Giovedì scorso a Ca’ Corner, durante le seduta della sesta commissione provinciale (lavoro e attività produttive), è stata presentata la situazione complessiva dell’edilizia in provincia di Venezia. Hanno partecipato il presidente della sesta commissione Roberto Dal Cin, l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni, il presidente dell’Aniem (associazione degli edili aderente alla Confapi) regionale Alessandro Tonello, il direttore dell’Aniem Venezia Pier Orlando Roccato ed il responsabile dell’Ufficio studi di Apindustria Venezia Nicola Zanon.
Dall’indagine emerge chiaramente una situazione di crisi che anche nel 2012 ha colpito il settore dell’edilizia in provincia di Venezia. Dal 31 dicembre 2011 al 30 settembre 2012, quindi nel giro di soli nove mesi, in Veneto hanno chiuso 2.278 aziende del settore edile, di cui 450 solo nella provincia di Venezia. Un altro dato allarmante emerso dallo studio presentato dall’Aniem è che nei primi nove mesi del 2012 gli occupati del settore edile sono calati di 9.000 unità in Veneto, di cui quasi 2000 nello solo provincia di Venezia. Nel quarto trimestre 2012 gli indicatori sono tutti negativi: ordinativi -25,4 per cento e -20 per cento nel trimestre precedente; la produzione -20,4 per cento, e nel trimestre precedente di registrava un -14,6 per cento; il fatturato -28,3 per cento e nel trimestre precedente -18, 6 per cento. Per quanto riguarda i livelli occupazionali il saldo per questo indicatore è del – 8,8 per cento. Dal 30 giugno 2011 al 31 luglio 2012, nel giro di tredici mesi si registra una diminuzione di prestiti concessi dalle banche alle imprese edili pari a 477 milioni di euro su un totale di 2,8 miliardi di euro di affidamenti, quindi una restrizione del credito al settore edile pari al 17%.
Il presidente Dal Cin: «Bisogna ridare vitalità alle imprese e soprattutto far pressione sul mondo del credito che qualche anno fa elargiva prestiti con tranquillità, oggi non favorisce affatto lo sviluppo. Purtroppo anche il 2012 si chiude con una serie di omicidi che hanno coinvolto i nostri imprenditori, tutte persone che hanno saputo rimboccarsi le maniche e che pagano un dazio troppo pesante a causa della chiusura delle banche verso le piccole imprese».
L’assessore Gianni: «Se oggi andiamo ad analizzare questi numeri ci troviamo di fronte ad una situazione di impotenza. Questa crisi era già stata annunciata i segnali c’erano già negli anni scorsi. Ma dobbiamo risalire la china e lo possiamo fare solo attraverso un gioco di squadra tra Istituzioni, mondo del credito, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali».
Il presidente dell’Aniem Tonello: «L’edilizia sta perdendo oggi opportunità, ruoli e professionalità. Forse tra gli anni ’80 e ’90 è crescita in modo scoordinato e oggi siamo arrivati alla debacle. Se non ci mettiamo tutti assieme a ripensare questo settore il sistema Paese avrà ulteriori contraccolpi. All’orizzonte però non si intravvedono progettualità e programmazione, per cui il futuro è ancora buio».
Il direttore dell’Aniem Roccato: «Venezia sta soffrendo molto di più rispetto alle altre province anche per la struttura del suo territorio. Le banche da tempo hanno chiuso i cordoni della borsa ed hanno in mano il patrimonio delle aziende. Il patto di stabilità sta solo provocando danni, le risorse liberabili devono essere liberate. Oggi gli imprenditori hanno perso la visione su come lavorare e progettare e la lucidità per affrontare il futuro. Non è con le grandi opere che ci sarà la ripresa. Propongo l’apertura di un fondo d’investimento “Equity” al quale dovrebbero partecipare enti pubblici, banche e imprese per liberare risorse economiche e puntare sull’adeguamento e il risparmio energetico previsto con gli accordi del Protocollo 20.20.20».