Nelle mani hanno tutti una rosa rossa. Avanzano lentamente con le scarpe rosse e quell’incedere elegante, quasi maestoso, mentre le orchestrali Chiara Gasparotto ed Albarosa di Lieto, scandiscono ritmicamente i nomi delle donne assassinate nel 2013. L’elenco sembra infinito, interminabile. Nel ricordo di Santa Cecilia, patrona della Musica, lo scorso 22 novembre, i sedici componenti dell’Orchestra Italiana di Arpe, fondata dal M° Albarosa di Lieto e diretta dai M°i Grazia Bonasia e Lodi Luka, hanno voluto varcare la soglia del Teatro Russolo per gridare, “a suon d’arpe”, il loro “NO” alla violenza sulle donne. Donne barbaramente uccise dai loro mariti, dai loro compagni, dai loro fidanzati, da coloro i quali avevano promesso di amarle e onorarle per tutti i giorni della loro vita e che, invece, in un fugace, momento di pazzia, si sono del tutto scordati del loro giuramento e del racconto della Creazione, dove il Creatore dice che la donna è il Suo dono per l’uomo. E le arpe, amiche degli aedi greci e dei loro poemi, sanno suscitare emozioni come solo le donne sanno fare. Sono loro, le arpe che, quella sera, hanno voluto portare il peso delle vite spezzate, eseguendo all’unisono l’Arrivo della regina di Saba, un delizioso concerto originariamente composto per oboe ed archi da Georg Friedrich Haendel nel 1748 ed ispirato alla vicenda biblica che racconta la visita di una delle donne più potenti della terra alla corte di Salomone, saggio re d’Israele. Parlano di intimità, di quell’intimità propria dei musicisti che Cecilia Chailly (arpa solista) fa risuonare in Core, Solamente tu, Kiss From Heaven, e Finestra d'Autunno. Raccontano di meditazione all’ombra di un albero durante infuocati pomeriggi d’estate e di attese e ricordi nell’Attesa di Giorgio Barozzi, dove sembrano battere quei pochi rintocchi che separano l’amata dal suo diletto e poi cantano la primavera nei Luminescenti Germogli di Andrea Ferrante. La dolcezza di Evanescence di Vincenzo Sorrentino, sa anche lasciare spazio alla forza delle percussioni con brani come Pop Arp, composto dallo stesso autore e in composizioni quali, I Cassetti nel Sogno, Betzaetà, Cafarnao e Spazi di Calabi scritti da Stefano Ottomano. Un viaggio in compagnia di autori antichi e contemporanei che conclude questo mese di iniziative, fortemente volute dal Comune di Portogruaro, ed incentrate sul tema del ruolo della donna nella società e sulla violenza di genere per promuovere, in modo costruttivo e proficuo, l’educazione alla cittadinanza.
Calliope
(Elena Toffoletto)