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Sesto al Reghena
Comune antico ma giovane nello spirito: al confine tra Veneto e Friuli, scopriamo questo luogo ricco di storia e attività commerciali

Per gli abitanti della zona è semplicemente Siest, ma sulla carta geografica troviamo scritto Sesto al Reghena: è questo il nome del comune in provincia di Pordenone che si trova circa a 10 km da Portogruaro di cui ci occuperemo in questo numero. Facilmente raggiungibile attraverso l’autostrada A 28, la quale ha un’uscita che porta direttamente all’interno del centro abitato, e dalla linea ferroviaria Portogruaro-Casarsa, Sesto al Reghena è un comune di 6300 abitanti, situato a 13 metri sul livello del mare, e che si dipana in tre frazioni (Bagnarola, Marignana e Ramuscello) e ben dodici località, al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
La storia di questo comune è antichissima, come testimonia il rinvenimento di alcuni reperti archeologici risalenti all’età pre-romana. Ma è all’età romana che dobbiamo l’origine del nome cui possiamo associare la funzione originaria del luogo: sesto infatti era il miglio della strada che portava da Concordia (Sagittaria) al Norico, una regione dell’Impero Romano situata più o meno a cavallo tra i territori attualmente austriaci, ungheresi, italiani e sloveni, e in quel punto era situata una stazione militare, come altre che era possibile trovare lungo il tragitto. Con l’arrivo dei barbari si poté assistere a un alternarsi di periodi di sviluppo economico e sociale (per esempio durante la dominazione longobarda) e periodi di declino, specialmente durante e dopo i saccheggi. Durante il Medioevo si assiste alla costruzione della città vera e propria: viene costruita l’Abbazia di S. Maria in Sylvis (chiamata così perché immersa nel verde di una selva) che tutt’oggi conosciamo, alla quale vennero annessi alcuni territori che, insieme a quelli originariamente di proprietà della famiglia degli Ezzelini, passarono sotto il controllo del Patriarcato di Aquileia. Dopo più di 350 anni di dominio della Repubblica Veneta, Sesto passò sotto il Regno Lombardo-Veneto, fino a quando non fu proclamata l’Unità d’Italia: nel 1867 il Friuli viene annesso all’Italia e Sesto prende il nome di Sesto al Reghena, aggiungendo così al numero scritto sulla pietra miliare della strada romana il nome del fiume che attraversa il comune. Ultimo, triste, evento di rilievo è stata la terribile alluvione del 31 ottobre e 1° Novembre 2010, che ha causato ingenti danni, per fortuna in via di risarcimento.
Oggi Sesto al Reghena è un comune che si contraddistingue per l’elevata attenzione alle problematiche sociali e alle iniziative culturali, ed è inoltre un importante centro economico e sede di aziende operanti in molti settori. Guidato sin dal 2009 da una maggioranza di centro sinistra capitanata dal sindaco Ivo Chiarot, il comune è sede di ben 370 imprese pubbliche e private, che occupano circa 1700 lavoratori. Tra le aziende più famose troviamo sicuramente le cantine di Ramuscello, conosciute in tutto il mondo per l’ottimo vino che viene prodotto attraverso le uve che maturano nel territorio; un buon modo per conoscerlo è partecipare alla Sagra del Vino che tutti gli anni, a marzo, permette di degustare anche la cucina tipica locale.
La sagra però è solo una delle numerose manifestazioni che vengono organizzate durante l’anno. L’associazione Pro Sesto ne organizza numerose, fra le quali ricordiamo la Festa di Primavera (di cui nel 2010 si è tenuta la ventiduesima edizione) che vede protagonista lo sport, la musica, la storia e le arti in genere, con un programma ricco di avvenimenti; il Friuli Venezia Giulia Jazz, o Friuli Jazz, un evento che vuole far conoscere ancora meglio tale genere musicale al grande pubblico; le mostre d’arte, tendenti a far risaltare anche il talento degli artisti locali (come ad esempio il sanvitese Michele De Agostini, artista di successo in Francia); locali sono anche le compagnie teatrali che hanno la possibilità di esibirsi grazie all’iniziativa “Teatro in Burovich”, all’interno dell’omonimo Auditorium Complesso, dove vengono organizzati spettacoli per un pubblico di tutte le età, a ingresso libero; lunghissimo è poi l’elenco degli artisti di fama nazionale e internazionale che si sono esibiti a Sesto (Franco Battiato, Ludovico Einaudi, L’orchestra Sinfonica di Stato di Bratislava) e alcuni di questi, Carmen Consoli su tutti, sono stati protagonisti di un’iniziativa interessante chiamata “Sexto 'Nplugged”: le esibizioni venivano effettuate senza la complessa struttura organizzativa tipica di un tour tradizionale, l’atmosfera diveniva più “intima” e le canzoni venivano suonate con strumentazioni essenziali, ottenendo un discreto successo di pubblico.
Menzione speciale per un’attività sempre legata alla musica e a una frazione di Sesto al Reghena. Parliamo della “Società Filarmonica di Bagnarola” operativa da ben cento anni nella frazione di Bagnarola, la quale può vantare numerosi concerti in Italia e all’estero: un fiore all’occhiello per il comune e in particolare per la frazione, che può vantare citazioni sulla carta stampata e richieste di partecipazioni a varie manifestazioni nel territorio.
Oltre alle iniziative culturali che, come abbiamo visto, non mancano, merita molta attenzione anche la parte legata al turismo e ai luoghi da visitare nel territorio di Sesto al Reghena. Nel capoluogo troviamo innanzitutto la già menzionata Abbazia di S. Maria e relativo secolare complesso abbaziale, costituito dalla torre di ingresso (unica arrivata a noi delle sette originarie), il massiccio campanile, il palazzo “della Cancelleria” e la Residenza  Abbaziale, ora diventata il Palazzo del Comune. Oltre al Complesso, meritano una visita i prati Burovich posti a sinistra del Reghena, luogo dove è possibile trovare una ricca varietà di piante diverse, i contigui Giardini all’italiana e il vicino lago Premarine, circondato dal verde.
Meritano attenzione ovviamente anche le frazioni, dove trovano posto chiesette piccole ma affascinanti a vedersi, e altre strutture interessanti tra cui la fontana di Venchieredo, cantata da Ippolito Nievo, la trecentesca Pieve di tutti i Santi di Bagnarola, la settecentesca e veneziana Villa Freschi a Ramuscello.
L’invito è di visitare questo comune durante il corso dell’anno, e di informarsi sulle numerose possibilità di scoprire Sesto al Reghena attraverso il sito internet del Comune (http://www.comune.sesto-al-reghena.pn.it) o tramite quello della Pro Sesto (www.prosesto.org).


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