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La cultura è nelle idee
Intervista esclusiva al sindaco Antonio Bertoncello
03-02-2015: Dai rimpianti, alle gioie politiche, tra un Terenzi che avanza e un Centro Storico che preoccupa. Fino all’ufficialità della disponibilità a candidarsi per il Consiglio Regionale Veneto

da Portogruaro.Net Magazine gennaio/febbraio 2015

L’attesa è lunga ma alla fine viene premiata: a tre mesi dalle elezioni Amministrative di Portogruaro trovo lo spazio per infilare oltre un’ora di intervista al sindaco della nostra città, Antonio Bertoncello. È un colloquio di ampio respiro, che naviga su più fronti e che cerca di focalizzarsi non tanto sulle polemiche o sugli accadimenti dell’ultimo periodo, quanto piuttosto sulla parabola politica (e umana) di Bertoncello, dagli anni Ottanta ai dieci da primo cittadino.

Signor sindaco, dal prossimo 17 maggio il suo posto verrà preso da un nuovo primo cittadino. Si chiude per lei e per la città di Portogruaro un ciclo di lunga gittata. Quali sono le azioni di cui va più fiero e quelle, per converso, che se potesse tornare indietro non rifarebbe? In realtà sono tante le iniziative che hanno contraddistinto l’attività amministrativa di questi anni. Negli ultimi dieci molte di queste hanno ridisegnato il volto della città, promuovendola e valorizzandola: dal Teatro Russolo, alla Tangenziale, alla nuova SFMR, all’arredo delle vie principali del Centro Storico, alla riqualificazione delle scuole e delle frazioni. Di certo, il progetto di cui vado più fiero è senz’altro il Teatro cittadino. Venendo alle scelte che non rifarei, o meglio: al mio più grande rammarico, dico la pedonalizzazione del Centro Storico, sulla quale probabilmente la ricerca della massima condivisione ha prevalso sulla necessità di portare a termine il progetto.

Qual è la cosa che avrebbe voluto fare e che non ha potuto realizzare per impedimenti esterni o mancanza di fondi o per tempistiche contrastanti?Sicuramente avrei voluto portare a termine il recupero completo dell’area ex Perfosfati, che avrebbe concluso l’attività di riqualificazione urbana in una zona così centrale per la città. Avrei voluto fare anche tutti quegli interventi manutentivi indispensabili per Portogruaro. Mi riferisco alle strade, all’illuminazione, e così via. Mi auguro che il Governo ci dia la possibilità, a breve, di liberare le risorse, che abbiamo ma che non possiamo utilizzare, dal Patto di Stabilità.

Sindaco, in tutti questi anni la politica come l’ha cambiata dal punto di vista umano? La vita personale è stata pienamente assorbita dagli impegni pubblici, questo è chiaro. La politica mi ha sicuramente migliorato. Ritengo infatti che sia un grande onore aver avuto la possibilità di “fare” e di “lavorare” per la propria città. 

C’è chi sostiene che lei sia stato un accentratore politico. Come risponde a queste critiche? Rispondo con alcuni dati oggettivi: dal 2010 al 2014 vi sono state 65 sedute di Consiglio Comunale, 536 deliberazioni di Consiglio Comunale, 228 sedute di Giunta Comunale, 1058 deliberazioni di Giunta, oltre 100 incontri di Maggioranza. Insomma, vi è stato sempre un lavoro collegiale, un confronto continuo e diretto. Certo, non nego che negli anni la mia presenza sia stata frequente ma ciò è dato anche dal fatto che in una realtà come Portogruaro la figura del sindaco rappresenta ancora per i suoi cittadini il punto di riferimento e di colloquio più diretto.

Veniamo ora ad alcune questioni importanti che negli anni sono state fonte di grandi polemiche. Partiamo dalla “famosa” tribuna in ferro dello Stadio Mecchia e dal denaro speso dal Comune, prima per la sistemazione dell’impianto e poi per la clausola fideiussoria. Errore o cos’altro? Le tribune dello Stadio Mecchia erano una scelta obbligata. Nel contesto di allora, e nell’euforia cittadina per l’approdo in Serie B, non reputo quella scelta un errore.

Altra questione: i continui allagamenti in città e nelle frazioni. Perché non si arriva a una soluzione? Prima di tutto il Comune di Portogruaro e il Consorzio di Bonifica hanno più volte denunciato le gravi responsabilità della Regione Veneto che, su opere di difesa del suolo, non ha investito. Purtroppo, poi, le risorse a nostra disposizione sono limitate, e anche su questo punto ritorna il discorso dei lacci del Patto di Stabilità che non ci permettono di spendere soldi che abbiamo in cassa.

E ancora: il degrado di alcuni “catafalchi” come l’ex Perfosfati, l’ex Consorzio Agrario o la difficoltà di attecchimento della Pirelli Re. Perché il Comune non è intervenuto con maggiore forza? Anzitutto ricordo che il pubblico non può sostituirsi al privato. Dopodiché il Comune ha approvato l’accordo urbanistico relativo al Consorzio Agrario ma i lavori di bonifica necessari per il privato si sono rivelati economicamente incompatibili con l’intervento immobiliare. Nell’area attigua all’ex Perfosfati, invece, i lavori sono stati enormi: dalla rotonda, alle caserme della Polizia e della Guardia di Finanza, al parco, ecc. Ora rimane da riqualificare l’edificio ma l’investimento è notevole. Infine, per l’area della Pirelli Re vale lo stesso discorso di cui sopra. La struttura fatica a decollare ma l’area che la circonda è stata sistemata e valorizzata come mai prima.

Torniamo alle prossime elezioni: se non fosse uscito il nome di Marco Terenzi come candidato unico del centrosinistra, lei ritiene che la fronda “renziana” si sarebbe divisa? Il nome di Terenzi non è uscito dal cappello. È il frutto di un lavoro condiviso e ampio. All’unanimità il PD ha scelto il proprio candidato e lo ha proposto alle liste dell’attuale coalizione. I malumori durante una legislatura ci possono essere ma credo che la forza del PD stia proprio nella capacità che ha di unirsi nel momento che serve.

Cosa si sente di dire ai portogruaresi e come immagina la città tra 10 anni? Sento di dire grazie a ciascuno dei miei concittadini, a chi mi ha sostenuto e consigliato, a chi mi ha criticato e sollecitato. È stato un piacere lavorare per una città che tra 10 anni immagino il perno di un territorio più ampio fatto di attrazione economica, turistica, paesaggistica e ambientale.

Infine, Sindaco, ci conferma le voci che la danno in rampa di lancio per le prossime elezioni regionali in Veneto? Sì, il partito mi ha proposto e io ho accettato. Se verrò eletto in Consiglio Regionale lavorerò per questo territorio e per questa città perché possano avere serie possibilità di sviluppo e una definitiva collocazione geografica, turistica e culturale.

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