In una recente riunione di una commissione consiliare, nel fornire consuete informazioni ai consiglieri, il sindaco Antonio Bertoncello ha letto un documento che si riferiva alle vecchie vicende (non ancora concluse sul piano della Magistratura), vicende poco esemplari del più importante ufficio comunale, quello urbanistico, determinante specie in un centro delicato e a rischio come quello di Portogruaro. Una relazione – inoltre – del Corriere Veneto, inserto del Corriere della Sera, citava il nostro “Borgo Storico” tra i primi dieci dello Stato Italiano. Aggiungendo però che anche il nostro centro storico, abbastanza conservato, rischia di essere spesso offuscato se non occultato dal nuovo; si ha l’impressione che privati, acquirenti, agenzie immobiliari, progettisti, costruttori e spesso anche amministratori pubblici, quando sono entrati nell’ “orto chiuso” della loro casa, dimentichino di essere cittadini.
NUOVI CONDOMINI IN CENTRO STORICO?
Nel centro storico e a circa 100 metri dalla Torre pendente e dal Municipio, è inconcepibile che si avanzi l’ipotesi, spesso camuffata da parole accorte, magari con l’avallo di tecnici e amministratori che presumono di poter agire in maniera non completamente coerente con la Costituzione e con il buon gusto, per soddisfare progetti – pur positivi – ma che non sono conosciuti o apprezzati dalla stragrande maggioranza della popolazione . Noi non siamo padroni del “bello” che ci attornia; ne siamo soltanto utilizzatori, con l’obbligo di conservarli intatti per i nostri figli.
LE PAROLE SONO PIETRE
Nel 2006 Bertoncello dava alle stampe un opuscolo riguardante “Il regolamento del verde”, e Ivo Simonella assessore all’ambiente e alla qualità scriveva: “Le aree verdi rivestono inoltre un ruolo di primaria importanza per le molteplici funzioni che sono chiamate a svolgere: ricreativa, sportiva, educativa, di arredo urbano, di conservazione del territorio naturale e rurale , di valorizzazione paesistica e di inserimento ambientale delle infrastrutture viarie e industriali”. E ancora: “La pianificazione dello sviluppo degli ambiti urbani deve tener conto in ugual misura sia degli spazi costruiti sia degli spazi a verde”.
AREE DA INTERVENTO
Pat, Assetto territoriale, Pua, Accordi di Programma, Nuovo Piano regolatore: tutto e di più, con forbita elocuzione di termini, panorami scientifici, citazioni
universitarie. “Le leggi – non ricordo l’autore – che regolano lo spazio in cui viviamo, non danno la priorità al gioco delle competenze fra Stato, Regione, Comuni e al “fai da te” delle decisioni finali nell’ufficio urbanistico (non sempre: ndr). Sono di fatto azioni (tutte consapevoli?) contro l’ambiente e contro i cittadini”. E io aggiungo che fa paura quando nel Pat si parla di opportunità di “ulteriore rafforzamento della capacità insediativa”. Che ci stanno a fare allora le circa tre mila abitazioni nuove che evidentemente sono state autorizzate non si sa per quale motivazione visto che sono chiuse: né vendute, né affittate. E ora pare che su certi fabbricati portogruaresi, sequestrati, veleggino le reti della mafia.
Concretezza: la Giunta intende razionalizzare – giustamente – in Borgo San Giovanni l’area dell’ex Fontego, vecchi e obsoleti fabbricati attigui al vecchio ospedale di san Tommaso dei Battuti, intervenendo anche nell’area dello stesso nosocomio e infine nella vicina area dell’Oratorio Pio X.
CHIAREZZA E TRASPARENZA
Dopo un lungo periodo di assonnato torpore, anche per motivi di carenza di personale adatto, si intende ridar vita a un Oratorio, moderno nelle strutture, che sicuramente tornerà ad essere riferimento importante per la gioventù. Operazione coraggiosa e costosa (quattro milioni di euro), del resto resa obbligatoria dalla dichiarazione di non agibilità di parte di alcuni immobili.
Nessun senile rimpianto del passato, solo spiace che – per motivi tecnici – (un grande posteggio sotterraneo da 270 posti auto per il comune e 800.000 mila euro), venga azzerato il campo sportivo che solitamente è la “bandiera” di un Oratorio e che ora vede sfrattati poco meno di un centinaio di ragazzi che da oltre cinquant’anni lo avevano utilizzato. Al suo posto una struttura da “calcetto”.
Inoltre sarebbe stato meglio un maggior coinvolgimento della gente. Ma probabilmente c‘è stato anche se io non me ne sono accorto.
IL SINDACO E I DOCUMENTI
In alcune interviste al sindaco sugli argomenti sopra accennati, Bertoncello ha “giurato” che – al di là di tante strane proposte che giravano in Comune, l’unico progetto che lui approverà riguarda un fabbricato, giochi e posteggio, il tutto riservato solo a chi frequenta l’Oratorio, che avrà una cubatura inferiore all’originale.
Ha escluso nella maniera più drastica che i cubi eccedenti il bisogno possano essere utilizzati per usi civili (condomini, uffici, posteggi pubblici et alias). “Non avrebbe senso – ha detto – e sarebbe scandaloso che in Centro Storico a cento metri dal Municipio sorgesse un altro borgo”, assolutamente utile – aggiungo – soltanto a speculazioni di aziende immobiliari a prescindere dal bello e dal sostenibile, aziende che puntano soltanto al denaro, solo al denaro, sempre di più.
UNO STRANO ACCORDO DI PROGRAMMA
Antonio Bertoncello sarà certo un uomo d’onore, ma non si capisce perché esiste un accordo di programma tra Comune e Proprietà dell’Oratorio, in cui si scrive testualmente: “Le volumetrie che la Parrocchia reputerà non necessarie alla realizzazione del nuovo Oratorio possono mutare destinazione d’uso in residenziale o direzionale – commerciale”. Perché non ci siano dubbi nello stesso accordo di programma, controfirmato ufficialmente dalla due parti, si scrive ancora: “Il Comune nell’ambito del Pat potrà altresì destinare sull’area in argomento, in accordo con la Parrocchia, ulteriori volumetrie destinate a usi pubblici”. A conferma del contrario di quanto più volte dichiarato da Bertoncello, in una recente intervista, un illustre amministratore da tanto tempo responsabile del delicato referato dall’urbanistica dichiara: “Nessuno potrebbe impedire alla parrocchia di riproporre un progetto edilizio che preveda tutta l’attuale volumetria, alla luce del Piano regolatore generale”.
Rispettosi completamente delle due autorità, auspico solamente che si mettano almeno d’accordo nelle dichiarazioni ufficiali che forniscono ai cittadini.
Poi in ogni caso, lasciando a chi ha il legittimo potere di decidere, dovremmo accettare quello che capita, sperando che Portogruaro non riceva un nuovo “vulnus”, e che quanto scritto qui non sia contrabbandato come una critica, ma semplicemente come un libero, democratico e rispettoso contributo positivo.
Ugo Padovese