Tutto è ormai pronto. I bambini hanno atteso per giorni e giorni questo momento e, adesso, sono davvero curiosi di sapere che cosa accade dietro quella porta. Fuori, però, c’è ancora quel cartello e quel messaggio, scritto a caratteri enormi, suona quasi come una minaccia: IL TEATRO È CHIUSO SI PREGA DI BUSSARE TRE VOLTE! Come se non bastasse, quel custode dagli occhiali spessi e dall’aria impertinente (Alex Campagner), proprio non sopporta l’idea di far entrare quei piccoli mocciosi che, a suo dire, non sanno far altro che sporcare le comode poltrone del “suo” teatro. Solo l’inesauribile pazienza della signora delle pulizie (Eliana Gruarin) riesce a convincerlo e, così, dopo aver rispettato alla lettera quell’imperiosa richiesta, i piccoli, ordinati in fila per due, possono finalmente varcare la soglia del Foyer della Magnolia, uno spazio ampio e luminoso con una grande magnolia nel mezzo, adibito a conferenze e concerti. Quella mattina, infatti uno degli artisti più famosi al mondo, il pianista Chupa Chupa, un vero fuoriclasse nell’esecuzione di scale e glissandi, è stato selezionato da un’esigente giuria tecnica per tenere un importantissimo recital pianistico dedicato a loro. Alla fine dell’esibizione, dopo aver salutato il giovane interprete con un fiume di applausi, il piccolo pubblico si accomoda in silenzio nel Foyer del Teatro per ascoltare il Direttore (Fabio Fiorellini Bernardis), un signore dal portamento fiero ed elegante che racconta, con stupore e meraviglia, la storia del grande Luigi Russolo. Eh sì, perché dovete sapere, che Luigi Russolo non era uno dei sette nani, come ritiene il signor custode che molto ama i fagioli preparati ad arte da sua cognata Cesira. Lui era uno scrittore, un poeta, un artista, un musicista, vissuto proprio qui a Portogruaro nei primi anni del Novecento, quando Filippo Tommaso Marinetti stava scrivendo quello che oggi tutti conosciamo come il Manifesto del Futurismo. Fu un tempo, il suo, pieno di ottimismo ed innovazione, nel quale, poco per volta, le carrozze lasciarono spazio alle automobili e il duro lavoro nei campi venne sostituito dallo sferragliare degli ingranaggi nelle fabbriche. E così, quell’uomo pieno di creatività ed immaginazione, fu colto da un’improvvisa ispirazione ed inventò alcuni strumenti musicali che, da quel momento in poi, sarebbero divenuti il simbolo di un nuovo modo di fare musica: gli intonarumori. Quei curiosi marchingegni riuscivano a catturare qualsiasi rumore si potesse percepire camminando lungo i vicoli della città: dal tram che corre lungo un filo, fino al treno a vapore che disegna nell’aria enormi nuvole bianche. Bastava schiacciare una leva per misurare la sua intensità e, come per magia, quel rumore si trasformava in suono. Ed ecco il signor Russolo girar per il mondo, in compagnia di gracidatori, ululatori e ronzatori con quei suoi occhi scuri e profondi pronti a coglier le meraviglie d’ogni paese e il cuore desideroso di suonar per ogni popolo e nazione. Per questo la nostra Città ha voluto rendergli omaggio intitolandogli il Teatro. Ed ora, con la speranza che quell’antipatico custode, rinchiuso in biglietteria ci conceda un attimo di tregua, entriamo pure in questo luogo magico, fatto tutto di legno per assistere, in silenzio, al piccolo spettacolo tenuto dalla signora delle pulizie, la quale, ogni giorno, durante le pause di lavoro, approfitta per sgattaiolare in sala e coltivare il suo sogno d’attrice. In questa occasione potrete gustare le sue doti canore e drammaturgiche, in una veste del tutto nuova: Una camicia bianca, una lunga gonna ed un semplicissimo ombrello rosso, la trasformeranno, per voi, in una delle baby sitters più amate di tutti i tempi: Mary Poppins che, con il suo Supercalifragilistichespiralidoso, riscuoterà, sicuramente un successo strepitoso. Dopo questa indimenticabile filastrocca, Alice, la nostra scrupolosa bigliettaia ci riporta indietro nel tempo fino alle remote origini della danza. L’arte ispirata dalla musa Tersicore, infatti, era già molto conosciuta presso i nostri più antichi progenitori per la sua straordinaria capacità di armonizzare corpo e spirito aiutando così le diverse tribù a celebrare le tappe più importanti della vita. Ma sarà nel 1700, nella lussuosa reggia di Versailles in Francia che la drammaturgia del corpo raggiungerà senza dubbio, il suo apice. Pensate che solo i cortigiani potevano ballare, immaginando ed elaborando eleganti coreografie. Ma ecco le piccole allieve della scuola Arte Danza di Portogruaro, volteggiar sul palcoscenico con i loro tutù verdi e bianchi come spumose onde marine, per narrarvi le favolose avventure della principessa Medora e del suo amato, il principe Konrad. Il palcoscenico, però, è anche il regno della musica e della recitazione e i delicati accordi arpeggiati sulla chitarra da Alessandro, allievo della Scuola di Musica della Fondazione Musicale Santa Cecilia, assomigliano molto ad una serenata piena di ricordi. “Ma, a proposito di recitazione, dov’è finito il nostro attore? Signor attore?... Signor attore?!... Non c’è!... Ma dove sarà finito!? Meglio andare a controllare! Signor attore?!... Signor attore, guardi che tocca a lei! Ah, Eccolo! Ma… Ha una scopa in mano e… vi dirò di più! Sembra proprio il custode che avevamo chiuso in biglietteria! Quel che è peggio è che pare davvero moooolto arrabbiato! “Dove siete finite, disgraziate? Pensavate di esservi liberate di me eh…? Dove siete che v’acchiappo subito!?” “Aiutoooo!!! Si salvi chi puòooo!!!” Cari piccoli spettatori, quello che, fino a poco fa, inseguiva la malcapitata signora delle pulizie, ero io, Alex Campagner, nei panni del custode del Teatro. Colei che ha cercato di capire dove diavolo mi fossi cacciato, poi, non è la donna che, quotidianamente, lo rende lucido come uno specchio, bensì la Segretaria Artistica, Eliana Gruarin e, ciò che avete appena visto, è un simpatico esempio di drammatizzazione, una delle arti fondamentali del teatro. Per concludere con gioia la vostra visita non poteva certo mancare una rapida esplorazione dei camerini, dove gli attori si preparano per lo spettacolo, delle luci e di tutti quegli strumenti tecnici e scenici che rendono una serata a teatro assolutamente memorabile. Ringraziando tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento, vi diamo appuntamento al prossimo anno!
E. T.