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Annotazioni
Giallo a Pramaggiore
05-07-2011: Scomparso il busto di Terrida

Pasquale Terrida era andato a far analizzare alcuni campioni di vino all’istituto di enologia di Conegliano. Al termine dell’esame Terrida aveva chiesto al tecnico: “Come lo gà trovà il vin?”. Deludente la risposta: “Bon, ma solo per consar el radicio”. Terrida, diploma di Terza avviamento con indirizzo agrario, era nato nel 1906 a Cesarolo di San Michele al Tagliamento e nel 1940 si era trasferito con la famiglia a Pramaggiore, impiegato nell’ufficio demografico. Amava il vino, o meglio assaggiarlo per assaporarne le qualità, definirle e giudicarle. Formidabile enologo di istinto, perfezionato da letture specifiche e  incontri con specialisti, specialmente di Conegliano, decise di dare una mano ai  contadini, suoi nuovi compaesani; via i vecchi e superati vitigni, scelta di nuove piante con intelligenti incroci, produzioni proporzionate al terreno utilizzato, nuove tecniche di invecchiamento. Le nuove metodologie interessarono vasti territori agricoli specie del Nord Est, con presenze anche nel Triveneto. I produttori di “aceto” intuirono i vantaggi economici prospettati da Terrida e seguirono i suoi consigli, migliorando costantemente i vini prodotti. Terrida nel 1946 organizzò la prima mostra vinicola a Pramaggiore con due damigiane di vino, alla sagra di San Marco. Formidabile promotore di eventi, aveva allestito alcuni incontri di boxe per richiamo. Il successo fu immediato. Continuò la sua opera di convincimento tra i contadini per una produzione vinicola selezionata, promovendo riunioni con esperti, prove sul campo, introducendo nuove tecniche, nuove tipologie e vitigni più adatti al terreno. L’azione di Terrida fu costantemente appoggiata dal sindaco Luciano Moretto, anche per la ricerca di sedi più adatte, fino a giungere - con l’aiuto dell’organismo regionale - alla definitiva sede della mostra che diventò nazionale con concorsi a premiare i migliori vini d’italia. Venne istituito un “Consorzio dei Vini doc Lison Pramaggiore” con normative molto severe di accesso; i bollini che attestavano la provenienza dei vini da questo Consorzio potevano essere usufruiti soltanto da produttori in grado di dimostrare di aver attuato tutte le indicazioni obbligatorie del Consorzio. Poi Terrida inventò il “Fogher d’oro”: il premio, assai apprezzato per il suo indotto pubblicitario, veniva assegnato al ristorante o alla trattoria che ogni anno presentava il “piatto migliore”, al termine di selezioni molto severe, affidate a giurie di esperti, giornalisti e appassionati, con totale mancanza di “pastette”. “I nostri premi, affermava Terrida, morto povero, non si possono comprare, bisogna guadagnarseli”. In questo modo il “Fogher d’oro” ebbe la fiducia dei concorrenti; l’iniziativa contribuì a trasformare locali appena passabili, in ristoranti di gran classe. Intuì l’importanza di un appropriato abbinamento vino-cibo, suggerì il ritorno alle ricette di un tempo passato. Con le sue iniziative enogastronomiche  contribuì in maniera consistente a potenziare anche il turismo delle spiagge e quello del  retroterra. Centinaia di contadini di vino “acetoso” sono diventati, grazie a Terrida, produttori di alta classe, con cantine modernissime, enologhi a tempo pieno, e palazzi per abitazioni. Vendono anche nelle annate di crisi, esportano all’estero, specialmente negli Stati Uniti. Terrida è stato un grande personaggio che nel ‘900 contribuì a migliorare la condizione socio-economica di un numero notevole di produttori. Diresse la Mostra fino al 1980 un anno prima di morire. Più tardi all’ingresso della sede fu posizionato un  busto in bronzo per ricordare Terrida. La statua - come accenna anche il sindaco Moretto - non ebbe grande fortuna e qualche tempo fa scomparve. Moretto, presidente attuale della Mostra vini, ha aperto un’inchiesta ufficiale per ritrovare il busto di Terrida. Rubato? Distrutto? Posizionato in luogo introvabile? “Lo accerteremo, assicura Moretto”. In ogni caso Terrida meriterebbe ben più di un “busto ”. A Pramaggiore dovrebbero provvedere alla costruzione di un monumento vero e proprio da erigere nella piazza principale, dove Terrida nel 1946 organizzò la prima mostra vini con due damigiane, in occasione della festa paesana di San Marco. E magari qualche altra iniziativa “vinicola” che ne ricordi il nome. Pochi o tanti accuseranno l’assenza, in questa nota, del cav. Emilio Collovini e di tanti altri che hanno contribuito all’azione di Terrida. Nessuno però potrà negare la figura centrale e assolutamente determinante dell’impiegato dell’ufficio demografico di Pramaggiore: proprio Pasquale Terrida.

Ugo Padovese


(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)

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