Le disastrose inondazioni di marzo nel Veneto, sono state seguite dal “pianto” più che giustificato di privati, comuni, province e regioni: e ora i sindaci e gli enti preposti (tra questi i consorzi di bonifica) attendono una pioggia, questa volta di milioni di euro, per fare quello che non è stato realizzato da oltre mezzo secolo: la messa a punto dell’ambiente. Ricordo la grande alluvione del 4 novembre del 1966: il Tagliamento, privo a monte di conche di contenimento, diventò incontenibile per le piogge continue. Allagò Latisana e contorni nel confinante Friuli e ruppe anche gli argini di destra, allagando pure campagne e paesi di mezzo mandamento di Portogruaro. I pochi vigili del fuoco di Portogruaro, fecero, con mezzi limitati, miracoli di interventi a favore della popolazione, portando in salvo vecchi ed ammalati, rifornendo di viveri, acqua e conforto i cittadini rintanati nel secondo piano delle case allagate. A dare una mano efficace il commendatore Armando Furlanis mise a disposizione stivaloni, appositi indumenti e imbarcazioni a motore, a servizio anche dei giornalisti che fecero conoscere, tramite i “media”, quello che stava succedendo nel Nord – Est. I Friulani, privilegiati dalla zona a statuto speciale, ottennero notevoli finanziamenti per rafforzare celermente gli argini: naturalmente quelli di sinistra, guardando il mare; cioè gli argini del “Friul”. Per gli argini veneti di destra gli interventi furono tardivi e insufficienti. Tornando ai patimenti odierni, leggiamo che per i grandi fiumi ci penserà lo Stato, che ha a sua disposizione tra l’altro grandi esperti: basti dire che uno specialista italiano si era offerto di intervenire negli Stati Uniti per collaborare a risolvere il problema del Golfo del Messico. A noi quindi non mancano competenti, studi e proposte di intervento nei territori a rischio; mancano forse i soldi e una seria volontà di intervenire; infatti si insiste in maniera prioritaria nel progetto del porto sullo stretto di Messina, anche se Vittorio, un caro amico siciliano, mi assicura che in questa città persistono ancora tracce nefande del terremoto che semidistrusse la città all’inizio del secolo scorso.
Tornando ai fatti nostri pare che il fiume Livenza possa ottenere un discreto finanziamento per una parte dell’arginatura. Per il Lemene e i fiumi minori della zona l’ing. Grego, esperto direttore tecnico del Consorzio di bonifica del Portogruarese, ci assicura che i piani di manutenzione sono a posto e i progetti di potenziamento da tempo “stilati e pronti”, in attesa di finanziamenti che tardano ad arrivare. L’ing. Grego, comunque, è un inguaribile ottimista e spera che il recente accorpamento dei Consorzi di bonifica di Portogruaro e di San Donà, ora unico ente (Veneto Orientale), comporti un concreto beneficio nel territorio. Speriamo che vada meglio dell’accorpamento avvenuto da tempo tra le due Uls della città del Lemene e di quella del Piave. Intanto molte cantine, box e garage sono andati sotto come al solito, visto che non sempre alcune imprese edili tengono conto che il suolo portogruarese (non a caso indicato con il termine La Bassa), in parte si trova sotto il livello del mare (le idrovore sono utili per questo) o appena sopra il livello marino. A volte i marchingegni, che dovrebbero automaticamente scattare quando entra l’acqua ed espellerla dai garage, non funzionano a dovere: e il locale si allaga. Poi c’è il cemento che non assorbe acqua; tutti lo sanno, ma non ci badano più di tanto. E i responsabili politici e i tecnici dell’ambiente? Non basta scrivere sull’argomento, ma agire concretamente.
Dopo la piena del ’66 dello scorso secolo l’Amministrazione comunale fece o fece fare qualcosa: ripulire il Lemene a Portovecchio da alcuni isolotti fangosi che ostruivano il transito dell’acqua e rimise in sesto il Versiola, canale scaricatore del Lemene, utilissimo in caso di piene. Questi interventi servirono a qualcosa, come anche la puntuale pulitura dei pozzetti fognari. Anche questo servirebbe ancora ad evitare piccoli ma fastidiosi allagamenti a pianterreno.
Per evitare polemiche mi limito a presumere che anche oggi si provveda alla pulitura dei tombini; oppure si deve arguire che anche l’acqua – con i tempi che corrono – sia diventata eccessivamente cattiva.
Ugo Padovese
(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)
Congratulazioni
Mi congratulo con i Responsabili il sito per aver dato spazio ad una penna come UGO PADOVESE che di PORTOGRUARO conosce Storia e Costumi. Mi auguro che tale collaborazione possa continuare il più a lungo possibile nell'interesse del sito e dei Portogruaresi perchè di ....Portogruaro ci sono tante cose da dire e soprattutto da sapere... GRAZIE.
Alluvione e tombini di Ugo Padovese
Leggo oggi 05.11.2014 dell'argomento in oggetto. Mi chiedo, come fa, un fiume di risorgiva come il Lèmene, ad esondare?