Rafiki Karibù, o meglio, amici cari, sono Rafiki il babbuino, colui che ha il compito di custodire con saggezza l’antica sapienza degli antenati. Il sole è sorto sulla Terra del Branco e, mentre i tenui colori del tramonto lasciano spazio ad un cielo terso di primavera, vi annuncio una gioia grande: il giorno da noi tanto atteso è arrivato. Oggi, infatti, è venuto alla luce il piccolo Simba, figlio del re Mufasa, e nostro futuro re. Il mio grido chiama a raccolta tutto il popolo della savana: gazzelle, antilopi, giraffe, zebre. Nessuno può mancare alla cerimonia di presentazione del nuovo nato.
Il piccolo osserva incuriosito quello strano trambusto mentre le leonesse, con i loro ruggiti, riempiono la sala del Teatro Russolo ed invitano il pubblico ad unirsi alla festa, liberando nell’aria colorati aquiloni. Il tempo delle danze sembra non finire mai e, a tarda sera, la luna si alza sopra le nuvole per contemplare quell’ incantevole spettacolo. Come dicevo, mi sembrava ci fossero proprio tutti, ma, proprio ora, mi accorgo che all’appello manca un parente molto stretto della famiglia di Mufasa: è Scar, lo zio di Simba. Pensate, che il giorno dopo, quando il re, indignato, è andato a cercarlo per chiedergli il motivo della sua assenza, ha avuto il coraggio di rispondergli che aveva degli impegni ai quali non poteva assolutamente rinunciare. Ma io, che nella mia vita ho visto avvicendarsi molte generazioni di re, vi dico che la verità è un’altra: Scar è assetato di potere e vuole impossessarsi della nostra terra, ma sa bene che, fino a che quel “micio spelacchiato”, come lo chiama lui, resterà in vita, non potrà mai raggiungere il suo obiettivo. Non so che cosa abbia in mente, ma so per certo che la sua perfidia non ha limiti. È solo questione di tempo. Intanto Simba cresce sotto le amorevoli cure del padre e della madre Sarabi e di Zazu, un bucero beccogiallo che non lo perde di vista nemmeno un secondo. Un giorno Mufasa lo accompagna sulla Rupe dei Re e gli dona le parole più belle ed importanti di tutta la sua vita: “Un giorno, Simba, il sole tramonterà su tuo padre e sorgerà con te, come nuovo re. Guarda le stelle. I grandi re del passato ci guardano da lassù. Perciò, quando ti sentirai solo ricordati che loro saranno sempre lì per guidarti. E ci sarò anch’io”. Pieno d’entusiasmo, Simba corre da suo zio per comunicargli la grande notizia e, come temevo, il malvagio approfitta dell’ingenuità del giovane leoncino. “Ciao zio Scar!” lo saluta allegramente Simba, saltellandogli intorno- “Mio papà mi ha dato una bellissima notizia: da grande diventerò re!” “Sono contentissimo per te, mio caro Simba, ma dimmi, tuo padre ti ha per caso detto che cosa c’è oltre il confine della Terra del Branco?” “A dir la verità, no, mi ha detto solo che non ci devo andare perché è un posto molto, molto, pericoloso.” “Tuo padre ha ragione, Simba, laggiù c’è il Cimitero degli Elefanti!” “Il cimitero di cooosa…?” “Ecco ho parlato troppo!” Come tutti i cuccioli che si rispettino anche il nostro leoncino è curioso ed ama le sfide, così, il giorno seguente, eccolo partire insieme a Nala, la sua compagna di giochi, alla volta del regno delle iene, un regno senza sole pieno di ossa e carcasse di animali morti. Ed eccole, infatti, le iene giungere quatte quatte per stringere i due piccoli esploratori in una morsa di angosciosa paura. I loro occhi sembrano fari rossi nella notte e le loro voci intonano un canto dal lugubre ritornello: Siamo stanche ed affamate, non vogliamo più far parte dell’ultimo anello della catena alimentare! Conosco troppo bene le viscide suddite di Scar, già si immaginano un pasto a base di appetitose costolette di leone per cena! All’improvviso un ruggito taglia l’aria: è Mufasa prontamente accorso per salvare suo figlio. Il piccolo è salvo ma il padre lo guarda negli occhi pieno di rabbia e delusione. “Mi hai deluso, Simba! Hai disubbidito a tuo padre e il peggio è che hai messo Nala in pericolo!” “Ma io volevo soltanto essere coraggioso come te!”- risponde Simba tra le lacrime- “Sei stato tu a dirmi che i re sono coraggiosi!” “Certo Simba, i re sono coraggiosi, ma lo sono soltanto quando devono esserlo!”.
