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Concerto per l’Avvento
06-01-2013: Chiesa di San Luigi

Tempo del primo avvento/ tempo del secondo avvento /sempre tempo d’avvento: /esistenza,/ condizione d’esilio e di rimpianto. / Anche il grano attende/ anche l'albero attende/ attendono anche le pietre/ tutta la creazione attende. / Tempo del concepimento/ di un Dio che ha sempre da nascere./ Avvento, tempo di solitudine e tenerezza e speranza./
Oh, se sperassimo tutti insieme/tutti la stessa speranza/ e intensamente/ ferocemente sperassimo/ sperassimo con le pietre/ e gli alberi e il grano sotto la neve/ e gridassimo con la carne e il sangue/ con gli occhi e le mani e il sangue;/ sperassimo con tutte le viscere/ con tutta la mente e il cuore/ Lui solo sperassimo; / oh, se sperassimo tutti insieme/ con tutte le cose/ sperassimo Lui solamente/ desiderio dell’intera creazione; / e sperassimo con tutti i disperati/ con tutti i carcerati/ come i minatori quando escono/ dalle viscere della terra,/ sperassimo con la forza cieca/ del morente che non vuole morire,/ come l’innocente dopo il processo/ in attesa della sentenza,/ oppure con il condannato /davanti il plotone di esecuzione/ sicuro che i fucili non spareranno;/ se sperassimo come l’amante/che ha l’amore lontano/ e tutti insieme sperassimo/ a un punto solo/ tutta la terra uomini/ e ogni essere vivente/ fosse un solo/ oceano di speranza/ e la speranza avesse una voce sola/ un boato come quello del mare,/ e tutti i fanciulli e quanti/ non hanno favella/ per prodigio/ a un punto convenuto/ tutti insieme/ affamati malati disperati,/ e quanti non hanno fede/ ma ugualmente abbiano speranza/ e con noi gridassero/ astri e pietre,/ purché di nuovo un silenzio altissimo,/ il silenzio delle origini,/ prima fasci la terra intera/ e la notte sia al suo vertice;/ quando ormai ogni motore riposi/ e sia ucciso ogni rumore/ ogni parola uccisa/ (finito questo vaniloquio!) e un silenzio mai prima udito/(anche il vento faccia silenzio,/ anche il mare abbia un attimo di silenzio,/ un attimo che sarà la sospensione del mondo),/ quando si farà questo/ disperato silenzio/ e stringerà il cuore della terra/ e noi finalmente in quell’attimo dicessimo/ quest’unica parola/ perché delusi di ogni altra attesa/ disperati di ogni altra speranza,/ quando appunto così disperati/ sperassimo e urlassimo/ (ma tutti insieme e a quel punto convenuti)/ certi che non vale chiedere più nulla/ ma solo quella cosa/ allora appunto urlassimo/ in nome di tutto il creato,/ (ma tutti insieme e a quel punto )/ VIENI, VIENI, VIENI, SIGNORE!
- David Maria Turoldo “Ballata della Speranza” -



Una luce rossa illumina l’area presbiterale della piccola ed intima Chiesa di San Luigi a Portogruaro gettando i suoi riflessi sul pavimento, mentre il pubblico si accomoda silenziosamente su quei banchi dal sapore antico per assistere al Concerto per l’Avvento  organizzato anche quest’anno dalla Fondazione Collegio Marconi. L’intreccio armonico ed espressivo delle voci del Coro del Collegium Musicum Ars Antiqua, diretto da Lucio Cristante e la delicatezza timbrica delle Voci Bianche della Scuola Media della stessa Fondazione, hanno accompagnato un uditorio raccolto in preghiera in un viaggio alquanto suggestivo tra le pagine musicali della Liturgia Aquileiese, e Romana, passando poi per Hodie Christus natus est di Claudio Monteverdi, Magi viderunt stellam, di Tomas Luis de Victoria e concludere con Veni Domine (Vieni, o Signore) di Felix Mendelssohn Bartholdy. Le note di questa polifonia sacra, che coprono più di quattrocento anni di Storia della Musica, sono donate con cura e dedizione al pubblico e invitano l’Umanità delusa di ogni altra attesa e disperata di ogni altra speranza , ad affidare  nuovamente i suoi sogni e i suoi progetti a Dio sole di giustizia e redentore delle genti, pieno di passione per ogni uomo che non si stanca mai di nascere nel grembo della Vergine per entrare nella Storia. A vent’anni dalla sua morte, i toccanti versi di David Maria Turoldo, uno dei più grandi maestri della Parola Divina e letteraria del Novecento, sembrano rinascere e rivivere dalla e nella voce, sonora, decisa ed espressiva di Marta Ciol e rivolgono agli ascoltatori un accorato appello: Imparare a sperare con la feroce tenacia delle pietre e degli alberi e del grano sotto la neve, poiché tutta la creazione attende con gioia e trepidazione la venuta di Cristo come uno scrittore colto da una nuova ed improvvisa ispirazione che si impegna profondamente affinchè la sua opera possa diventare una testimonianza ardente e viva per i posteri. Sperare con gli occhi e le mani e il sangue perché la morte di Cristo stesso non sia stata solo un vano sacrificio. Un’occasione davvero unica per meditare sul mistero del Natale e aprirsi a quel volto cercato da tutte le fedi, per gridare ancora una volta: “Vieni Signore, non tardare!”.

Elena Toffoletto

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