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Cronaca
“Salva la tua lingua locale” porta il friulano concordiese a Roma
21-12-2024

“Salva la tua lingua locale” è l’evento che rappresenta una delle iniziative più significative per la valorizzazione delle radici culturali italiane. Questo progetto è giunto alla sua 12° edizione, dalla sua nascita nel 2013, il premio ha raccolto oltre 3000 candidature e ottenuto prestigiosi riconoscimenti istituzionali, tra cui il patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera dei Deputati, nonché della Commissione italiana per l’UNESCO e del Ministero della Cultura. Un posto di rilievo spetta al contributo del professore emerito Tullio De Mauro, che con il suo inestimabile rapporto ha contribuito a far conoscere ed ampliare il premio anche in ambito accademico, rafforzandone la portata culturale e scientifica.  
Il premio nazionale, SALVA LA TUA LINGUA LOCALE aperto agli autori in lingua locale o lingua madre è articolato nelle seguenti sezioni: Poesia edita e Poesia inedita, Prosa edita, Prosa inedita, Musica e Teatro. Quest’anno alla giuria sono pervenute oltre 400 opere.

Nella sezione  premio Tullio De Mauro, ha partecipato il Fogolâr Furlan “A. Panciera” del Veneto Orientale (VE) risultando tra i vincitori con il dizionario della parlata friulana di Summaga PARLA’  ‘NA VOLTA PARLAR ADES , con la seguente motivazione da parte della commissione scientifica del premio: “Ottimo lavoro di ricerca e documentazione relative al lessico (nell’eccezione più ampia, e con attenzione alla toponomastica del dialetto di Summaga, con attenzione alla descrizione dei caratteri originari e degli influssi veneti provenienti da Portogruaro”.

Un lavoro di ricerca linguistica come strumento di inclusione culturale. Le lingue madri come ponti tra passato, presente e futuro. Beni da preservare come patrimonio culturale locale e nazionale, allo stesso tempo. Questo il senso del premio “Salva la tua lingua locale”, riconoscimenti che sono stati consegnati presso la sala Protomoteca del Campidoglio a Roma.   
L’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia organizza questo premio nell’ambito delle attività di promozione turistica nazionale volte alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale del nostro Paese. 
Il 7 dicembre, a Roma, una delegazione del Fogolâr Furlan “A. Panciera” composta da Lauro Nicodemo, Lina Milan, Ugo Perissinotto, Gianfranco Brun e Antonio Cotugno, ha partecipato alla cerimonia di consegna del premio nella più prestigiosa sala del comune di Roma. 
Il risultato ottenuto quest’anno va ad aggiungersi a quello dell’anno scorso con il primo “Dizionario Concordiese seconda edizione di Ugo Perissinotto: “ottimo lavoro sulla varietà concordiese del friulano si legge sulla motivazione – descritta nel suo vocabolario peculiare in due apprezzabili raccolte anatropo – e toponimiche notevoli, a rappresentare la comunità studiata, le immagini dei luoghi e delle persone delle quali si studia la parlata”.

I risultati ottenuti ci rendono orgogliosi come territorio che appartiene da oltre 1600 anni alla diocesi di Concordia – Pordenone, anzitutto come friulani che dimostrano una vivacità culturale, se pur tra mille difficoltà. Mantenere in vita la lingua madre significa mantenere in vita la storia, le tradizioni, l’identità e la cultura del nostro territorio. Dobbiamo chiedere alle Istituzioni, alla Scuola un impegno progettuale per mantenere vive le nostre parlate, in cui le singole parole hanno una musicalità e un potere evocativo davvero unici, capaci di trasformare i vocaboli in emozioni. Un patrimonio che dobbiamo salvaguardare e tramandare alle nuove generazioni.
Questi risultati possono aumentare il prestigio e la vitalità della lingua minoritaria anche se quest’ultima è presente nelle attività culturali soprattutto a livello di associazioni culturali come ad esempio nel portogruarese nelle iniziative e pubblicazioni del Fogolâr Furlan. 
I loro riconoscimenti avvenuti nella capitale ci portano a fare una riflessione per quei Comuni che hanno visto accettare la loro richiesta di far parte dell’ambito territoriale della friulanità” della Regione Veneto. Portogruaro, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, San Michele al Tagliamento e Teglio Veneto. Il friulano, almeno alcuni decenni fa anche in Friuli, a Udine e nelle aree friulane del Friuli Venezia Giulia, come una lingua “ancella”, era una varietà che si usava malvolentieri per non fare trapelare le proprie origini contadine. Eppure oggi, a partire dal terremoto del 1976, c’è una riacquisizione delle radici, e c’è un ritorno, anche con sofferenza, se si vuole, a quello che si è nella realtà, e cioè possessori di una straordinaria lingua che è come una spugna, che ha assorbito la nostra storia nei secoli e la tramanda ancora oggi. 

