Il gioco del calcio è certamente lo sport nazionale di cui tutti gli italiani, senza oramai differenze di genere, parlano quotidianamente, anche in conseguenza del bombardamento mediatico di TV e giornali.
Ma dietro ai titoli dei grandi quotidiani sportivi esiste tutto un mondo che rappresenta la base e la vera forza del movimento calcistico italiano: il settore dilettantistico con la Lega Nazionale Dilettanti (LND).
Ne parliamo con Roberto Mamerti, dal dicembre 2012 a oggi Consigliere della F.I.G.C. Lega Nazionale Dilettanti del Comitato Regionale Veneto, nominato dal Consiglio Vicepresidente Vicario con delega al personale e amministrazione, rapporti con le Delegazioni provinciali e Distrettuali, Fiduciario per omologazione degli impianti della serie D, di Calcio a 11 e Calcio a 5 e rapporti con Enti e Amministrazioni.
Dopo una carriera sportiva in diverse società dilettantistiche del veneziano, Roberto Mamerti è oggi uno dei volti più noti fra i Dirigenti sportivi del Veneto Orientale e un punto di riferimento importante per tutte le società.
Da dove nasce l’amore per il calcio e poi il desiderio di rimanere all’interno del mondo calcistico nel ruolo di dirigente?
Fin da bambino sono stato stregato dal calcio: giocavo all’oratorio, poi sono diventato calciatore, dirigente di società e oggi dirigente federale.
Circa 13 anni fa l’attuale presidente Ruzza mi contattò per propormi di entrare in Federazione. Inizialmente rifiutai, ma poi accettai e da lì è iniziata questa avventura che mi ha portato a ricoprire prima il ruolo di Consigliere, poi di Vicepresidente e infine di Vicepresidente Vicario, sempre con l’approvazione unanime del Consiglio.
Il mondo federale mi affascina perché ti mette a stretto contatto con le società: il nostro compito è quello di supportarle nella loro quotidianità. È proprio questo spirito di servizio che mi motiva a continuare e, chissà, magari a restare ancora a lungo in questo ruolo.
Quante società e quanti tesserati ci sono in Veneto nella Lega Dilettanti?
I nostri tesserati si dividono tra il Settore Giovanile e Scolastico, che conta 80.550 iscritti al 3 ottobre, e la Lega Nazionale Dilettanti, con 34.000 tesserati.
Devo dire che è una splendida sorpresa: questi numeri non li avevamo neppure prima del COVID. I ragazzi continuano ad amare il calcio, uno sport che si conferma vivo e inossidabile.
Quante società e quanti tesserati ci sono nella Delegazione Distrettuale di San Donà di Piave?
La Delegazione Distrettuale di San Donà–Portogruaro conta 38 società, suddivise attualmente in:
• 2 in Eccellenza
• 2 in Promozione
• 9 in Prima Categoria
• 13 in Seconda Categoria
• 8 in Terza Categoria
Siamo inoltre orgogliosi di poter annoverare il Portogruaro in Serie D.
Altre società fanno parte del Settore Giovanile e Scolastico, le cosiddette “pure”.
Complessivamente, i tesserati sono 4.173, un dato superiore anche a quello del periodo pre-COVID. E i numeri sono destinati a crescere ulteriormente, poiché nella fase primaverile prevediamo un notevole incremento di nuovi giovani iscritti.
Quali sono i maggiori problemi del settore dilettantistico?
Considerato che, come dicevo, i tesserati non rappresentano un problema — anzi, sono in crescita — ritengo che la grande sfida per tutte le nostre società sia legata alla riforma dello sport, che sta mettendo a dura prova l’intero settore.
Un’altra criticità importante riguarda le strutture sportive, spesso vecchie e insufficienti rispetto alle esigenze attuali.
Come vengono affrontate le nuove norme in materia fiscale?
Dopo un primo periodo di confusione e preoccupazione, perché non sapevamo se le società avessero compreso pienamente cosa fare, ci eravamo preparati ad attivare uno sportello dedicato di supporto.
In realtà, abbiamo poi constatato che non ce n’è stato bisogno, perché tutte le società si sono prontamente organizzate, affidandosi ai propri commercialisti e consulenti del lavoro.
In ogni caso, i nostri uffici di Marghera restano sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità di assistenza.
In che modo la Lega supporta le varie società?
La Lega supporta le società attraverso circolari di approfondimento e comunicazioni costanti provenienti dai propri uffici.
Il problema, però, è che non tutte le società leggono attentamente le circolari pubblicate nei Comunicati Ufficiali, e questo talvolta ha generato situazioni di disattenzione: alcune società, infatti, sono state oggetto di verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Oggi le società dilettantistiche sono, a tutti gli effetti, vere e proprie aziende. La riforma dello sport ha comportato un aumento dei costi di gestione— legati a commercialisti e consulenti del lavoro — e questo rappresenta una sfida non semplice. Tuttavia, devo dire che le società stanno resistendo con grande senso di responsabilità.
Vista la scarsa natalità, esiste una tendenza tra le varie società a unirsi o a fondersi?
La scarsa natalità è un problema che interessa molti settori, e naturalmente anche quello sportivo. Tuttavia, alla luce dell’attuale incremento dei tesserati, non lo considererei un’emergenza nell’immediato, anche se potrebbe diventarlo negli anni a venire.
Abbiamo notato che alcune società hanno cercato di unirsi per ridurre i costi di gestione, ma nel calcio queste fusioni non sempre funzionano: il senso di identità territoriale e di appartenenza al proprio “campanile” resta molto forte, e spesso rende difficile mantenere queste collaborazioni nel lungo periodo.
Gli impianti sportivi sono adeguati? Esistono progetti futuri che coinvolgono la Lega Veneta Dilettanti?
Se dicessimo che gli impianti sono adeguati, diremmo una fesseria, perché il problema è serio e riguarda anche il mondo professionistico.
Se nei prossimi anni non interverremo con decisione, rischiamo di compromettere la possibilità di ospitare eventi internazionali.
È evidente che il tema è cruciale, e proprio per questo, nel settore dilettantistico, serve una sinergia più efficace tra società e amministrazioni locali.
La maggior parte degli impianti è di proprietà comunale, ma purtroppo molti comuni investono poco nella messa a norma e nell’adeguamento delle strutture. È difficile che siano le società stesse a farsene carico, anche perché spesso non hanno la gestione diretta o di lungo periodo degli impianti.
La Lega Dilettanti, da parte sua, pubblica periodicamente bandi e opportunità di finanziamento a cui le amministrazioni possono accedere per ottenere risorse, ma purtroppo molte non se ne accorgono.
Il Comitato segnala sempre tempestivamente queste occasioni attraverso i Comunicati Ufficiali, nella speranza che vengano colte e trasformate in interventi concreti sul territorio.
Qual è il rapporto con la scuola?
Abbiamo sempre fatto un po’ di fatica a entrare stabilmente nel mondo scolastico, anche perché per altre discipline è più semplice utilizzare i palazzetti dove si svolge l’attività sportiva delle scuole.
Credo che dovremmo puntare maggiormente sul calcio a 5, che si adatta meglio agli spazi scolastici e può rappresentare un ottimo veicolo per avvicinare i ragazzi al nostro sport.
A livello nazionale esistono diversi progetti seguiti dal Settore Giovanile e Scolastico e dai dirigenti preposti, che tuttavia spesso sono già molto impegnati nelle proprie società e questo rende più difficile una presenza costante nelle scuole.
Maurizio Conti
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