In termini di competitività, le aree di San Donà di Piave, Jesolo e Portogruaro non vedono uno spiraglio di ripresa. Anno dopo anno, il Veneto Orientale infatti continua ad arrancare e fatica ad uscire dalla crisi. Le cause sono varie: la chiusura delle aziende, la perdita di posti di lavoro, ma anche l’invecchiamento della popolazione ed il basso tasso d’istruzione. A dare questi dati è l’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est che ha suddiviso Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige in 80 aree omogenee e le ha confrontate in base a circa 30 indicatori economici e sociali. In questa graduatoria, il Sandonatese è sceso dal 36° posto del 2015 al 45° del 2016, mentre il Portogruarese è passato dal 60° al 63° posto. Solo l’area di Jesolo guadagna qualche posizione, grazie al ruolo fondamentale delle attività turistiche, salendo dal 62° al 59° posto. Lo studio ha, inoltre, raggruppato gli indicatori in 5 temi quali Economia (numero imprese, reddito medio, export e produttività dagli ultimi dati Istat), Lavoro (occupati e disoccupati, giovani che non studiano e non lavorano, variazione degli addetti alle imprese), Infrastrutture, Società (variazione della popolazione, quota degli stranieri, rapporto tra giovani e anziani) e Istruzione (numero di laureati e diplomati, tasso di abbandono scolastico). In base a questi temi, il Sandonatese e l’area di Jesolo sono in calo, ma ad avere la peggio è il Portogruarese il cui indicatore Economia scende dal 68° al 73° posto, quello del Lavoro dal 60° al 72°, le Infrastrutture in crescita dal 22° all'11°, la voce Società in flessione dal 52° al 58° e l’Istruzione dal 68° al 62°, con l'arretramento nella classifica della competitività dal 60° posto del 2015 al 63° del 2016. “Si tratta di dati – commenta Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – che testimoniano come il Veneto Orientale abbia la necessità di ripensare al proprio modello di sviluppo. Oggi la principale fonte di ricchezza è rappresentata dal settore turistico balneare, ma in prospettiva si devono sviluppare le tipologie di turismo in grado di allungare la stagione e coinvolgere anche l’entroterra. Il Veneto Orientale deve però puntare anche su altri settori, dall’agroalimentare alla logistica, dall’artigianato alla manifattura, mettendo a valore le proprie eccellenze per rilanciare tutta l’area”.
Redazione Online
Fonte: Fondazione Think Tank Nord Est