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Annotazioni
Ieri velen-scarica oggi inceneritori
07-09-2011: Dura opposizione dei portogruaresi

I Portogruaresi sono stanchi di sopportare soprusi di ogni genere: per trent’anni sono stati “violentati” da una pericolosa discarica (il peggio, agli inizi) in località Centa Taglio a Lugugnana di Portogruaro. Solo qualche autista potrebbe sapere che tipo di rifiuti siano finiti nella maleodorante collinetta di Centa Taglio, dove stormi di gabbiani e corvi svolazzavano in continuità, scendendo in picchiata sui rifiuti rovesciati dall’ultimo camion. Fu aperta nel 1970 circa: da chi è difficile saperlo. I comitati di protesta di Lugugnana e di Giussago usavano lo slogan: “Salvin la roia”; salviamo le falde, i corsi d’acqua, la terra una volta produttrice di “cibo”, invase dal rivoltante “percolato” che solo più tardi il Covenor riuscì in qualche modo a controllare. Ma il peggio era già avvenuto.
Fu chiusa nel 1999. E tutti credettero che fosse finita, visto anche il “fatale” azzeramento della Raffineria dell’Eni. Portogruaro oggi sta riacquistando le dimensioni di “villaggio”, gradito soltanto da anziani che vivono di rendita.

Via la velen-scarica, annientata la Raffineria con migliaia di posti lavoro, diretti o indotti, oggi, con l’alibi delle energie rinnovabili, siamo invasi da centrali produttrici di energia elettrica a biomasse e  a bio-gas, meno pericolose, salvo verifica. La Regione Veneto, ha dato l’O.K. a varie centrali senza che la stessa si sia dotata di un piano regionale dell’energia. Quindi inceneritori, tutti con l’abbondante aiuto finanziario dello Stato: a Villanova con la Zignago-Power, a Summaga  con Cereal Docks, a Lugugnana con Sigeco; centrali a bio – gas a Lugugnana - Nuova Annia -, a Teglio Veneto, a Cinto Caomaggiore a La Salute di Livenza. Altre due centrali a bio- gas a Cesarolo e Latisana. I confini istituzionali non  valgono per fumi neri, diossina, polveri sottili o ultrasottili. I cittadini sono preoccupati specialmente per gli inceneritori, destinati a moltiplicarsi; chissà perché soltanto nel Portogruarese. Gli interessati dicono che andrà tutto bene, che si utilizzerà soltanto legname o scarti vari, che l’energia prodotta sarà coniugata con iniziative industriali. I cittadini temono i veleni dei fumi delle ciminiere in centro paese, temono che tutto o quasi si riduca a un fatto commerciale, solo business. Temono la trasformazione di  centinaia di ettari di buona terra per “cibo”, in terra per residui vegetali da bruciare. Per questo sono sorti i Comitati: per ora sette. Cinque a Portogruaro, uno a Concordia, uno a Fossalta. Ma gli inceneritori sono destinati a crescere. Gli esposti all’Uls 10 sono stati 400 circa, 120 alla Procura della Repubblica. La raccolta firme “contro” sta superando la cifra dei 10 mila. Sono iniziati  gemellaggi anti inceneritori con i friulani. La “rivolta” è serrata, decisa e in via di espansione.

I vari Comitati hanno un gruppo di Coordinamento che ha scelto Fabio Pupulin come loro portavoce ufficiale. Lo  abbiamo intervistato.

Signor Pupulin perché il primo affondo contro gli inceneritori ha preso di mira la Zignago- Power di Villanova di Fossalta di Portogruaro?
Perché è la più potente: 13, 2 MWe; credo che solo parte dell’energia prodotta serva a vetreria e il resto verrà immessa in rete, acquistata dalla GSE, Gestore Servizi Elettrici. Non c’è un piano energetico regionale ma solo poche indicazioni dalla Ue. Fino ad ora ci sono solo 15 assunzioni . Si dice che le biomasse  della Zignago Power sarebbero costituite da legno “vergine”, anche se siamo in molti a chiederci dove sarà possibile reperire ogni giorno 330 tonnellate di legname vergine.

Crede che tutta l’energia elettrica prodotta sia assorbita – come si afferma – dalla vetreria?
Penso che ci sia un surplus di energia prodotta che vada a finire in rete e che quindi l’operazione  abbia finalità di guadagno: aiuti finanziari dello Stato e utili derivanti dalla vendita in rete.

Avete altre motivazioni?
Certo; ci sono difficoltà al diritto di vedere le carte della pratica, per constatarne la regolarità o meno, o la carenza di qualche documento; ci sono inoltre difficoltà a vedere i dati relativi al monitoraggio dell’aria circostante la zona in cui sorge la centrale.

