Tra le verdi colline umbre, al tempo dei Guelfi e dei Ghibellini, c’era una piccola rocca medioevale piena di vicoli pace e silenzio. In questa città viveva un giovane gentile, generoso e di bell’aspetto di nome Francesco, figlio del ricco mercante di stoffe Pietro di Bernardone. Era un grande sognatore e, come i ragazzi d’ogni tempo, aveva un grande obiettivo da realizzare: voleva diventare cavaliere. Ed ecco che si presenta la sua grande occasione: partecipare alla guerra tra Assisi e Perugia del 1154. Ma il suo sogno di gloria svanisce presto; sconfitto, catturato e messo in carcere si ammala gravemente. Proprio nel momento della sua massima debolezza, una Voce parla al suo cuore. È una Voce soave e profonda piena di mistero e verità che gli chiede di lasciare il suo passato dietro di sè per mettersi a servizio degli ultimi e riparare la Sua casa che sta andando in rovina. Non dovrà temere nulla Francesco, poiché il Creatore della Vita sarà con lui. Eccolo dunque, con la letizia dipinta sul volto, camminare per le strade della sua città, vestito soltanto di una tela di sacco, seguito dagli uomini che il mondo lascia da parte, marchiati sulla pelle dalle piaghe della lebbra e nell’anima dalle ferite della solitudine, per annunciare loro che la morte non ha l’ultima parola. È una fresca sera d’estate quando Chiara, la sua amica d’infanzia, lo incontra dopo molto tempo. “Sei bello vestito così”- gli dice- “Invidio la luce che esce dai tuoi occhi.” “Ho trovato finalmente me stesso, Chiara! È questo che mi rende felice!” “Anch’io voglio seguirti!” Solo così sarò finalmente libera!” “Allora domani sera fuggirai in segreto da casa ed io ti accompagnerò a Bastia dalle monache Benedettine, lì troverai asilo e protezione. Ti taglieranno i capelli, vivrai con loro in povertà e per il futuro spero tu possa trovare sistemazione nel piccolo convento di San Damiano, che lascerò a te”. “Quel giovanotto è proprio un saltimbanco”- pensano i menestrelli che cantano per le vie per allietar la gente- “Pensate che un giorno ha avuto il coraggio di spogliarsi nella pubblica piazza davanti al padre e al Vescovo affermando che, da quel momento, avrebbe considerato Padre soltanto Colui che dimora nei Cieli, poiché, a suo dire, soltanto Lui è capace di amore infinito”.- E sarà proprio lo Spirito, dono di quell’Amore immenso, paziente, discreto ed ostinato che, giorno per giorno, feconderà anche il cuore di Chiara e la renderà madre di molte altre madri e figlia di molti altri figli. Così la fanciulla vestita di bianco, procede veloce e senza indugio sulla strada della preghiera e le sue tacite parole, trasfigurate di lacrime e di gioia, raggiungono Francesco che, come pellegrino, “senza nulla di proprio”, è giunto in terra d’Oriente per predicare la Buona Novella dell’Amore. Dall'aspro conflitto con la ricca famiglia d'origine alla battaglia per Assisi, dalla prigionia alla scoperta dell'essenzialità del vivere, dall’incontro con Papa Innocenzo III alla fondazione degli Ordini Religiosi dei Francescani e delle Clarisse. Sabato 1 marzo alle ore 21.00, al Teatro Russolo di Portogruaro, la Compagnia Casello 24 di San Vendemiano (TV) accompagna l’apertura del Mese dell’Educazione, proposto anche quest’anno dal Collegio Marconi, ed incentrato sul tema dell’amore, con la musica, la danza e la poesia del musical L’Amore quello vero, scritto da Pietro Castellacci, Giampaolo Belardinelli e Achille Oliva, per narrare la leggenda divina del Cavaliere di Dio e della sua “pianticella”. Chiara e Francesco, due cuori in cammino verso l’Amore quello vero, quell’Amore che richiede fatica impegno e costanza per condurre al Bene che è al di sopra di ogni altro bene. Quell’Amore senza scorciatoie che non attira l’uomo verso di sé soltanto per sfiorarlo di facile emozione e poi lasciarlo dov’è, ma cammina con lui in ogni istante per assicurargli una vita ricca e realizzata. Un uomo e una donna come tanti, pieni di passione e radicalità che hanno saputo trasformare ogni giorno della loro esistenza in una lode al Datore di ogni Dono e alla Sua Creazione. Una testimonianza di vera santità che, ancor oggi, noi tutti possiamo leggere e contemplare in quel capolavoro della fede e della letteratura italiana che è il Cantico delle Creature.
Calliope
(Elena Toffoletto)