Non saremo amici, ma certo conoscenti. Questo non basterebbe per disturbarla con queste mie note, che intendono essere sobrie, educate, cordiali, ma sincere. L’idea di scriverle mi è venuta quando ho sentito il suo appassionato intervento – che era anche un messaggio di speranza per i giovani – in occasione della presentazione del libro dello scrittore Antonio Venturin sulla storia calcistica della Fossaltese e di Fossalta. Il calcio coniugato con la società, i momenti gioiosi di un paese fatti di pallone ma anche di tante altre occasioni di vita quotidiana, con persone che lavorano, soffrono, amano. Venturin ha colto magnificamente tutti questi aspetti.
Io ho altre giustificazioni per la libertà che mi sono preso di mandarle questa lettera: ho trascorso bellissime vacanze estive a Fossalta con mio cugino “Cicci” che vi abitava; con il padre barista, o meglio oste, all’angolo vicino alla vecchia latteria. Ho vissuto momenti di grande emozione quando sono stato in grado di “vedere” Alvisopoli, il Municipio, la Tipografia (immaginata), il Mulino, le grandi stanze, cantine, magazzini per una vita autonoma. Alvisopoli che gode di una notorietà internazionale; ma poi ho ammirato quasi trasecolato, in un sito erboso di campagna, attorniato da una corona protettiva d’alberi, l’antichissima Chiesa di Santa Cristina, ristrutturata qualche tempo fa dalla Confartigianato di Portogruaro. Ho vissuto il pomeriggio della tragica tromba d’aria che molti anni fa ha devastato il paese. Dovevo scrivere la cronaca di una partita, mi fermai per telefonare al giornale lo straordinario evento perturbatore. Mi ricordo che il giorno dopo a Fossalta ci fu un matrimonio: segno che la vita continuava. Ho conosciuto alcuni sindaci, un Panegai battagliero nelle assemblee, prima ancora Livio Leonardelli che mi avviò come cronista di contado. Ho conosciuto e ammirato un grande direttore di una Biblioteca comunale, attiva, funzionante, creativa: Andrea Battiston.
La mia prima intervista su una rassegna giovanile del 1963, “Il Pozzetto”, mi fu concessa dal conte dott. Umberto Marzotto, di cui divenni amico fintanto che rimase a Portogruaro. Stimavo moltissimo Gaetano Marzotto l’antenato che inventò Villanova e Torresella ma ancora meglio il “liberismo etico” che a differenza del liberismo e del comunismo considera l’uomo non uno strumento per il solo aumento del capitale del padrone, ma come persona con doveri ma anche diritti, con dignità di lavoro e di vita, con possibilità di partecipare alla produzione economica con un ruolo sicuro e rispettato.
Non si stanchi: ho trascorso radiosi pomeriggi domenicali sul campo sportivo di Villanova; aveva anche le tribune, giocando con la Sfai di Marzotto, presidente il comm. Leo Corponi dirigente cordiale del personale della Holding e appassionato presidente della squadra giovanile che vinceva un campionato dopo l’altro.
Non posso dimenticare la quercia secolare di Villanova, l’ultima superstite di un bosco veneziano per il grande arsenale di Venezia.
Con Villanova sono arrivato al dunque: so che ha dei problemi, o dovrebbe averli con persone che sono preoccupate per la grande “stufa” dei Marzotto. Ammiro la sua sicurezza ma mi spaventa la sua incapacità di avere un dubbio, almeno un atteggiamento di attesa prudente. Dal camino esce il fumo, gli esperti dicono che ci sono le polveri sottili. Lei naturalmente e anche la Giunta e anche il consiglio avete il diritto di decidere, di approvare, di non accettare dubbi di sorta. Forse sarà anche arrabbiato con qualcuno che secondo lei grida troppo, teme il peggio, magari allontana il figlio o la figlia (non so) dalla scuola, perché ha paura. Lei ha detto che tutto va bene e io vorrei anche crederle. Ma ci sono tanti altri, esperti, scienziati, che dicono il contrario. Peccato che non siate d’accordo e così nasce la paura, il timore del futuro. E’ umano sindaco. La stufa produce una quantità enorme di elettricità. Ecco la domanda che le faccio: a cosa serve questa quantità gigantesca di energia elettrica a Marzotto? Ci sono nuovi stabilimenti in vista? C’è la bellissima prospettiva di assumere decine, centinaia di persone, magari migliaia (o poco meno) come ai bei tempi? E oggi purtroppo, altro che potenziare (parlo in generale) c’è invece la voglia di delocalizzare; liberismo, businnes, qualche industriale dice sopravvivenza. O non sarà mica la produzione di energia alternativa, l’ultima novità in fatto di industria? Speriamo di no. Una volta c’era il muro di Berlino, ma tra i Comuni ci sono soltanto confini istituzionali immateriali; niente barriere che trattengano i fumi. Arriveranno anche dalle mie parti i fumi ? Mi dispiacerebbe molto. Ricordo i fumi della Perfosfati a Portogruaro, specie con la bassa pressione; protestammo fino a quando il Pretore la fece chiudere. Ma intanto i fiori e le piante delle case che un “folle” piano regolatore del Comune di Portogruaro aveva autorizzato a “sostare” vicino alla fabbrica, apparivano, rosi, essiccati, bruciati dal fumo del camino della fabbrica. I danni dei fiori si potevano vedere, non quelli delle persone. Con i tempi che corrono sarà difficile che qualche coraggioso Davide riesca a bloccare Golia, ma sarà già importante se l’accorata protesta della sua gente lo facesse più prudente, meno sicuro a priori. Speriamo che tutto vada bene, come mi sembra lei affermi con i suoi collaboratori. Ma da cosa deriva la vostra sicurezza? Per l’Italia ci sono altre “stufe” da tempo in moto che hanno creato problemi , grossi problemi.
Terranno i filtri di Golia? Qualcuno ne dubita. Non ne ha diritto?
Mi scuso per la libertà che mi sono preso, ma intanto attendo anche i tanti camion che a Portogruaro con i “ceppeti” passeranno per viale Isonzo poco lontano da casa mia. Mi scuso ancora e la saluto cordialmente, augurandomi che i dubbi sofferti, e secondo molti giustificati, di tanti suoi cittadini non comportino in futuro i malanni ora prefigurati. In questo caso saremmo tutti felici. Speriamo.
Ugo Padovese
(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)
INCENERITORI E PD
Il vicesindaco di Portogruaro, Luigi Villotta, ha avuto l'accortezza di rispondere alla lettera aperta a lui indirizzata. Chissà se Anastasia farà altrettanto! Forse è troppo impegnato a racimolare i sette milioni di euro per sfondare le strade comunali per il teleriscaldamento! Non si comprende perché il PD, soprattutto le giunte comunali di Portogruaro e Concordia Sagittaria continuino a tollerare simili comportamenti ed affermazioni di un loro "compagno", senza tra l'altro mai pronunciarsi sul nonsenso costituito dall'inceneritore Zignago Power (un danno enorme per tutto il territorio, ma evidentemente non per tutte le persone...). Questo la dice lunga sulla linea politica tenuta dal PD riguardo alle centrali a biomasse! Oramai, anche a livello nazionale questo partito di finta opposizione si è bruciato con le sue mani, dimostrandosi inadeguato, anacronistico, supponente, sempre in ritardo nel cogliere il vento di un possibile cambiamento che al suo interno non è mai avvenuto, se non nel nome. In pratica il PD è un partito che anche se dovesse competere da solo, riuscirebbe ad arrivare secondo!