Penso che tutte le band coltivino un sogno nel cassetto: suonare in uno dei più prestigiosi locali americani, sul cui stesso palco tanti gruppi e personaggi celebri passano, basta pensare ai Doors, Led Zeppelin, Black Sabbath, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Mötley Crϋe, Guns N' Roses, Nirvana, Metallica e molti altri. Il locale al quale mi riferisco è il Whisky a Go Go, posto sulla Sunset Boulevard di West Hollywood, California. Ed è proprio qui che gli Electrical Blast sono stati presentati attraverso uno showcase venerdì 20 settembre 2013. La band nasce da un'idea di Carlo Sutto e Carlotta Telloli nel settembre 2012. Nei primi mesi del 2013 entrano in studio (presso i JVGmusic) per la registrazione del loro primo album che viene intitolato “Prevent the Dog from barking with a juicy bone”. Dopo le prime copie distribuite e i primi concerti nella zona, nel luglio 2013 trovano la formazione definitiva con Enrico Battiston alla batteria e Angelo Perdomo alla chitarra e poco dopo firmano un contratto con l'etichetta discografica indipendente “Metalmorfosi Production” con la quale cominciano la collaborazione e fissano l'uscita ufficiale dell'album per il 15 novembre 2013, periodo nel quale comincerà il loro primo tour. Ad inaugurare questa collaborazione, gli Electrical Blast sono stati presentati allo storico “Whisky a Go Go” di West Hollywood. «È stata un'esperienza meravigliosa - afferma Carlo Sutto, bassista della band - partire e andare tutti insieme negli States per presentare il nostro primo disco in uno dei posti musicalmente più importanti della storia. La città è tanto grande, quanto bella, ma allo stesso tempo non troppo caotica. L'atmosfera al Whisky a Go Go, è familiare e nei camerini si è tutti amici e fratelli con i membri delle altre band: se agli americani piaci come persona e come musicista diventi subito uno di loro. E così è stato, abbiamo stretto amicizie con band che venivano da New York, dall'Oregon, dal Texas e dalla stessa California. E noi, che venivamo dall'Italia, eravamo quelli che attiravano più attenzione. Abbiamo parlato di come (purtroppo) funziona la musica in Italia e loro faticavano a crederci. Un altro mondo, un'altra cultura totalmente».
Alessandra Sartori