“Sono gli amministratori scelti dal popolo, che devono salvaguardare il diritto alla sanità nel Portogruarese ”. Lo afferma Giuseppe Grammatica anni 81, sposato con quattro figli, originario di Mirabella Imbàccari, provincia di Catania, Trinacria. Ex sottufficiale dell’esercito con tappe a Mestre, Padova e Gradisca, Grammatica si dimette nel ’53 , sposa una friulana e viene assunto come autista di pullman. A Portogruaro arriva nel ‘70 e proprio in questa “sua” nuova città nel 2009 si scopre una vocazione contestatrice.
“Nessuna inclinazione alla violenza, precisa Grammatica, solo una gran rabbia contro le ingiustizie e volontà di contestare chi avrebbe il dovere istituzionale di difendere i diritti dei meno fortunati e invece rimangono indifferenti”. Grammatica non è inalveato in alcun partito, agisce istintivamente e in maniera autonoma per far valere la giustizia (povero Renzo moderno) “per i meno forti, in un mondo – sottolinea – dove spesso i “furbi” cercano di sfruttare la gente comune, che lavora, paga le tasse, ama la famiglia e il territorio in cui vive, coltiva degli ideali”: una merce di non facile acquisizione.
Nel 2009 accompagna la moglie in ospedale per una visita al reparto di Otorinolaringoiatria e si accorge delle prime avvisaglie che circolano sullo spostamento di questo reparto a San Donà di Piave. Ne parla con i medici, arriva fino al Direttore sanitario dott. Spadàro. “Tranquillo Grammatica, non è in vista alcun cambiamento”. E’ una risposta sibillina che non convince Grammatica. Il neo portogruarese allora, scoprendo la sua determinazione siciliana, affronta il sindaco Antonio Bertoncello; altre assicurazioni.
Però Bertoncello si muove, discute la situazione con la Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, e il reparto rimane al suo posto. Nel contempo, temendo un colpo di mano, Grammatica decide di dare un ausilio al sindaco Bertoncello, invitando la popolazione a firmare una petizione contro ogni “aggressione” all’ospedale locale. Comincia a raccogliere firme: prima in ospedale dove incontra e convince migliaia di portogruaresi ma anche numerosi abitanti degli altri dieci comuni del Mandamento. Poi passa al “porta a porta” e le firme raggiungono la cifra di 12 mila. Tutte protocollate e consegnate al sindaco.
Altre 12 mila firme erano state raccolte, con lo stesso scopo, dal concordiese Raul Bozza. In questo cruciale momento, il Comune di Portogruaro viene commissariato, Bertoncello sarà confermato sindaco più tardi, ma intanto viene attuato lo “scippo” dell’ “Otorino”. Scarse e quasi nulle le informazioni: un semplice foglio sulla porta del reparto: “Per interventi rivolgersi alla struttura di San Donà di Piave” . A Portogruaro solo visite ambulatoriali quattro giorni alla settimana.
“Lo spostamento del reparto – commenta Grammatica – ha comportato anche un decremento di interventi nelle sale operatorie con probabili altre fughe di ammalati in Friuli come in una caduta di birilli”. E nel 2011 queste previsioni pessimistiche sembrano essere di puntuale attualità; è pronta soltanto una bozza del piano sanitario regionale 2011-2013 ma non ancora approvato. Si teme che le scelte operative non siano attuate con criteri di operatività qualitativa anche per un abbattimento delle fughe di molti utenti nei vicini ospedali friulani e conseguente esborso di milioni da parte dell’Uls 10. “Io – conclude Grammatica – penso di aver fatto il mio dovere; ora ci pensino i portogruaresi a difendere le proprie strutture sanitarie, ma è necessario – afferma – che gli Amministratori comunali eletti di tutti gli undici Comuni del Mandamento diano prova di fermezza contro un programmato “saccheggio” che ha tutte le sembianze politiche di una maggioranza “coesa” tra Comune di San Donà, Provincia e Regione”. Che è anche la tesi più volte esplicitata del Sindaco Bertoncello.
Ugo Padovese
(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)