Il pubblico già si accomoda in sala. Il sipario, sfiorato da mille giochi di luce, somiglia ad un arazzo del Settecento mentre s' apre su una casa signorile. Lei è li, china sul pavimento. Il suo volto e la sua esile figura son coperti dai cenci. Conosce perfettamente quella dimora. Non passa giorno in cui non spolveri con dovizia ogni sua stanza seguendo un ritmo quasi ossessivo. Nessuno, però, sembra notarla. Troppo occupate son le sue sorelle ad agghindarsi per il gran galà della sera ostentando stoffe, sete e preziosi broccati. Accompagnate da musici e paggi con i violini tra le mani, provano e riprovano morbosamente entrate e uscite. Paion bambole da mettere in vetrina. Sol quel fuoco amico che scoppietta allegramente nel camino può forse comprender la tristezza del suo animo. Poi, una notte, proprio quando la ragazza sembra aver perso ogni speranza, ecco che, come per magia, l’intimità di quel fuocherello, lascia spazio ad una porta ed una fata in bianche vesti la prende delicatamente per mano portandola con sé nel suo regno simile ad una grotta sottomarina coperta d'alghe, dove una miriade d' ancelle al suo servizio, trasformano la reginetta del focolare in una bellissima principessa. Ed eccola Cenerentola giungere a palazzo accolta da alte colonne decorate con sibille e puttini ed avvolta in un candore quasi divino. Conquista tutti la bella giovinetta con la sua grazia e la sua leggiadria. Anche il re le viene incontro invitandola a ballare. Ma lei ha occhi solo per quel giovane gentile dal portamento fiero ed elegante che s'avvicina discretamente catturando la sua attenzione al primo sguardo. Danzano insieme mentre gli altri fan lor corona e i loro passi divengon la celebrazione della purezza e della gioia. Poi, all'improvviso, quei rintocchi. Quei dodici lentissimi rintocchi. Nascon piano da quell'orologio come generati da una nera voragine per scandir il tempo d'un sogno troppo presto infranto. Tutti si uniscon tra loro in un girotondo di corpi come per difendersi da un ineluttabile destino. Cenerentola è scomparsa. Di lei rimane soltanto quella scarpina di vetro. Il Principe la prende tra le mani e la osserva incuriosito, chiedendosi qual donna avrebbe mai potuto indossare una così graziosa calzatura. Così, con il cuore traboccante di desiderio, decide di partire alla ricerca della fanciulla. Dopo aver percorso monti e valli in sella al suo bianco destriero, il giovane giunge finalmente in Spagna. Si sparge in fretta la notizia del suo arrivo e, nella terra dei ventagli e delle nacchere, non esiste donzella alcuna che non tenti d'ammaliarlo con ogni mezzo. In Cina, poi, fan tutte a gara per accompagnarlo a visitar templi, cupole e pagode in un tripudio di colori e disegni tipico di quei vasi disegnati con precisione e accuratezza dai più grandi ceramisti. Ma quella scarpetta, degna dei più abili calzolai del regno, non appartiene a nessuna di loro. Affranto e sconsolato, il giovane sta per prendere la via del ritorno quando, un fulmineo incantesimo, rapisce i suoi sensi ed ecco la fata giunta per guidarlo fino alla casa di colei che, non credendo più nei sogni, è ormai tornata alla vita di sempre. Quanto è grande lo stupor del Principe nello scoprir che proprio quella piccola scarpa è il perfetto ornamento per un piede così delicato! Prima che le sorelle s'accorgano di ciò che sta accadendo sotto i loro occhi, Cenerentola ed il suo amato si son lasciati alle spalle quella casa piena di sofferenza e dolore per coronar finalmente il loro sogno d'amore nell'antro abitato dalla lor benefattrice e, dopo aver danzato tra mille angeli bianchi, eccoli contemplar in pace la meravigliosa festa per lor preparata. Venerdì 12 dicembre alle ore 21.00, al Teatro Russolo, in una scenografia da Mille e una notte, il Balletto di Mosca “La Classique”, diretto da Elik Melikov, una delle compagnie di danza classica più rinomate a livello europeo per la sua fedeltà alla tradizione della danse d'ècole, caratteristica del repertorio ottocentesco, presenta Cenerentola, una delle favole più popolari ed amate d'ogni popolo e nazione, nella versione nata dalla penna di Charles Perrault. E, nella maestosa fierezza delle note di Sergej Prokofiev, si può davvero percepir tutta l'emozion d'una giovane alla ricerca della propria identità e dell'amore in una pièce ch’affascina ed appassiona l'intera platea.
E.T.