Nel mese di settembre di quest’anno nella sala consigliare del comune di Teglio Veneto alla presenza dei Sindaci dell’ ambito e delle associazioni culturali friulaniste sono stati presentati da Luca Melchior, docente a contratto di linguistica slava e tedesca presso l’Università  Alpen – Adria- Universität di Klagenfurt am Wörthersee (Austria), già Professore ordinario di ricerca sul Plurilinguismo presso la stessa università. L’analisi dei dati ha mostrato una situazione di forte sofferenza del friulano, il cui uso nella famiglia e con gli amici è limitato pressoché assente dalla comunicazione più formale e istituzionale. L’abbandono del friulano non avviene tanto a favore del veneto, quanto dell’italiano, lingua dominante in tutti gli ambiti comunicativi indagati. Pare preoccupante che tra le ragioni per il non utilizzo del friulano un ruolo non secondario sia assunto da atteggiamenti negati o perlomeno di indifferenza verso tale lingua, non ritenuta adeguata alla comunicazione istituzionale, ma nemmeno per la comunicazione con i figli e nipoti. Se tali atteggiamenti sono comprensibili nelle generazioni più anziane, spesso con politiche di dialettizzazione e stigmatizzazione sociale del friulano, oltre che con il pregiudizio che l’apprendimento di tale lingua avrebbe reso difficoltoso l’apprendimento dell’italiano, stupisce che essi siano presenti anche nelle generazioni più giovani, come dimostrano i dati sulle ragioni di non utilizzo nella comunicazione tra i figli. 

I risultati a livello nazionale delle nostre opere sono lì a dare dignità a questo idioma. Questi  ricercatori e i poeti locali ,  rappresentano la volontà di continuare un discorso di lingua madre che ha un significato crescente, che crea una letteratura specifica che non abbandona il percorso come possono avere fatto altri, anzi lo traccia con solchi sempre definiti contribuendo a costruire una lingua che ancor oggi (si veda l’insegnamento della lingua madre nelle scuole) ha necessità e diritto di essere creata non solo attraverso la lingua in sé ma  anche per mezzo dell’uso che di essa ne fa in letteratura.
Ricordiamo il compianto Natalino Simon di Fratta di Fossalta di Portogruaro dove il tema dominante era la mamma, le case contadine, l’emigrante ecc. per restituire a noi il racconto di storie che già sapevamo ma dalle quali non abbiamo voluto prendere coscienza. Natalino, un poeta di piccoli paesi Fratta, Teglio capace di approfondire la lingua trasformandola in ricordi della realtà rurale, con vocaboli ricercati tra le persone più anziane dei paesi, per mantenere in un grido poetico di sofferenza le sue radici, e mettere al confronto la saggezza popolare con quanti hanno portato avanti questo mondo.  
Lo studio delle lingue locali le diverse iniziative non vanno intese come un nostalgico ripiegamento su sé stessi e su identità divisive, ma possono costituire oggi una componente importante dei processi di integrazione e di costituzione delle comunità, ora ulteriormente arricchite dai movimenti migratori, che ci mettono in comunicazione con altre culture e altri popoli. 


Nicodemo Lauro
Presidente Onorario Fogolâr Furlan “A. Panciera”

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