Un divano bianco, una libreria, un tappeto arancione, carta da parati in pendant con il tappeto, quadri impressionisti alle pareti, comodino, abat-jour e un busto di un imperatore romano, raro pezzo d’antiquariato. Questo è il lussuoso appartamento di Pierre Brochant (Nino Formicola, alias “Gaspare”) un ricco, affermato e rispettato editore parigino che, ogni mercoledì sera, insieme a quattro amici, soffocati come lui dal male di vivere, organizza una cena durante la quale i commensali prendono di mira alcuni ignari malcapitati, individuati nel corso della settimana precedente. Il gioco, alquanto spietato, viene vinto da chi invita al signoril convivio il “cretino dei cretini”. Quella sera Pierre sembra compiaciuto poiché è convinto di aver trovato un vero e proprio “cretino” adattissimo a diventare lo zimbello della serata. Sta già pregustando la vittoria quando la vittima designata fa il suo ingresso in casa. È il signor Francois Pignon,(Andrea Brambilla, alias “Zuzzurro”), un funzionario delle imposte, uomo elegante e distinto, ma anche ingenuo ed impacciato, sempre in giacca e cravatta con la sua inseparabile ventiquattr’ore, il quale pratica un hobby piuttosto insolito: costruire modellini di monumenti con i fiammiferi. Conosce tutti i segreti di quella passione dalla portanza delle strutture alla qualità del materiale da costruzione, tantoché, l’editore rimane davvero incuriosito da quello strano personaggio. Ciò che ancora non sa, però, è che conoscere un “cretino” cambia la vita. Totalmente. Da quel momento, infatti, la sua esistenza non sarà più la stessa: nel tentativo di aiutare il padrone di casa, bloccato a causa di un improvviso colpo della strega e abbandonato dalla moglie Christine (Alessandra Schiavoni), stanca di quel suo sadico passatempo, Pignon chiama il suo medico di fiducia ma, disgraziatamente, sbaglia numero e contatta dapprima l’amico Just al quale Pierre aveva portato via Christine due anni prima e poi, nel tentativo di scoprire dove sia finita la moglie, parla con Marlène, amante di Pierre, (Alessandra Schiavoni), donna eccentrica e un po’ matta, affascinata dallo yoga e dai mantra indiani. Da qui si sussegue una catena di equivoci e malintesi a non finire che si conclude con un finale davvero insolito. Con un duo comico ormai collaudato come quello di Zuzzurro e Gaspare, affiancato da un’ interprete come Alessandra Schiavoni, che gioca con maestria due ruoli opposti, quello dell’amante e quello della moglie, basta davvero poco per accendere il fiammifero di una comicità costruita ad arte che si origina da una battuta, da un inciso o anche soltanto da una parola mal interpretata. Un registro comico leggero, raffinato e divertente, dove gli oggetti scenici ricoprono un ruolo centrale e la tecnica dell’improvvisazione, attuata a seconda della reazione del pubblico in sala, trova largo spazio. Ecco allora che il cordless è senza fili per il semplice motivo che, secondo François, è straniero, oppure un numero viene digitato in modo errato solo perché il “cretino di turno” legge al contrario la rubrica telefonica. Grazie ad una scrittura drammaturgica perfettamente consapevole dei tempi comici, la platea che gremisce il Teatro Russolo, viene letteralmente travolta da un turbinio di risate, senza volgarità, nel quale non manca quella punta di saggezza, senza moralismo, che caratterizza la prosa comica, e che, alla fine della pièce, farà esclamare al protagonista: “Adesso ci penserò su mille volte prima di chiamare cretino qualcuno”.
Calliope
(Elena Toffoletto)