Preciso subito che le “attese” che cercherò di illustrare sono di carattere personale, ma ho la convinzione che possano rappresentare anche il pensiero dei pochi o tanti che seguono con un po’ di attenzione le strascicate vicende della città del Vescovo Gervino. Di lui e del glorioso inizio della storia cittadina, rimane oggi soltanto il “Premio” biennale. Gradito e prestigioso.
Innanzitutto ci attendiamo un “colpo di reni” da parte degli amministratori, che non dovrebbero, specie quelli della potente oligarchia che sostiene il Principe, svolgere soltanto un ruolo di attento, burocratico, premuroso e di semplice sostituzione dei dipendenti comunali, la maggior parte sicuramente in grado di far procedere bene e da soli le pratiche amministrative.
Vorremmo che fosse diminuito il numero dei poliziotti urbani, capaci certamente di maneggiare dietro una scrivania il Pc, lo strumento che nel Cinquecento fu brillantemente previsto dal portogruarese Delminio, come scrisse in un volume di cinquecento pagine e passa, il prof. Francesco Scaramazza, sindaco di Portogruaro (197 -1977) e che il capitano Colussi fosse autorizzato a gestirli in maniera diversa. Non farli sempre sfrecciare nelle frazioni, a piazzare nei lunghi, tranquilli e sicuri rettilinei gli ordigni pronta cassa, per i disgraziati autisti che transitano.
E perché un apposito comitato ha deciso di sciogliere, con il permesso speriamo del parroco, le corde della campane nel disastrato campanile pendente e suonarle comunque a distesa quando qualche vigile transita per il Centro Storico, dove in tutte le ore, ma specialmente nel tardo pomeriggio i limiti non sono assolutamente rispettati?
Per non parlare del trittico Via Spalti, Via Mazzini, Via San Francesco; spero che qualche assessore antifascista non abbia ordinato di non passarci perché il magnifico Borgo fu costruito al tempo di Benito.
Vorremmo che venisse sospeso l’invio, in copia gratuita, del periodico “10 in Salute” dell’Ulss n.10 con sede a San Donà di Piave ai cittadini del Portogruarese, viste anche le gravi difficoltà economiche del momento. A me sembra infatti che il periodico svolga egregiamente e in maniera anche non tanto subliminare il compito di pubblicizzare le “eccellenze” del presidio ospedaliero di San Donà di Piave, per il quale questa amministrazione comunale ha già previsto nel piano regolatore lo spazio perché possa trovar posto il famoso ospedale “unico” del Veneto Orientale. Ma il bello è che anche San Stino da tempo si è candidato, con tanto di spazio programmato, a ospedale unico, non ultimo anche il Comune di Torre di Mosto. E il Consiglio regionale? Invece di decidere al riguardo continua – così almeno la stampa locale – a far risuonare nell’aula frasi talmente “oscene” che i giornali si rifiutano di riportarle.
Cosa vorremmo ancora? Che fossero “elogiati” i sindaci dei comuni del Mandamento di Portogruaro che per motivi partitici fanno “lega” con San Donà, non disdegnando la proposta di ridurre Portogruaro, che nell’ultimo decennio del secolo scorso aveva il miglior ospedale della provincia di Venezia, in una semplice sede di pronto soccorso.
Vorremmo che Bertoncello tagliasse i ponti con il Sandonatese. La Conferenza dei sindaci istituita dalla Regione il 22 giugno 1993 con LR n 16, di fatto non svolge più la funzione per la quale era stata istituita, un organo non partitico che lavorasse per lo sviluppo dell’intero Veneto Orientale. Lobby, partiti, capacità di scelte di forza con istituzioni tutte dominate dalla Lega (Comune, Provincia, Regione) stanno esautorando gravemente il nostro ospedale, portando via reparti, funzioni e primari.
Se a nulla sono valse trentamila firme per bloccare la “rapina” del reparto di otorino, i sindaci che credono ancora nel Portogruarese abbiano il coraggio di inventare qualcosa e non lascino solo sulle spalle di Comitati volontaristici di affrontare una cosa così delicata come la salute.
E ci auguriamo che l’assessore di Portogruaro che è mancato senza giustificazioni a un’importante riunione della Conferenza dei sindaci, dia le dimissioni. Se fossimo una comunità civile quell’assessore avrebbe dovuto, ma è ancora in tempo, rassegnare le dimissioni. E’ inutile che restino per i tagli dei nastri. A quelli ci penserei anch’io che sono disabile, basta abbia una designazione del sindaco. Bertoncello è troppo solo e non deve perdere tempo per incarichi di routine. La città non può vivere dei soldi legati all’urbanizzazione. Non si può permettere di costruire su decine di ettari, quando ci sono più di 1500 abitazioni libere.
