“C’è un angolo della mente che non riesce a razionalizzare la paura del diverso e di ciò che non conosciamo, mettendo in evidenza tutte le nostre paure anche le più infantili. Il terrore di rimanere soli fa compiere tortuosi percorsi come in un racconto dell’orrore. Coppelia non è altro che il punto di partenza che ha come meta la ricerca dell’altro, ovvero l’Amore. È solo con questo indispensabile ingrediente che il sangue e la vita riescono a fluire dentro ad un corpo e a dare un senso all’esistenza. La ricerca disperata di voler donare la vita è semplicemente la necessità di amare”.
Con uno schiocco di dita il mago Coppelius, costruttore di giocattoli, dona vita alle sue bambole meccaniche che, in un coro di voci metalliche, iniziano a cantare un’allegra filastrocca. Così ha inizio Coppelia, l’avventura di una bambola meccanica e del giovane Franz che si invaghisce di lei e viene trasportato nelle pieghe e nelle piaghe profonde di un amore impossibile e ingannevole. Il balletto, nato dal genio e dalla creatività del coreografo, drammaturgo e regista Fabrizio Monteverde e proposto dalla Compagnia Junior Balletto di Toscana diretta da Cristina Bozzolini, è un viaggio nel Sentimento per eccellenza e in tutte le sue sfumature: forza, romanticismo, gioia, la passione, possesso, illusione fino alla più profonda tristezza. Questa rivisitazione della danza ottocentesca, liberamente ispirata al racconto L’uomo di sabbia di Ernest Theodor Amadeus Hoffman (autore. tra le altre, della famosissima favola Schiaccianoci e il re dei topi), presenta alcuni elementi fortemente originali e innovativi: l’armonica coesistenza dello stile classico e moderno, le musiche molto note al pubblico riadattate da Leo Delibes, il rosso dei costumi di Santi Rinciari e delle luci di Andrea Narese. Il tutto è coronato dalla perfetta sincronia delle otto coppie di ballerini che sembrano essere un unico corpo con la musica e il suo tempo. Un cammino sospeso tra la vita e l’eternità, a conclusione del quale la protagonista viene abbandonata esanime sulla scena poiché forse l’amore che può ancora sperimentare è e sarà solo e soltanto quello per il suo creatore ….
Elena Toffoletto