I dati relativi ai casi di contagi nelle case di riposo dell’Ulss4 sono tra i più bassi della Regione Veneto. Al 22 aprile, infatti, su circa 1200 ospiti nelle residenze solo 37 sono risultati positivi al Coronavirus, ossia il 3% del totale (la media regionale si attesta sul 6,4%). Le case di riposo dove non si registra nessun contagio sono 11 su 13, pari all’85%, una percentuale molto più alta della media regionale che si attesta al 74,4%. In questi giorni è iniziato un secondo ciclo di screening che hanno interessato e interesseranno anche il personale dipendente. Gli ospiti e gli operatori Covid-positivi sono stati posti in isolamento e stanno bene, pur considerata la ragguardevole età degli anziani che quasi sempre già presentano patologie di base.
“Di fatto, se si esclude la struttura di Cinto Caomaggiore che è stata volutamente attivata come centro per accogliere pazienti Covid positivi dimessi dall'ospedale e in via di guarigione - osserva il direttore dei servizi sociosanitari, Mauro Filippi - allo stato attuale i contagi riguardano una sola struttura, la Residenza Francescon, ove si è manifestato un focolaio, che si sviluppa facilmente in presenza di persone anziane che riescono con fatica a rimanere isolati e questo è comprensibile perché hanno bisogno anche di muoversi, non sopportano facilmente l'uso delle mascherine e soprattutto in presenza di demenza riescono con difficoltà a rispettare le regole dell’isolamento sociale. Questo ha portato ad una rapida diffusione del virus tra gli ospiti di uno stesso nucleo e purtroppo ad alcuni decessi di anziani che presentavano già diverse patologie croniche di base. La situazione è stata gestita correttamente, applicando da subito le indicazioni di sanità pubblica più opportune, in potenziamento al personale già presente sono stati reclutati infermieri e operatori socio sanitari, alcuni operatori sono stati inviati anche dall’Ulss4”.
La presenza del virus non ha comunque bloccato le attività di tutti i giorni, gli ospiti vengono assistiti e possono mettersi in contatto con la famiglia grazie alla tecnologia, i rapporti con l’Ulss e la Regione sono costanti per monitorare la situazione. Nel frattempo, continuano anche le forniture di dispositivi di protezione individuale per le strutture che ne erano sprovviste, la formazione in merito alla gestione dei casi da isolamento e la valutazione sul posto delle soluzioni logistiche ed organizzative più adatte rispetto alle caratteristiche della struttura stessa.