Grande partecipazione domenica 28 settembre al Giardino della Poesia per il primo appuntamento stagionale del Cenacolo delle Bricole. Protagonista della serata la presentazione del romanzo “Da Venezia all’Oio Brusà” di Piero Turco, edito da Publimedia, interamente dedicato alla storia dell’Antica Trattoria alla Fossetta.
Il volume – introdotto dalla prefazione di Mauro Mazza, già direttore di Raiuno – intreccia realtà e fantasia attraverso la voce del viaggiatore nel tempo Pool Morac, che ripercorre cinque secoli di storia legati al locale simbolo del territorio. Dal 1500 fino ai giorni nostri, la Fossetta diventa palcoscenico di memorie, segreti e leggende, con riferimenti a personaggi storici e letterari come Casanova ed Hemingway.
Un capitolo speciale è riservato alla famiglia Doretto, che dal 1986 porta avanti con passione e continuità la tradizione di questo luogo, oggi punto di riferimento per la cucina veneta e la cultura locale.
La serata, moderata dal giornalista Alessandro Biz, è stata arricchita dai reading di Cinzia Zanardo e si è conclusa con un buffet che ha celebrato i sapori tipici veneti. Numerosi gli apprezzamenti del pubblico, anche attraverso i social della Trattoria, a conferma del legame profondo che unisce la Fossetta ai suoi ospiti e al territorio.
Recensione del libro
Pool Morac, viaggiatore nel tempo avvolto nel mistero, approda all’Antica Trattoria alla Fossetta in occasione dei suoi 500 anni. Tra affreschi sbiaditi, oggetti dimenticati e racconti sospesi, incontra personaggi che sfidano il tempo e rivelano storie intrecciate alla sua. La Fossetta, si fa palcoscenico di memorie, segreti dove il tempo si dilata e si contrae, nello spirito e nella tradizione della cucina veneta. In questo storico locale veneto, sospeso tra passato e presente, il suo viaggio diventa una ricerca di verità, identità e senso tra memoria, tradizione e segreti nascosti. Un racconto che attraversa secoli, dove la storia si fonde con la leggenda e il cuore dello Scire continua a battere, grazie anche alla famiglia Doretto, che da generazioni ne custodisce l’anima.