Il pericolo è scampato, ma Scar escogita un nuovo tranello per liberarsi di Simba. Dopo averlo sottratto allo sguardo vigile di Zazu, lo invita a fare delle prove per migliorare il suo ruggito perché, a suo dire, i grandi re si sentono dal loro ruggito. Mentre il piccolo è impegnato in questo esercizio, una mandria di gnu, lo assale. Il padre, avvisato dal fratello, corre ancora una volta in suo aiuto. Basta un attimo. Con una sola zampata, Scar lo scaraventa giù dalla rupe. Simba ancora spaventato, vede il corpo esanime del padre. “Papà, svegliati, papà andiamo a casa!” “Simba! Tuo padre è morto”- sibila Scar alle sue spalle con finta compassione- “Se non fosse stato per te, sarebbe ancora vivo! Sai, la vita a volte è ingiusta e ci riserva sorprese assai crudeli! Devi scappare Simba, devi fuggire lontano e non tornare mai più! E il leoncino corre, corre il più veloce possibile lontano dalla sua storia, lontano dal suo passato, lontano da sé stesso. Nemmeno suo padre, che molto gli aveva insegnato, può fare più niente per lui. Affamato, ferito e stremato si addormenta e si risveglia in una rigogliosa radura, accarezzato dai raggi del sole e in compagnia di due simpaticissimi amici: Pumbaa e Timon, un facocero e una mangusta. La loro casa è un piccolo Eden, pieno di alberi da frutto e di folta vegetazione che offre riparo dal caldo torrido della savana africana. Ci vuole davvero poco perché l’allegria dei due bizzarri personaggi conquisti il cuore di Simba. Il tempo scorre e il piccolo leone, diviene adulto, riacquistando, a ritmo di Hakuna Matata, quello scioglilingua che sembra quasi poesia, la spensieratezza da tempo perduta. Intanto, Scar è salito al trono e, nella Terra del Branco, nulla è più come prima. Il sole non sorge più, il fiume non scorre più e Nala sa che deve andare, fuggire, deve salvare la Rupe dei Re o la sua terra morrà. Così corre a cercare aiuto e sente un ruggito a lei familiare. I due leoni si guardano, si cercano, si accarezzano, gustando la gioia di quell’incontro a lungo atteso e scoprendo la perfetta armonia dell’amore. Lei è una leonessa forte e determinata, lui un leone dalla folta criniera e dal ruggito potente. “Simba! Dov’eri finito?” “È una storia terribile, Nala, non ne voglio parlare! Resta con me e dimentica il passato!” “Simba devi tornare a casa! Scar sta distruggendo la nostra terra! Devi riprendere il posto che era di tuo padre e che ora è tuo!” “Mio padre è morto, Nala, ed è successo molto tempo fa! Non sono io il re, Scar è il re!” .
È giunto il momento di entrare in azione: “Simba, tuo padre è vivo vive in te ed io, Rafiki, te lo dimostrerò! Dal passato si può fuggire o imparare qualcosa, scegli tu! ”. Simba allora guarda le stelle che illuminano a giorno la volta celeste e sembra aver ritrovato quel profondo ed intimo legame che unisce la terra al cielo. “Padre, mi avevi detto che mi avresti sempre accompagnato e protetto, Dove sei?” “Simba! Ti sei dimenticato chi sei e così hai dimenticato anche me! Riprendi il posto che ti spetta! Ricordati chi sei!”.
Sembra avere le ali sotto i piedi il nostro re quando si rimette in cammino insieme ai suoi nuovi amici per riprendersi il Regno. Giunge a casa, sul far della sera, proprio nel momento in cui Scar, compiaciuto, contempla una landa ormai informe e deserta. Con un balzo scende per accogliere con tutti gli onori il figlio di Mufasa. “Simba! Ma tu non eri morto?” “No Scar, sono qui e sono venuto a riprendere il mio posto nella Terra del Branco”. La lotta si protrae fino all’alba senza esclusione di colpi mentre leoni e iene combattono come due eserciti avversari sul campo di battaglia. Ad un tratto Scar pensa di giocare la sua ultima carta. “Simba, dì a tutti chi è l’assassino di Mufasa!” Tutti trasaliscono: “Sono io!”- dice con un filo di voce mentre Scar lo guarda negli occhi. “Che strano, tuo padre aveva la stessa espressione quando quel giorno lo gettai dalla rupe!” Con uno scatto Simba di ritrova dietro al malvagio usurpatore del trono e con tutte le forze lo spinge giù dalla rupe ed è ormai giorno inoltrato quando Simba e Nala salgono solennemente sulla Rupe dei Re per chiudere finalmente il Cerchio della vita.
Un musical vivace, effervescente, colorato e commovente, fedelissimo al film d’animazione Disney del 1994 e molto curato nella danza, nel canto e nella drammatizzazione per raccontare, ad un pubblico pieno di entusiasmo e ammirazione, una storia pervasa dalla sapienza biblica che insegna a rispettare l’Ordine della Creazione e a ponderare con prudenza e coraggio ogni decisione, poiché, soltanto da una Rupe si può scrutare e penetrare in profondità l’immenso orizzonte del mondo.
E.T.