La notte scende come una silenziosa dama come nel 1717 sul Tamigi. Le fastose e festose note delle “Water Musick” di Handel, e quelle dell’”Allegro” e della “Scaramouche” di Telemann, eseguite dall’orchestra barocca “Il Suonar Parlante”, diretta da Vittorio Ghielmi, riempiono l’aria tersa di buio. Ed ecco il sogno, gentiluomo dai modi discreti ed eleganti, giungere tra gli applausi di un pubblico pieno di stupore e meraviglia, in occasione della serata di apertura del 30° Festival Internazionale di Musica. Sono le ninfe, sue fedeli compagne, che abitano i miti e le menti degli eroi, (interpretate dalle studentesse del laboratorio di regia del Corso di Laurea magistrale in Teatro e Arti Visive della Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia) a danzare in suo onore creando sinuose figure che ben si addicono alle melodie proposte dall’orchestra, nella quale ogni strumento mantiene nella complessità dell’armonia la preziosa ed insostituibile individualità del suo timbro sonoro.
Con il favore delle tenebre, alcune barche, provenienti da Concordia Sagittaria, fanno il loro ingresso sul Lemene con luci soffuse tra il rosso il verde e l’azzurro mentre, sulle pareti degli Antichi Mulini, vengono proiettate immagini che paiono oniriche visioni. Curiosi fantasmi neri traghettano le anime degli uomini dal giorno all’inferno della notte mentre una fanciulla di rosso vestita danza con loro. Le acque accolgono nel loro utero vibrante di vita, quel tripudio di immagini, luci, musiche e danze in una dimensione sospesa, senza tempo né spazio, dove si intrecciano, indissolubilmente, passato, presente e futuro in un’atmosfera altamente suggestiva ed evocativa.
Elena Toffoletto