Entra nelle fasi finali l’impresa di Fabiano Faorlin. Partito lo scorso 18 aprile da Liegi in Belgio, ha intrapreso un viaggio di 1126 km, percorsi rigorosamente a piedi, che lo porteranno il 30 aprile a Portogruaro. Un modo originale per festeggiare i 90 anni del padre Vittorio, che attende con trepidazione l’arrivo del figlio. Fabiano arriverà a Portogruaro, in piazza della Repubblica, nel primo pomeriggio di giovedì dove ad attenderlo ci sarà una cerimonia.
Fabiano sta ora affrontando la parte finale del percorso. Per supportarlo durante la seconda fase della sua impresa che lo ha portato in Italia, il fratello Gianfranco e la cugina Paola sono partiti da Portogruaro in camper.
Fabiano si trova in perfetta tabella di marcia, aiutato in questo dalle buone condizioni climatiche. Dalla partenza ha tenuto una media giornaliera di 10/11 ore di cammino. Qualche problemino dovuto alle vesciche ai piedi, che vengono trattate con pomate dalla cugina. Ma sta procedendo con tenacia e determinazione nella sua impresa. Fondamentale è l’alimentazione, ma soprattutto l’idratazione per chi percorre molte ore a piedi. Fabiano beve circa quattro litri di acqua al giorno, ai quali va aggiunta anche una bevanda ricca di vitamine. Si nutre con barrette e biscotti durante il giorno, mentre la sera mangia pastasciutta, pane e formaggio. Appena entrato in Italia, in omaggio alla nostra tradizione, si è concesso una pizza alla verdure.
Un viaggio che ha riservato anche qualche piccola sorpresa. Il secondo giorno Fabiano ha trovato chiuso l’albergo che aveva prenotato. Ha scelto quindi di pernottare in un ristorante vicino, gestito da una famiglia di greci. A Bitz, un paesino della Germania, è entrato in un bar, gestito da greci, e ha incontrato una famiglia di siciliani.
La tappa fissata per oggi è l'arrivo a Vittorio Veneto. Manca dunque poco all'approdo nella città del Lemene. Il padre Vittorio attende con ansia questo momento. E domani sera sarà per lui una grande festa, con una cena che i familiari hanno organizzato al ristorante La Fata di Summaga.
Vito Digiorgio