Da un po’ di tempo il problema degli ospedali del Veneto Orientale, tre nel Sandonatese con 377 posti letto e uno solo a Portogruaro con 230 posti, appare con una certa insistenza nella stampa. E a dire il vero se abbiamo qualche notizia su queste importanti strutture per la sanità dei cittadini, a volte ci arrivano da un simpatico e astuto oracolo greco, dall’amico e bravissimo collega Maurizio Marcon. Anche venerdì 14 ottobre nella pagina XXXIV dell’inserto veneto del Gazzettino, Marcon affronta, in maniera un po’ sibillina il problema. Si parla, come al solito di ospedale unico e Marcon riesce ad avere una dichiarazione precisa e virgolettata da Andrea Tamai , sindaco di Teglio Veneto del Mandamento di Portogruaro, presidente dei sindaci della sanità.
Questa la perentoria dichiarazione di Tamai. Così almeno come riportata dal mio collega: “L’ospedale unico in un’unica struttura e al posto dei due ospedali di San Donà e Portogruaro altrettanti servizi di Pronto Soccorso, magari raddoppiati, il centro di riabilitazione a Jesolo e una RSA a Portogruaro”. A dire il vero la RSA è quasi una favola che si trascina da parecchi anni, anche se l’Ospedale vecchio di Borgo San Giovanni è una struttura pronta e disponibile da sempre, certo con la necessità di lavori di messa a punto.
Quando Portogruaro si lagna, qualche dirigente sanitario telefona da San Donà di Piave e assicura il sindaco Bertoncello che la Città del Lemene sarà presto dotata di una RSA, residenza sanitaria assistita. Per vecchi. Quello che appare strano nel servizio di Marcon, che ovviamente scrive quello che persone istituzionalmente e legalmente elette affermano, è che San Donà di Piave dovrebbe diventare un pronto soccorso.
E fino a poco tempo fa voci correnti lo davano invece in pool position per diventare quel grande ospedale unico, la cui sede viene ipotizzata invece in un sito tra Annone Veneto e San Stino di Livenza (a questo punto meglio a San Stino che almeno può vantare un grande poeta, Romano Pascutto, le cui bellissime poesie potrebbero dilettare i convalescenti o funzionare da analgesico per i sofferenti).
E l’annuncio di Tamai sarebbe conseguente a incontri con dirigenti sanitari regionali e dell’Uls 10. Ma nello stesso servizio Marcon scrive che San Donà è in attesa di accogliere l’ostetricia e ginecologia con 29 posti letto e parte della già ridotta struttura di Cardiologia di Portogruaro. C’è poi da tener conto che autorevolmente l’assessore regionale Stival dichiara che per il momento di ospedale unico, neanche a pensarci – anche se lo reputa necessario in futuro – per carenza di spiccioli, che poi si tratterebbe di milioni di euro. Ma se nel frattempo si esigono, giustamente, strumentazioni di alto livello, adeguate ai tempi e alle necessità, anche per evitare le fughe dagli ospedali dell’Usl 10, con spese altissime da parte dell’Unità sanitaria a favore di altre Uls, è ovvio che non ci saranno i soldi per doppioni delle stesse modernissime e costosissime macchine. E San Donà che transita – pare – oltre i 45mila abitanti, che non ha mai nascosto il “legittimo” desiderio di diventare l’ospedale “1” del Veneto Orientale, che gode – beato lui – di formidabili rappresentanti politici a tutti i livelli, dal Comune, alla Provincia (eventualmente alla Provincia- regionale), dalla Regione al Governo, si accontenterà di diventare pronto soccorso?
E’ ovvio che problematiche simili devono essere decise dalle competenti autorità politiche e sanitarie, sperando che la scelta – come avverrà senz’altro – sia fatta solo sul merito, è giusto. Sicuramente i portogruaresi non raccoglieranno più migliaia di firme di protesta come nel passato; un inutile dispendio di energie, né si potrà pretendere che le scelte siano prese in un’ “agorà”. La legge non lo prevede in questo Stato più o meno democratico, né le piazze odierne sono abbastanza ampie per contenere tutto il popolo. I portogruaresi sanno che il sindaco Antonio Bertoncello sta difendendo la “pretesa” di Portogruaro di poter usufruire di un proprio ospedale di rete, che fino agli anni Novanta del secolo scorso era stato giudicato il nosocomio migliore di tutta la provincia di Venezia; nò certamente per posti letto, ma per servizi eccellenti ai ricoverati. Il Mandamento di Portogruaro era allora da solo, nella solitaria ed efficiente Unità sanitaria 14.
Oggi le cose sono cambiate; ne prendiamo atto; al sindaco Bertoncello che non pare abbia l’appoggio neppure dei sindaci del Portogruarese, chiediamo che almeno la gente (anche se non decide e del resto da tempo non vota neppure i parlamentari) sia serenamente informata.
Bertoncello fa quello che può e dicono che lo fa con forza. Ma non può far miracoli. Quello dell’ospedale unico è un falso dedalo, un labirinto ingannevole per gli allocchi; io mi permetto di ipotizzare, solo ipotizzare, che in verità ci sia un filo d’Arianna che porta sulle sponde di un fiume che una volta “mormorava” e oggi “comanda”.
Ugo Padovese
(immagini di Fotoreporter - Portogruaro)
Ospedale di San Donà contro Pordenone
San Donà vuole l'ospedale unico a spese della regione leghista con la complicità di Paolo Stocco, quello di San Stino è lo specchietto per gli stupidi. Lo spiega molto chiaramente Giovanni Cagnassi su SanDonà24: http://www.sandona24.org/forum/index.php?topic=2273.0 San Donà deve capire che i portogruaresi andranno a Pordenone che è semplicemente migliore.
Risposta
Egregio signor Martino, si tratta di una telenovela mediatica ordita, a mio avviso, da lobby affaristiche, alberghiere e partitiche, che hanno attinenza alla Lega, che comanda a San Donà , in Provincia e in Regione. Non ho letto il servzio cui lei accenna, ma mi sembra che più che "ospedale di San Donà contro Pordenone" sia ospedale di San Donà contro Portoguaro. Specchietto per gli stupidi? In realtà nella stampa si è letto di tutto e di più, per stornare l'obiettivo che potrebbe essese senz'altro la volontà di fare dell'ospedale di San Donà di Piave, il mitico "ospedale unico". E la stampa oltre a indicare San Donà, aveva indicato San Stino e poi addirittura Torre di Mosto. Sul dove andare sono d'accordo con lei: preferirei rimanere in un ospedale di rete a Portogruaro, ma diversamente mi andrebbe bene certo Pordenone. A San Donà, eventualmente, ci possono andare i Padani, così vedono anche il Piave che una volta mormorava, ora pretende di comandare. Non a caso nel Sandonatese gli ospedali sono tre: Jesolo, Rizzola, San Donà. Con tanti saluti alla giustizia. E la Regione? stanno litigando senza decidere nulla. Le auguro un Natale sereno. U.P.