La forza, il valore, la validità di un amministratore si vedono in questi casi, quando si ha il coraggio di dire no, a richieste eccessive. Bisogna che il sindaco qualche volta abbia il coraggio di opporsi al cittadino o a certe incrostazioni hobbistiche, che come furono in grado in un recente passato di cementificare in maniera indegna gran parte della fantastica “Fossa Camucina” oggi con il cosiddetto piano casa allargato al centro storico, sarà da piangere. Siamo fortunati perché il nostro ufficio urbanistico, che di solito dice l’ultima parola al riguardo è al di sopra di ogni sospetto (così almeno spero), non va quasi mai sui giornali, i suoi dirigenti subiscono raramente romanzine. E’ già qualcosa.
Vorremmo che la Biblioteca Comunale non continui ad essere il “cesso” del Comune come ha detto e scritto Roberto Sandron, scrittore e laudato dirigente comunale, andandosene in pensione. Sindaco, vice sindaco e assessore alla Cultura non hanno battuto ciglia; non hanno risposto. E sono passati subito contenti e felici, al rinfreschetto di rito.
Vorremmo leggere nelle “veline” che ci giungono dal Comune non affermazioni autoelogiative, ma progetti scadenzati: perché la Giunta non ha realizzato una prima sede di Casa dello Studente, come mi aveva assicurato Bertoncello qualche anno fa in una intervista? Indicava anche la sede: nel locale che fu già dell’ente turistico e oggi, in Via Martiri, adibito a libreria.
Vorremmo che la mafia non contaminasse più il suolo del Veneto Orientale e che la fantomatica e ridicolizzata tangenziale Nord, già inaugurata anticipatamente per almeno un paio di volte, fosse veramente completata. Invece è ferma, né riceviamo più comunicazioni al riguardo.
Che fine hanno fatto i progetti di messa a punto definitiva degli uffici comunali in modo da poter utilizzare in maniera più consona il palazzo più bello di Portogruaro?
Vorremmo sapere poi se il Comune ha protestato quando un semplice acquazzone ha trafitto, sradicandolo, l’asfalto della Tangenziale non ancora aperta al traffico. Se basta la pioggia a sciogliere l’asfalto della Tangenziale, chissà cosa avverrà della “vecchietta” quando sarà aperta al traffico; se lo sarà. Vecchietta perché una strada può sopportare questa aggettivazione se sono passati cinquant’anni dalla sua ideazione, e non trenta come qualche assessore che insegnava materie tecniche, continua a sostenere.
Ho largamente superato lo spazio che mi è stato concesso; magari riprenderemo a fine anno per sentire le solite lagne di una maggioranza che mi sembra molto impacciata. Lei Sindaco, è solo! E goffi sono i tentativi di una opposizione che non mi sembra proprio all’altezza del suo compito, salvo il consigliere indipendente di minoranza, Sandro Florean che almeno in una lagnosa e contestata seduta consiliare ha tentato nobilmente di dar vita a un incontro pugilistico, sul ring prestigioso della Sala Consiliare. Purtroppo un vigile urbano troppo solerte ha interrotto l’incontro proprio quando Sandrino, “quel che fa el pan” , era pronto ad attaccare.
Un po’ poco per una riunione del Consiglio Comunale, che di solito ha un numero di spettatori inferiore alle dita di una mano.
E poi ci sarebbero delle brutte storie da raccontare: sull’assistenza agli anziani; sulla totale mancanza di un piano del traffico, ma non vogliamo aggiungere un’aggravante alla nostra tremebonda attesa delle bollette “inique”, cioè “non eque” , che stanno per arrivare addosso ai “sottani”. La scrittrice Imelde Rosa Pellegrini in un suo bellissimo libro, definisce “sottani” quelli che stanno sotto, proletari, non abbienti che sono diventati poveri e non hanno bisogno di cercare nel vocabolario il significato della parola “Fame”.
