Venerdì 8 Dicembre 2023 alle ore 17.00 inaugura la mostra “Eyes to Feel - the bare soul”, la seconda mostra collettiva della biennale di fotografia di Portogruaro che vede la partecipazione degli artisti internazionali Marie Le Gall, Laura Sgherri, Jesse Van Den Berg e Lydia Metral. L’animo a nudo non vuole soltanto riferirsi agli intimi scatti di nudo artistico, bensì alla ricerca ed espressione visiva di tematiche profonde ed interiori che questi quattro artisti affrontano con delicatezza ed onestà. Questa mostra vuole evidenziare temi di profonda importanza ed attualità, attraverso un linguaggio poetico e diretto come può essere la fotografia. Ognuno di questi artisti ci propone una differente visione della nudità più apparente, quella fisica, e della vulnerabilità più nascosta, personale ed interiore, delle anime dei loro soggetti.
La giovane fotografa Laura Sgherri attraverso la sua serie fotografica “Dialoghi tra corpi” crea una condivisione di visioni, uno scambio, un dialogo tra il suo corpo ed il corpo dei suoi soggetti. La curiosità fa da motore, la necessità di condivisione fa da sostegno. L’esperienza di osservare ed essere osservati diventa una presa di coscienza dei preconcetti che si innescano automaticamente.
L’artista olandese Jesse van den Berg presenta il suo progetto “Torsos" che esprime la sua fascinazione per i temi dell'intimità, della sessualità, del corpo nudo e del loro rapporto con il suo essere. Attraverso lens-based medias ricerca la sua definizione di queerness e di intimità e li esplora entrambi osservando attentamente le dinamiche di potere che si sviluppano intorno alla lente.
Marie Le Gall, con il suo progetto fotografico “De nacre et d’os” traccia la storia di un'infanzia felice e una storia di violenza e della sua integrazione con gli abusi sessuali che ha subito in seguito, dall'età di 20 anni fino ad oggi, in diverse relazioni. Come ulteriore conseguenza delle violenze subite, le è stato diagnosticato recentemente il virus dell’HSV-1-2. La coraggiosa giovane artista vuole documentare il viaggio di sé stessa, del suo corpo e della sua evoluzione personale nonostante le tragiche esperienze vissute.
Infine, Lydia Metrál presenta “It takes time to heal”, un progetto sulla fragilità e la resilienza, una serie di fotografie, combinazioni di immagini scattate negli ultimi cinque anni. È il suo modo di trascendere il dolore, l'ansia della vita quotidiana, di andare oltre le sue paure, nel tentativo di rendere universale l'esperienza umana, di raccogliere e unire le persone.