Cantar or io voglio caro lettor, /il sonoro timbro dei violoncelli/ che insiem si son riuniti/ per imitar l’humana voce/nella serata di sabato 13 april/ nella sala del Palazzo del Municipal Consiglio di Portogruaro/per il final appuntamento di questa Stagion Concertistica. E il cor canta ascoltando le dolci melodie di Gesualdo Da Venosa, musico del Cinquecento, compositor di madrigali. / Nelle sue Sacrae Cantiones, egli ben sa armonizzar il dolce suon degli archi./Con delicatezza entra il primo violoncel mentre gli altri lo seguon con la lor potente pienezza/ e il canto dell’anima/ divien, a poco a poco, un intima preghiera. / Nelle corti di Francia e d’Inghilterra/ si ricordan le lacrime che movon le passioni e le tristi cose dell’umana vita/ evocando momenti felici/ per tentar di sollevar i penosi pensieri degl’uomini con Alfonso Ferrabosco il Giovane, Francois Couperin e John Dowland, perché se la tristezza si vuol scacciar null’altro si può far che non pensar ad una breve, ma intensa, felicità./ Ma il gentil pubblico/ torna a sorridere quando al suo orecchio giungono/ le gaie, e leggere melodie del Duetto per violoncello e contrabbasso (a due celli) che Messer Gioacchino Rossini compose per puro diletto a diciott’anni insieme a suo fratello e quattro amici. L’anima trova poi pace e consolazion/ gustando Una furtiva lacrima/ aria composta dall’autor del famoso Elisir d’Amor/ nella fedele trascrizion per ensemble di violoncelli/ nata dalla fresca e fugace ispirazion d’Andrea Marcolini. / D’amor, di lacrime e di nostalgia racconta il bel testo/ ed un attento ascoltator può ritrovar tutti i passaggi e le struggenti note del noto lirico poema./ E, passando al Novecento, non ci resta che sorrider e ballar sotto la luna in una notte di mezza estate/ al vivace ritmo degli archetti e delle mani sulle armoniche casse dei violoncelli con Buonasera cara nonna di Seidelmann e con il festoso charleston di Dance Hall Suite di G. Keating/ e mutar così, velocemente, il nostro lamento in danza, per versare ancora commosse lacrime con la Pavane pour un infante defunte di Maurice Ravel/.
Un vero e proprio viaggio nel topos letterario del pianto e del sorriso in compagnia della musica barocca, quello proposto dall’Ensemble di Violoncelli composto da Jacopo Cesaratto, Andrea Marcolini, Irene Marzadori, Elia Moffa, Sorayya Russo, Caterina Vannini e Alberto Tecchiati, allievi del M° Giovanni Gnocchi, che, a mio modo di vedere, è stato molto edificante per il pubblico poiché ha dato la possibilità di riflettere in silenzio per poi aprirsi al sorriso sia per la scelta del repertorio, molto ricco e originale, sia per l’interpretazione, la padronanza e la sensibilità tecnico - espressiva mostrata dai giovani violoncellisti.