Ugo Padovese
Una voce nel deserto
...... con la speranza che non sia una voce nel deserto. Buon 2012 a tutti i PORTOGRUARESI che hanno a cuore la "loro città" Comunque sia .... grazie UGO
Risposta
Una voce nel deserto... Caro Giuseppe, vedo che anche lei è pessimista. E ne ha tutte le ragioni. Mio fratello, che è una brava persona, mi dice sempre di stare zitto, tanto non cambio nè Portogruaro, nè il mondo. Ma lui ha scritto una cinquantina di libri, almeno per testimoniare. E anch'io intendo testimoniare, sperando che qualcuno si aggreghi. Grazie per gli auguri che ricambio, Certo che vogliamo comunque bene a Portogruaro, ma possiamo almeno dire che non sono in molti a volerla conservare nella sua antica bellezza da tramandare a quelli che verranno. ugo padovese
io vorrei una città pulita
Una volta c'erano i cartelli "rispetta l'ambiente". Il Sindaco passeggia per la città? L'ha vista la ciclabile lungo il Lemene, l'ingresso dell'ospedale, il comprensorio della zona commerciale,i bordi delle strade?..la città è zozza,carte rifiuti e cicche ovunque. "Contiamo" in un loro appoggio questa Primavera quando il quartiere SanNicolò farà le stagionali pulizie al proprio quartiere degradato dalla continua inciviltà.Inciviltà che deve essere contenuta non certo con un sonno profondo,servono nuove energie per non andare a fondo. E per cortesia sostituite quelle assurde colonnine ( che paiono fatte apposto per gli atti vandalici) con dei faretti ad altezza piede un poco più corazzati invece di tappezzare continuamente opere mal realizzate e poco pensate.Uno scocciato cittadino,sveglia!
Risposta
Caro Federico, concordo con tutte le sue osservazioni; posso aggiungere che quando c'erano gli "stradini" le cose andavano di gran lungo meglio. Pulizie? Non solo cicche ma di tutto e di più: sputi sui portoni, escrementi dei cani che magari vestono "Armani" a guinzaglio di distinte signore impellicciate e ingioiellate, ma prive di educazione e di rispetto per il prossimo. E le macchie nere? Sono i resti del chevingum, che a grattarli non vengono via. E i vigili nel centro storico? Il capitano Colussi (ma anche lui obbedisce a ordini superiori) li manda solo a fare coreografia quando in Piazza ci sono le AUTORITA' per qualche cerimonia. Lei è solo scocciato? Io sono arrabbiato perchè poi mi devo leggere comunicati o depliant che parlano di Portogruaro come "Città gentile". Con i marciapiedi sotto i portici, che sembrano la "Via degli Alpini" tra le rocce, vicine alle Tre cime di Lavaredo. Cordiali saluti e auguri. ugo padovese
TRA SOGNO E REALTA'
Per il nuovo anno, mi piacerebbe che l’Amministrazione comunale di Portogruaro si rendesse conto che scavare sottoterra in centro storico per creare nuovi posti auto è pura idiozia, e perciò rinunciasse ad una simile operazione, utile senz’altro ai “signori del cemento” ma dannosa per la nostra bellissima cittadina, che così verrebbe ulteriormente sfregiata. La mobilità di una città andrebbe gestita disincentivando l’utilizzo delle auto e non creando ulteriori posti per ammassi di ferraglia su quattro ruote, inquinanti ed ingombranti. Magari creando corse di bus-navetta elettrici che spostano le persone da una parte all’altra della città, dalla periferia al centro e viceversa, incentivando le persone ad utilizzarli e lasciando a casa le auto, che verrebbero utilizzate solamente per i lunghi tragitti fuori città. Perché non pensare ad un progetto sulla mobilità in tal senso, usufruendo anche dei fondi europei? Gli esempi in tal senso non mancherebbero. Perché il Sindaco Bertoncello firma il patto dei sindaci per ridurre le emissioni di CO2 nel proprio comune e poi incentiva il traffico veicolare a Portogruaro creando nuovi parcheggi? (Ad esempio, un SUV emette circa 250 gr di CO2 per ogni Km percorso!). Mi piacerebbe vedere tutte le centrali a “biomasse” spente, e sapere che i bambini possono sperare di crescere in un ambiente più salubre e rispettoso della natura. Vorrei vedere più persone felici (vorrei dire tutte) che non hanno più di che preoccuparsi per la mancanza di lavoro, perché il comune, improvvisamente divenuto virtuoso, ha creato nuovi posti di lavoro attraverso una politica mirata alla graduale decrescita, incentivando l’autoproduzione di energia pulita, e di cibo, incrementando i mercati ed i negozi a km 0, introducendo anche la moneta complementare in grado di aumentare il potere di acquisto di tutti i cittadini, soprattutto quelli a reddito più basso. Vorrei che l’assessore Simonella, forse l’unico tra gli amministratori in grado di capire fino in fondo quello che intendo dire, (ri)prendesse a cuore questi aspetti, che un tempo, sono certo, teneva in maggiore considerazione. Ciao Ugo, grazie di tutto, auguri di buon anno a tutti.