Come ha reagito la popolazione di Villanova?
Vedono la ciminiera di veleni in mezzo al paese, vicino alle scuole, ai negozi, alle case; e sono molto preoccupati. Specialmente per i bambini: due alunni delle Elementari sono stati iscritti a Portogruaro; nella scuola materna, cinque hanno cambiato asilo e due per il momento non  sono iscritti né a Villanova né in altri centri.

Avete altre preoccupazioni?
A Portogruaro, Viale Pordenone, Viale Isonzo e Viale Trieste saranno ogni giorno attraversati da ulteriori 40 camion per il trasporto di 330 tonnellate di bio massa, più un camion che porta via 10 tonnellate di ceneri. In un anno i trasporti dovranno assicurare alla Zignago Power circa 107 mila tonnellate di biomassa. E poi il paventato cambiamento di terra buona  per cibo, in terra che produca qualcosa da bruciare. Anche i mobilifici sono preoccupati: i pioppi saranno bruciati o potranno essere utilizzati per costruire?

Nella nostra realtà non sempre  Davide vince contro il gigante Golia, come invece succede nella Bibbia.
Siamo determinati comunque a lottare in difesa della nostra salute, di Villanova ma anche dei centri vicini, a salvare il nostro ambiente, a livello mandamentale, già soggetto ad altre razzie e a micidiali speculazioni. Abbiamo il sostegno di migliaia di cittadini che oggi lottano contro la Zignago  Power e domani  contro altri inceneritori. Vogliamo essere cittadini fino in fondo, come del resto ci ha insegnato Gaetano Marzotto, con il suo liberismo etico, che considera l’uomo soggetto di diritti imprescindibili anche nel contesto economico-produttivo. Con il merito inoltre di avere concretamente realizzato per almeno trent’anni il suo liberismo etico e di avere  “dannato” nel Nord Est la concezione del feudalesimo agrario, imperante anche nel secondo dopoguerra, con i contadini ancora servi della gleba.

Come si vede Gaetano Marzotto, ai suoi eredi, ha anche lasciato un lungimirante patrimonio morale socio- economico.
 Vale la pena di rileggerlo.

Ugo Padovese


(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)

Inserito da Maria Luisa Venturin il 08-09-2011 14:32:14
non bruciateci il futuro
Qui ci si chiede se è più colpevole chi ruba o chi tiene il sacco: se proprietari avidi, oltre che poco lungimiranti, hanno richiesto queste centrali, gli amministratori della zona in quale posizione si sono posti nei confronti dei loro amministrati? Quali azioni si sono sentite di portare avanti le associazioni sedicenti solidal-etico-ambientaliste? Esistono nel nostro territorio medici che si aggiornano sul problema dell’inquinamento e su ciò che provoca? Chi ha conoscenza scientifica si è mai fatto avanti? Per il momento tutto tace e sorge spontaneo il sospetto che tutti siano amici degli amici, in particolar modo se, ciascuno per quello che può, cerca di non far emergere nulla che possa rompere il silenzioso equilibrio. OMERTA’. Per paura? Per tornaconto? Per ottusità? Per ignoranza? Per menefreghismo? Ai posteri l’ardua sentenza, cioè alle generazioni future che, almeno in questa zona, conosceranno un solo giorno della settimana: IL MERCOLEDì DELLE CENERI!
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Inserito da pesaresi@email.it il 08-09-2011 18:46:24
comento
Credo che l'incapacità e la poca responsabilità di tutte le persone coinvolte, soppratutto politiche e civili, ci facciano rendere conto, a noi cittadini di come non siamo assolutamente tutelati e di come queste pooche persone utilizzano un potere per decidere cose assurde senza la minima cognizione di causa, a loro non interessa assolutamente dell'uomo e dell'ambiente. SI VERGONINO.
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Inserito da Marina Drigo il 04-10-2011 08:09:33
Portogruaro 2011
Tolta la tara della demagogia ideologica, rimane l'aria fritta di questi amministratori.
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Inserito da tarantola il 27-01-2012 16:47:04
terra mia
E dai, ed insisti, e non badare, e fai lo stesso,e fregatene, ed imbroglia, e corrompi, ma non vi pare che sia ora di smettere di parlare ed imbracciare gli archibugi e riappropriarsi del territorio che appartiene al popolo di cittadini e non a 4 luride canaglie dedite solo ai loro sporchi interessi. La gente per primo ha bisogni di mangiare, e non di bio carburante per il macchinone del figlio di buona donna. Ma deve proprio scoppiare una rivolta barbarica perche questi maledetti parassiti imparino qualcosa dalla vita e si guadagnino il pane con lavoro onesto.
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