In Italia, il 2025 non si presenta come un anno di crisi per i settori dei materiali didattici e dell’arredo scolastico. Tuttavia, tra rinnovamento degli spazi, investimenti del PNRR e la crescente necessità di ambienti inclusivi e sostenibili, emergono luci e ombre che raccontano lo stato di salute delle scuole italiane, tra eccellenze che fanno sperare e mancanze che incidono sulla qualità dell’educazione.
Un mercato che resiste, ma con freni
Dopo un 2024 difficile per il settore dell’arredamento in generale, con cali nella produzione e nell’export, il comparto degli arredi scolastici ha mostrato una resilienza sorprendente. In Europa, le previsioni indicano una crescita da 1,3 miliardi di dollari nel 2022 a 1,76 miliardi entro il 2028, con una crescita annua superiore al 5 per cento, un trend che coinvolge anche l’Italia grazie ai fondi per l’edilizia scolastica e ai progetti per la transizione digitale.
Banchi ergonomici, sedute regolabili e arredi modulari che favoriscono la didattica attiva trovano oggi spazio in molte scuole, in particolare dove i Comuni hanno saputo utilizzare in modo efficace le risorse disponibili. In molte realtà, dall’infanzia alle scuole secondarie di secondo grado, si vedono esempi virtuosi di spazi polifunzionali pensati per stimolare la collaborazione tra studenti e docenti, con arredi che si adattano a una didattica più dinamica e inclusiva.
Le carenze che frenano la scuola italiana
Nonostante i progressi, permangono carenze significative che frenano la modernizzazione delle scuole. In molte zone del Sud e nelle aree interne, gli arredi restano obsoleti, con sedie rotte, armadi danneggiati e banchi non adatti a studenti con disabilità, limitando la possibilità di un apprendimento confortevole e sicuro. Mancano spazi dedicati per attività creative e laboratoriali, indispensabili per una didattica innovativa e coinvolgente, mentre la manutenzione ordinaria resta un punto critico a causa della scarsità di fondi, portando a rimandare piccole riparazioni e sostituzioni necessarie.
Persino la gestione dei materiali didattici evidenzia carenze che sembrano banali ma che diventano ostacoli quotidiani. In molte scuole mancano strumenti basilari come carta e cancelleria, materiali essenziali da utilizzare nei progetti collettivi o per organizzare in sicurezza le attività laboratoriali.
Cosa non dovrebbe mai mancare a scuola
Per garantire un ambiente educativo sano, sicuro e inclusivo, ogni scuola dovrebbe poter contare su banchi e sedie ergonomici, facilmente adattabili anche agli studenti con disabilità, in numero adeguato alle classi. Gli spazi dovrebbero essere multifunzionali, con arredi mobili che permettano di modificare rapidamente l’assetto dell’aula in base alle esigenze didattiche, stimolando il lavoro di gruppo e le attività creative. Armadi e scaffalature adeguate sono fondamentali per conservare materiali e dispositivi in modo ordinato e sicuro, così come la presenza di strumenti di base sempre disponibili, tra cui carta, colori, colla e nastro da imballaggio, che non dovrebbero mai mancare nelle aule per garantire lo svolgimento delle attività pratiche senza gravare sulle famiglie. La tecnologia funzionante, dai computer alle lavagne interattive, completa il quadro di una scuola che voglia realmente preparare gli studenti al futuro.
Tra innovazione e necessità di pianificazione
Le tante scuole italiane si trovano oggi in una fase di transizione. Da un lato c’è la spinta verso l’innovazione e la creazione di ambienti di apprendimento più moderni e funzionali, dall’altro la necessità di risolvere le criticità di manutenzione ordinaria e di pianificare acquisti in modo consapevole, evitando sprechi e rispondendo alle reali esigenze delle scuole.
Il 2025 rappresenta un’opportunità per consolidare i progressi compiuti, ma occorre una strategia nazionale e locale che punti a colmare le disparità territoriali e a garantire che ogni aula possa diventare un ambiente accogliente e stimolante. Perché un banco comodo, una sedia regolabile, un armadio sicuro e un semplice nastro da imballaggio non cambiano da soli la scuola, ma sono la base concreta per costruire un ambiente in cui ogni studente possa imparare e crescere al meglio.