo è stato accolto dal pubblico con entusiasmo.
Elena Toffoletto