Probabilmente la pensa così pure il vice sindaco Luigi Villotta anche se naturalmente non sceglie questo termine “malocchio” che una volta avrebbe potuto allertare il Tribunale della Sacra Inquisizione. Usa altri termini che alla lontana potrebbero veramente far credere a una brutta “fattura” contro questa “tangenziale” sfortunata che ne ha visto di tutti i colori. E’ stata inaugurata più di una volta, se ricordo bene; alla grandissima utilità di questa arteria sono state elevate lodi altissime, anche se la variante alla strada statale n. 14 in verità, solo se ultimata sarà in grado di svolgere tutte quelle mansioni che vengono giustamente e orgogliosamente portate alle stelle.

E’ capitato perfino che in un tratto appena ultimato della variante, una pioggia neppure torrenziale sia riuscita a rompere nettamente l’asfalto, che tra l’altro doveva ancora sopportare il transito degli autoveicoli. Poi ci si è messa la mafia o il sospetto di mafia. L’Anas ottiene l’eliminazione della società appaltatrice dell’ultimo tratto della Tangenziale. La sentenza del Tar del Lazio viene confermata dal Consiglio di Stato. Ma non è bastato. La società appaltatrice, malgrado le due sentenze, non molla. Si è appigliata  a un qualcosa di nuovo e molto importante come “il possesso di un regolare certificato antimafia” che potrebbe rimettere tutto in discussione. Dal Gazzettino 9.8.2011, di T. Inf. Pag. XXIV inserto veneto. Con il risultato di nuovi ritardi a questa Tangenziale che non riesce a congiungersi con la statale 14 a Fossalta di Portogruaro.

Per non piangere è meglio sorridere, per cui pensiamo di non offendere nessuno se torniamo a quei due “lemmi antiqui” , “malocchio” e “fattura” che abbiamo scherzosamente evocato all’inizio. Il Vice Sindaco Luigi Villotta, da tanti anni attento a quest’opera veramente colossale, in un comunicato stampa inviato il 9 agosto 2011, scrive testualmente: “Non vorrei davvero che questa importante opera pubblica attesa da oltre trent’anni, ‘SIA SOTTO UN CATTIVO SEGNO ’ e fatichi alquanto a chiudersi”. Ha ragione. Solo sugli “oltre trent’anni” la locuzione potrebbe essere modificata. Il Progetto Generale della Traversa Nord di Portogruaro è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Anas il 20 ottobre 1972. Cioè 39 anni fa. Quindi al posto di più di trent’anni, poteva starci  ‘quasi quarant’anni’.

Aggiungo un’altra cattiva ma penso veritiera osservazione: prima dell’approvazione il progetto ha dovuto essere redatto e prima della redazione l’ “idea” della Tangenziale sarà stata fatta oggetto di dibattiti, discussioni, proposte e altro, come è costume dei Comuni italiani. E quindi gli anni passano. Perciò se ai 39 anni ufficiali, ne aggiungiamo qualcun altro dedicato alle discussioni consiliari, e se inoltre le attuali difficoltà poste dalla vertenza giuridico–legale saranno di ulteriore ritardo dell’opera, potrebbe accadere che all’arrivo finale della Tangenziale Nord alla statale 14 di Fossalta di Portogruaro, si arrivi entro 50 anni, mezzo secolo. Un primato negativo, ma sempre un primato. Speriamo di no. Mi si può certo obiettare – come al solito da chi comanda – che le mie sono elucubrazioni inutili. Sarà, ma sono convinto che i cittadini portogruaresi, abituati spesso  solo a leggere veline e comunicati del Palazzo, hanno il diritto e il dovere di conoscere autonomamente come vanno le cose, anche per apprendere e apprezzare l’impegno di tanti amministratori che si sono scontrati con questa che noi definiamo semplicemente “sfortuna” e comprendere il loro rammarico sincero e il loro impegno  perché  “da questa situazione  è indispensabile uscirne quanto prima” sottolinea Luigi Villota, che aggiunge: “Ne va di mezzo il bene stesso della nostra gente, perché le ricadute sotto il profilo della sicurezza stradale, dell’inquinamento acustico e ambientale sono pesantissime, in particolare per i quartieri di Viale Pordenone,Viale Isonzo e Viale Trieste”. Grazie Villotta per quell’empatica “nostra gente”, segno sicuro di un suo impegno deciso e totale per la più rapida soluzione di questo problema.

Ugo Padovese


(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)