Ulss4 e Avis provinciale di Venezia uniscono le forze per cercare di incrementare la raccolta di plasma iperimmune utilizzato nella cura al Covid-19. Il bacino di popolazione interessato a questa novità è costituito da circa 24 mila donatori Avis nel territorio della Città Metropolitana di Venezia. Sabato mattina, nella sede centrale dell’Ulss4, è stato presentato il nuovo sodalizio tra Azienda sanitaria e Avis. “Come sapete la Regione Veneto ha attivato una banca del plasma per raccogliere questa preziosa risorsa; le donazioni arrivano ma non sono sufficienti a soddisfare tutte le richieste - ha spiegato il direttore generale Carlo Bramezza -. Abbiamo allora pensato di chiedere la collaborazione dell'Avis provinciale di Venezia che può contare su un ampio numero di associati. La collaborazione tra Avis e il centro trasfusionale dell'Ulss 4 valorizzerà ancor di più un territorio che da anni dimostra grande generosità, mi aspetto ora che tanti avisini, compatibili con i requisiti per donare il plasma, si facciano avanti e possano aiutarci a salvare tante persone in fin di vita”. Dall’Avis Provinciale di Venezia pieno appoggio all'iniziativa. “Siamo contenti di essere stati coinvolti dalla direzione dell'Ulss4 in questo progetto - ha dichiarato il presidente provinciale Tito Livio Peressutti -. Attraverso la collaborazione di tutte le comunali Avis del territorio faremo quanto possibile per aiutare l’azienda sanitaria a reperire quanto più plasma iperimmune possibile. Il coinvolgimento diretto dell'associazione è dei donatori che hanno superato la malattia permette di usufruire di persone abili e preparate alla donazione, un elemento in più per aiutare gli ammalati. Questa è la nostra missione e a maggior ragione, in questo momento difficile per tutti, Avis Provinciale e i donatori del territorio sono in prima linea a sostenere le necessità dell'azienda sanitaria Ulss 4 e i bisogni degli ammalati”.
Chi intende donare il plasma iperimmune può contattare direttamente i centri trasfusionali dell'Ulss 4, posti negli ospedali di San Donà e Portogruaro, dove riceverà tutti i dettagli del caso. “Il plasma iperimmune è una risorsa importante per la cura del Covid-19 – ha argomentato il direttore del servizio trasfusionale dell'Ulss 4, Raffaella Berti -. Attualmente viene utilizzato per terapie in fase di studio ma abbiamo già evidenti riscontri positivi nell’impiego dello stesso nella risoluzione della patologia. Allo stato attuale vi è una carenza di plasma - ha poi continuato la dottoressa Berti - a questo va aggiunto che i donatori sono selezionati perché devono rispondere a precisi requisiti, come ad esempio essere stati contagiati, sintomatici, e ad una serie di requisiti standard per le donazioni come età e peso, pertanto circa il 25 % dei contagiati può effettuare la donazione”.