Colpisce la freccia di Marte e, sabato 1 settembre, all'ombra delle sue Allusioni, sulle note dell'Ara Trio, (Armando Battiston pianoforte, Roberto Bellatella contrabbasso, Marco Ariano batteria e percussioni), si incontrano i personaggi che hanno fatto la Storia e la Musica, da Che Guevara a Leonardo fino a Prometeo, in quell'era lontana, circondata dall'alone del mito, in cui l'uomo, con il dono divino del fuoco, “ha fatto il salto di qualità”. L'improvvisazione è la regina del jazz proposto dal Trio e i brani si cuciono addosso agli interpreti come abiti variopinti andando oltre ogni canone artistico. Il superamento di ogni convenzione, ha caratterizzato anche il primo concerto della rassegna Capolavori in libertà che ha avuto luogo lunedì 3 settembre presso il Teatro Comunale Luigi Russolo. Un grappolo di luci gialle illumina i giovani volti dei componenti del Merel Quartet (Mary Ellen Woodside, Meesun Hong, violini Ylavali Zilliacus, viola Rafael Rosenfeld, violoncello), mentre una parte del pubblico, seduta sul palcoscenico, su comodi cuscini, ascolta attentamente l' esecuzione. È proprio il sogno a chiederci di abbattere ogni barriera per stare in silenzio sotto la sua ala e lasciar andare i pensieri mentre volano le note della Serenata in sol maggiore per quartetto d'archi (Italianische Serenade) di Hugo Wolf e la tormentata angoscia delle “Metamorphoses nocturnes” di Gyorgy Ligeti, avvolge la sala, perchè, sotto il velo della notte, nulla è più come prima. L'incanto prosegue con la dolcezza del Quartetto in do minore op. 51 n°1 di Johannes Brahms e sfuma, per poi dileguarsi, con l'intensa emozione dell'Adagio dal Quartetto d'archi n°1 di Robert Shumann.
Elena Toffoletto