Un collegio inglese d’epoca vittoriana. Studenti e studentesse in uniforme grigia e bianca danzano su melodie simili a valzer viennesi. Nessuno di loro si distingue per la sua originalità. Tutti sono sottoposti ad una severa disciplina: esercizi ginnici, flessioni, salto con la corda. Tra loro c’è lei, Giselle, una giovane dagli occhi grandi e profondi e due lunghe trecce castane, perdutamente innamorata dell’Educatore della scuola. Tra loro solo carezze delicate e sguardi incantati. Anche lui sembra attratto da quella ragazza e dal suo modo di amare così semplice ed innocente. Poi, all’improvviso un’occhiata. Una unica, fulminea gelida occhiata. L’ Istitutrice, intrappolata in un abito lungo e scuro, strappa il ragazzo dal suo abbraccio e lui, vittima della sua debolezza, viene trascinato fuori dalla scena. Giselle rimane sola. Le basta un attimo per comprendere di essere stata condannata ad un sogno d’amore senza futuro. Ormai solo il pavimento e le nude pareti possono accogliere le sue silenziose lacrime. Mentre luci geometriche e taglienti proiettano sul palcoscenico inquietanti ombre notturne, uno studente entra in scena con in mano il capo di una corda. L’altro è retto da una studentessa. È una specie di tiro alla fune. La giovane li osserva e non appena i due escono dimenticando la corda per terra, prende il cappio, lo attorciglia attorno al collo e stringe. Una, due, tre, quattro volte per porre definitivamente fine all’indicibile tormento della vergogna. Le Spose della Morte sono già lì, pronte ad accoglierla nel loro Regno senza tempo dove le ragazze volteggiano palpitanti e piene di slancio per poi cadere come fantocci privi di peso. Vite spezzate, senza riscatto donne tradite, umiliate e deluse dagli uomini e dall’amore. E intanto, sulla terra, quell’uomo disperato e dilaniato dal senso di colpa, invoca senza sosta il nome dell’amata e, in una notte di delirio, attraversa il tempo e giunge alla sua dimora. Non si rassegna, non vuole lasciarla dormire nel Regno del Buio, vorrebbe risvegliarla dal sonno eterno per avere anche un solo bacio dalle sue labbra. Le compagne le fanno da scudo come per difenderla da quella passione senza via d’uscita. Ma lei, forte e decisa come un’amazzone si fa strada tra le loro schiere e cammina con fierezza verso l’amato. I due si guardano, si cercano, ed infine si abbracciano in un ultimo convulso addio. “No, non è questo il tuo mondo amore mio, non è questo il tuo tempo, non è questo il tuo momento”- sembra dirgli la fanciulla prima di scomparire insieme alle altre compagne di sventura. E noi che abbiamo la vita, possiamo ancora sentire, nelle notti d’estate, quell’uomo disperato che urla contro un destino senza pace. Venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 21.00, al Teatro Russolo, raffinatezza ed eleganza aprono la stagione dedicata al balletto con la Compagnia Junior Balletto di Toscana, una delle più rinomate compagnie di danza a livello europeo, che presenta Giselle, uno dei capolavori più amati dell’arte tersicorea. Amore e morte, verità ed inganno realtà e sogno, purezza e cinismo si sfidano in un duello senza esclusione di colpi nella più profonda interiorità dell’animo umano accompagnati dalle meravigliose musiche di Adolphe Adam e dal tocco di modernità caratteristico delle coreografie di Eugenio Scigliano, per raccontare come la forza di tante donne possa e sappia ribellarsi al tradimento di un solo uomo.
E.T.