La visita al parco e una preghiera in ricordo della terra di pietra rossa d’Istria, che le fu tanto cara. Per la signora Elvira Casarsa, nata 86 anni fa a Parenzo, è un gesto importante. Accompagnata dalla figlia professoressa Graziella Dainese, si reca al Parco della Pace di Portogruaro per sostare di fronte alla pietra d’Istria, il cippo che il Comune ha fatto collocare nel 2005 in ricordo delle vittime delle foibe. Con la legge n.92 del 30 marzo 2004 lo Stato Italiano ha istituito il “Giorno del Ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalla loro terra degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
La vita di Elvira si intreccia ai grandi eventi della storia. Con la firma del trattato di pace del 1947, l’Italia cede alla Jugoslavia i territori di Fiume, il territorio di Zara, gran parte dell'Istria, del Carso triestino e goriziano e l'alta valle dell'Isonzo. L’esodo istriano interessa, secondo le ricostruzioni storiche, circa 350 mila italiani, spinti a lasciare i territori occupati durante la guerra. Costretta a lasciare la città di Parenzo nell’agosto 1948, Elvira si imbarca con regolare passaporto che attesta la sua cittadinanza italiana. Destinazione il campo profughi di Lucca. Come lei migliaia di uomini, bambini e donne, sradicati dalle proprie abitazioni, costretti sotto il terrore ad abbandonare le loro terre con un carico di ricordi e di tutto ciò che possiedono.
Lo scorso mese la signora Graziella, che fa parte dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dell’Unione Italia, associazioni che si battono per mantenere viva la memoria di quei tragici avvenimenti storici, si è attivata per ottenere la pulizia della pietra d’Istria collocata nel Parco della Pace. Per contattare la professoressa Dainese scrivere a graziella.512@libero.it.
Vito Digiorgio