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S. Stino di Livenza
Le ville, le terre, il Livenza: viaggio in un Comune che ha avuto una storia movimentata

Dobbiamo risalire all’epoca romana per rinvenire le prime tracce di San Stino di Livenza, cittadina situata a metà strada tra Portogruaro e San Donà di Piave. È un Comune di circa 13.000 abitanti, raggiungibile principalmente attraverso la rete autostradale e ferroviaria, anche se è ben servita da strade statali primarie e secondarie. Confina con alcuni tra i più importanti Comuni del territorio (Concordia Sagittaria, Caorle, Annone Veneto) ed è vicina alle più importanti località turistiche e commerciali della zona.
Dall’epoca romana infatti abbiamo le prime testimonianze di un insediamento che ha dovuto fare i conti con molti problemi geologici: da una zona impervia ricca di foreste e alberi a nord si passava ad una zona lagunare scendendo verso la costa, la quale però ha permesso di sfuggire alla terribile invasione barbarica del V secolo d.C. Dal X secolo l’entroterra inizia a ripopolarsi e viene costruito il Castello di San Stino dalla famiglia da Prata con tutt’attorno l’agglomerato urbano. Nel XII secolo invece avviene il passaggio dei territori comunali alla diocesi di Concordia, di cui il fiume Livenza costituisce tutt’oggi il confine. Da questo momento in poi si assiste ad un passaggio di proprietà a più mani delle ville e dei castelli della cittadina costruiti nel frattempo (dal patriarcato di Aquileia all’arcidiacono di Gorizia) fino all’annessione alla Repubblica di Venezia nel 1420, periodo dopo il quale il castello passa in mano alla famiglia veneziana degli Zeno e vaste aree territoriali vengono acquisite dalla nobiltà veneziana.
Per vedere le prime opere di bonifica bisogna aspettare l’Ottocento, periodo durante il quale vastissime aree in terra acquitrinosa iniziano ad essere convertite in aree rurali adatte alla coltivazione. L’attività di bonifica si conclude intorno al periodo tra le due guerre mondiali. Grazie a queste opere e alla fatica di moltissimi braccianti, oggi San Stino è un Comune che basa la sua economia principalmente sull’agricoltura e sulla viticoltura, attività però minacciate dall’inesorabile sviluppo di infrastrutture come la terza corsia dell’autostrada A4 e la Tav. Specialmente riguardo a quest’ultima opera si sono tenuti molti dibattiti tra i tecnici e le varie istituzioni per cercare di escogitare la migliore soluzione per l’attraversamento della rete ferroviaria nel territorio comunale, e sono stati organizzati vari incontri con la cittadinanza per raccogliere osservazioni e pareri. Ci sono due alternative: un tracciato “basso” a livello del terreno e un tracciato “alto” sopraelevato, ma sono stati sollevati dubbi anche sull’effettivo percorso che l’uno o l’altro tracciato dovrà seguire per evitare la minore espropriazione possibile di terreni e danni ambientali. La posizione ufficiale delle due Regioni interessate dall’Alta Velocità, Veneto e Friuli-Venezia-Giulia, è quella di privilegiare il percorso lungo il litorale da Mestre a Portogruaro e l’affiancamento all’autostrada A4 nel tratto da Portogruaro a Ronchi dei Legionari. A fine dicembre, Rfi ha presentato i progetti preliminari che nel tratto da S. Donà a Portogruaro, prevedono che, dopo l'attraversamento del Piave, da lì la linea passi a sud di Eraclea e poi inizi a piegare verso nord per raggiungere l'autostrada. L'attraversamento del Taglio e del Livenza avverrebbe in viadotto, ad est di Torre di Mosto in località Sant'Elena, mentre con altri due viadotti verrebbero superati il Fosson e la linea ferroviaria storica in località Loncon (Annone Veneto). I Comuni interessati dal tracciato hanno tempo comunque fino a metà febbraio per presentare osservazioni.
Un’altra spinosa questione che ha dovuto affrontare il territorio a causa della sua conformazione sono state le grandi esondazioni del fiume Livenza e dei canali Malgher e Fosson nel settembre e novembre scorsi. San Stino storicamente è “abituata” a situazioni simili, non è certamente la prima volta che il territorio viene minacciato dalla forza di questo fiume, però ogni volta la preoccupazione è molta. Fortunatamente la situazione è stata mantenuta sotto controllo dalla Protezione Civile, dai Vigili del Fuoco e molti altri volontari, ma i problemi sono stati comunque ingenti e adesso si sta lavorando per ripristinare lo status quo e quantificare i danni, dopo che la Regione Veneto ha dichiarato lo “stato di crisi” anche per San Stino. È cronaca recente che sulle rive erbose del Livenza, anche in conseguenza delle inondazioni, si sono depositati alcuni strati di sabbia provenienti dal mare, il che causerà non pochi problemi ai pastori che scenderanno in primavera con le loro pecore.
Come se non bastasse, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luigino Moro (attualmente rappresentante della lista civica Livenza) sin dal 2003 e ad oggi al secondo mandato consecutivo, deve fare i conti con un taglio di fondi, previsto dallo Stato, di svariate centinaia di migliaia di euro nel prossimo biennio, e quindi le casse comunali dovranno utilizzare soprattutto le proprie risorse per far fronte alle spese richieste e cercare di limitare i danni causati dal minor finanziamento ai servizi al cittadino, risorse comunque in parte bloccate dal patto di stabilità.
Nonostante tutto, le iniziative culturali per vivere al meglio la città non mancano: è attivo infatti un cinema-teatro dove si svolgono molte rassegne culturali dedicate ad adulti e ragazzi riguardanti il cinema, il teatro, la danza, la musica e le arti in genere. Il teatro è dedicato a Romano Pascutto, poeta letterato nato a San Stino che ha servito la sua città in modo esemplare durante tutta la sua vita, cantando la sua gente e il suo territorio attraverso le sue poesie e diventando pure sindaco della cittadina dal 1975 al 1980. In occasione del centenario della sua nascita si sono svolte alcune iniziative dedicate alla sua memoria. È stato anche istituito un premio letterario nazionale "Giacomo Noventa - Romano Pascutto", giunto alla sua XVII edizione, oltre a mostre e presentazioni culturali di vario genere.
Il turista può passare una piacevole giornata a visitare le bellezze architettoniche presenti nei dintorni: prima di tutto il Castello del X secolo citato all’inizio che sorge nel cuore del capoluogo nascosto da una fitta vegetazione che può vantare una storia millenaria. Sorto sulle rive del fiume Livenza, era un’importante roccaforte dal punto di vista strategico, essendo San Stino fulcro dei confini tra la Serenissima, il Patriarcato di Aquileia e i domini dei Da Camino, mentre ora è di proprietà della famiglia Tonini; degne di nota sono le ville situate nel capoluogo e nelle frazioni di Corbolone, Biverone e Sant’Alò, eleganti case dominicali seicentesche e settecentesche; infine segnaliamo la chiesa di S. Marco Evangelista situata a Corbolone, risalente al XVI secolo, ricca di affreschi e dipinti particolari.
Di grande interesse culturale anche la collezione ornitologica Panont, dove sono esposti 328 esemplari di 249 specie diverse in perfetto stato di conservazione e provenienti per la maggior parte da San Stino e zone limitrofe.


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