L’emergenza Covid-19 ha imposto la chiusura a molte attività produttive. Ad oggi, la situazione in Regione appare grave, con la sospensione del 64,2% delle imprese artigiane e del 53,2% delle imprese non artigiane. Nel nostro territorio portogruarese, a preoccupare sono le criticità del comparto economico dell’artigianato. Dai dati in possesso da Confartigianato Imprese Veneto Orientale e relative alle imprese associate, a fronte di una chiusura complessiva delle imprese in Regione, il Portogruarese registra un’impennata delle sospensioni. Le aziende artigiane, coperte dal Fondo di Solidarietà Bilaterale Artigianato (FSBA) hanno una percentuale di chiusura del 83,94% e di sospensione degli addetti al 82,08%. A risentirne di più, è il settore dell’edilizia ormai vicino alla completa chiusura con percentuali che vanno oltre il 95%. Nel nostro territorio, delle circa 2400 aziende, un terzo delle quali fa parte del settore edile, oltre 2100 si trovano nella condizione di sospendere la propria attività, con una mancata produzione di circa 2 milioni di euro per le sole imprese artigianali.
“L’articolata struttura organizzativa del mondo artigianale - afferma il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Orientale, Siro Martin - reagisce con forza, determinazione ed immediatezza sostenendo le imprese, che al momento (almeno fino al 25 aprile) sono completamente finanziate dai versamenti effettuati negli scorsi anni attraverso la contribuzione FSBA e l’aliquota INPS per CIGO nell’edilizia. Protraendosi questa situazione oltre il 25 aprile 2020, data in cui è previsto il termine dei fondi raccolti da FSBA, anche le aziende artigiane del nostro territorio dovranno, ad esclusione del settore edile, utilizzare la cassa integrazione in deroga per nove settimane, oltre ad ulteriori quattro settimane messe a disposizione dalla Regione Veneto”.
E aggiunge: “La situazione è grave: spero che il Governo non rimanga sordo e miope di fronte ad un’emergenza che richiede interventi mirati per rimettere in piedi il nostro tessuto economico, ma soprattutto iniziare a ragionare su concrete misure per la prossima e imprescindibile ri-partenza delle attività. È importante che tutte le strutture locali, pubbliche e non, si interroghino per capire l’ulteriore impatto negativo che potrà avere su tutto il tessuto economico, e sicuramente sulle attività di servizio dell’artigianato, una partenza ritardata e con il freno a mano tirato della stagione turistica. Mi auguro che almeno questa volta l’intero territorio si faccia portavoce di un appello univoco delle rappresentanze delle imprese e delle Istituzioni per trovare soluzioni percorribili, immediate e adeguate alla nuova realtà economica che ci si prospetta”.