Egregio signor vice sindaco, prof. Luigi Villotta e per conoscenza al signor sindaco Antonio Bertoncello:
Da anni Lei ricopre ruoli importanti e delicati nel settore attinente l’urbanistica in generale. Quindi nessuno meglio di Lei potrebbe dare risposte chiare a noi cittadini che ovviamente non siamo esperti di queste faccende, anche se con quel poco di buon senso di cui siamo dotati e avendo orecchie per sentire e occhi per vedere, vorremmo porre alcune domande.
Le diciamo subito che a decidermi stati tre elementi; il primo: la sua gentilezza e precisione con cui qualche mese fa ha illuminato la cittadinanza con alcune note urbanistiche ma che però facevano riferimento al lontano 2008; in secondo luogo per la legittima curiosità di alcuni cittadini, non troppi purtroppo, che sono interessati a Portogruaro. Questo centro una volta aveva una sua precisa identità storica, architettonica, paesaggistica, che doveva essere lasciata in pace. Il nuovo, indispensabile, doveva essere programmato da un preciso piano regolatore, utilizzando spazi che non fossero frammisti – come è avvenuto – al “borgo antico”, oscurandolo, nascondendolo, frammischiando l’antico e il nuovo, con un mix che sta azzerando, come ha scritto recentemente anche il “Corriere della Sera”, l’unicità dell’antica Portogruaro. L’espansione della città risponde certamente a una esigenza indispensabile, obbligatoria ma, come è avvenuto in tantissime altre città murate d’Italia, senza ledere le caratteristiche ambientali che dovrebbero rimanere la prima vera grande ricchezza della nostra città. Si può rovinare il centro storico – come è stato fatto in continuazione dal secondo dopoguerra ad oggi – permettendo le costruzioni più sbilenche e redditizie, per pochissimi: fabbricati frammisti e sovrastanti l’antico, altri altissimi sproporzionati, banali tentativi di grattacieli “nani” accanto a costruzioni bisognose soltanto di ristrutturazioni interne, senza intaccare la struttura complessiva. Del resto, ed è il terzo motivo, lo stesso sindaco Bertoncello, invitando lo scrittore e giornalista Stella a Portogruaro per una conferenza–filmato sulla progressiva aggressione al “Bel Paese” ha dimostrato sensibilità a un problema che dovrebbe essere fatto proprio da tutta la Giunta, ma non solo a parole, egregio signor vice sindaco. Al sindaco e agli assessori il potere è stato conferito dal popolo, con l’obbligo morale di fare gli interessi del popolo e non degli speculatori molti attivi nel settore urbanistico e ora anche in quello delle centrali a biomasse che sono una disgrazia per la sanità della gente, per l’ambiente, il paesaggio e l’agricoltura dell’intero territorio mandamentale.
Queste le domande: nel recente 2011 quanti metri cubi complessivi l’Amministrazione comunale ha concesso ai cittadini (o meglio – di fatto – alle agenzie immobiliari) portogruaresi?
Sarebbe poi importante sapere quanti metri cubi sono stati già concessi da precedenti amministrazioni e realizzati successivamente, come i dieci ettari antistanti via Sigari o come gli ettari che riguardavano in viale Trieste l’area di sosta dei camper e che prima o poi saranno utilizzati. Da terreno di posteggio a terreno fabbricabile? Non hanno poi una scadenza le licenze edilizie concesse tre-cinque-sette- dieci anni fa?
Lei sa che Portogruaro dispone di circa due mila appartamenti nuovi sfitti; e mentre da anni i residenti diminuiscono drasticamente, il Comune sembra incline a soddisfare il grandissimo numero di domande di cittadini che pur avendo già una propria abitazione hanno chiesto al Comune di cambiare i loro campi in terra edificabile? Perché? E’ lecito?
Lei è d’accordo?
Nel foglio di auguri “Buone Feste” che ci è arrivato dal Comune, gli amministratori scrivono: “Stiamo lavorando sui progetti che riteniamo assolutamente prioritari per questo 2012, ovvero: modifiche alla viabilità; completamento dell’iter affinché gli Enti competenti possano realizzare la Residenza Sanitaria Assistita e la riqualificazione dell’area dell’Oratorio Pio X”. Permettere speculazioni edilizie a cento metri dal Municipio su uno spazio verde non penso sia opera meritoria, a parte l’assurdità urbanistica della scelta.
E’ possibile sapere come avete risolto l’organizzazione dell’ufficio urbanistico di Portogruaro, già oggetto di eccessiva curiosità da parte degli organi della Magistratura? Da questa amara esperienza avete acquisito la convinzione che gli amministratori hanno il dovere di attenzione a decisioni d’ufficio che, pur nella loro “correttezza legale” sono devastanti per l’ambiente?
A Portogruaro, legalmente, gli speculatori edilizi continuano a fare quello che vogliono. Via Camucina, Borgo San Giovanni, Piazza Dogana, Borgo Sant’Agnese: enormi agglomerati a distanza ravvicinata a monumenti storici a partire dal Trecento. Non si distrugge l’ambiente architettonico di Portogruaro soltanto buttando giù i palazzi (è successo) o raddoppiando la volumetria del Trecentesco palazzo comunale di Portogruaro (accadde nel secondo dopoguerra), ma anche permettendo un assedio di condomini assurdi nello stesso centro storico o cementificando tratti della fossa che un tempo era il primo presidio davanti alle mura.
Evidentemente non sono così “simplicius” da farle addebiti; annoto però fatti avvenuti, anche in un recente passato, affinchè questa Amministrazione non continui a permettere costruzioni a gogò, senza una linea, senza una programmazione seria che tenga conto del centro storico. Il Pat si scrive e le ricche consorterie decidono.
E’ inutile distrarre la cittadinanza con tante belle parole, con tante riunioni, che poi raggiungono una percentuale bassissima della cittadinanza. Nel Pat – tomi enormi di pagine – si scrivono i titoli delle scelte fatte da pochi e, di fatto, decise solo da chi comanda. Come nel vecchio gioco delle tre carte, anche se l’analogia non la riguarda assolutamente. L’urbanistica è la vera pietra di paragone della volontà di amministrare bene la comunità. Salvare quello che resta di Portogruaro dovrebbe essere un dovere non solo politico ma anche e specialmente etico, quindi cristiano.
“Dal Piano Casa nel centro storico? libera nos Domine”.
 Dire di no a certe richieste (come una seconda casa su terreno agricolo) misura la capacità politica e la responsabilità degli amministratori nei confronti dell’oggi ma anche del domani. Non è corretto permettere che il territorio sia “devastato” per interesse esclusivo di pochi, grandi, potenti, ricchi, o possibili amici, che se ne infischiano del bene comune.
La mia non è un’accusa ma solo un appello lecito e una speranza, magari tenue.
Se può rispondere a queste domande, senza restrizioni burocratiche rinviando le cause ad uffici oberati, i cittadini le saranno molto grati.
Diversamente ognuno si porterà sulla coscienza le responsabilità delle proprie azioni e decisioni.
Il “ballo” dei metri cubi deve finire a Portogruaro e solo gli amministratori che lo vogliano veramente, sono in grado di dirigere il fare.
Nel ringraziarla di una risposta che non riguarda solo il sottoscritto La saluto rispettosamente cogliendo l’occasione – mai tardiva – di un proficuo lavoro amministrativo anche nel 2012 e anni futuri.

Ugo Padovese