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Cinto Caomaggiore
Si punta a valorizzare le risorse storiche e ambientali e la qualità della vita

È uno dei più piccoli e graziosi paesi della provincia di Venezia.  Tremila e trecento abitanti e 21 chilometri quadrati contornati da fiori profumati e dal verde dei vigneti per la produzione dei vini pregiati doc. Il paesello si contraddistingue dai centri più grossi del portogruarese per l’aria salubre che si respira e per i grandi spazi che consentono alle persone di trascorrere qualche passeggiata piacevole e rilassante. Altra peculiarità: qui il Friuli è di casa. I cintesi infatti sono proprio al confine con la provincia di Pordenone e si sentono in un certo qual modo più friulani che veneziani per due motivi. Il primo è geografico. Cinto dista da Venezia ben 71 chilometri contro i 17 chilometri scarsi che li separa da Pordenone. Il secondo è storico. Il passato infatti ci racconta di cause friulaniste volte all’aggregazione di Cinto al Friuli. I motivi di queste battaglie sono riconducibili principalmente alla comodità che i paesi del Friuli offrono tuttora ai cintesi. Come ad esempio la possibilità di rivolgersi all’ospedale di San Vito al Tagliamento, alle opportunità di lavoro che le zone industrializzate del Friuli offrono e alle numerose iniziative di cui il paese tuttora partecipa pur non facendo effettivamente parte della regione autonoma. Cinto Caomaggiore dal punto di vista industriale è povero, la zona industriale è quasi assente e i grandi servizi sono tutti fuori paese. Ma non per questo, il paese è vuoto e senza attrattive per i giovani. L’amministrazione comunale ha già messo in piedi un piano politico per valorizzare le peculiarità di questo piccolo paese ricco di risorse storiche e ambientali. “Già da un po’ di tempo - ha spiegato il vicesindaco di Cinto, Luigi Bagnariol - abbiamo intrapreso una linea politica del turismo enogastronomico e ambientale legata alla cultura che ha lo scopo di valorizzare le risorse del paese. In quest’ottica stiamo cercando di realizzare una serie di eventi e iniziative che possano far da volano per l’economia del paese. Una delle iniziative di cui noi siamo orgogliosi di aver portato avanti è sicuramente la festa delle Risorgive al parco Reghena-Lemene e dei laghi di Cinto che coinvolge tutta la provincia di Venezia e Pordenone attirando numerosissime persone”. La parte più significativa della festa che si svolgerà nel mese di maggio, è la rappresentazione teatrale messa in scena da attori locali con lo scopo di richiamare l’attenzione sulla storia del proprio paese e sulle tradizioni popolari. Cinto si fa conoscere anche perché ama far festa e qualsiasi forma di aggregazione comunitaria. Tra gli appuntamenti principali ricordiamo la festa dei Santi Pietro e Paolo che si tiene nell’ultima settimana di giugno e la tradizionale festa della birra di settembre. “Altra iniziativa che va in questo senso, cioè di valorizzare il paese – continua Bagnariol – è l’aver approvato lo statuto per il piano ambientale e la pubblicazione di quindici libri sull’ambiente per far conoscere il territorio comunale e l’archeologia di Cinto”. Infatti si pensa che i reperti archeologici si trovino solamente a Concordia Sagittaria, in realtà Cinto conta numerosi oggetti antichi tra i quali un monumento di epoca romana che è esposto al museo archeologico di Portogruaro. Secondo gli studi svolti nel territorio dagli archeologi pare che la presenza dei Romani a Cinto sia databile già nel I secolo d.C. , in quanto le sue vie rappresentavano un punto di passaggio per giungere a Iulia Concordia (attuale Concordia Sagittaria). E veniamo ora alla cultura. Cinto non si fa proprio mancare nulla. “Dal primo settembre a maggio – spiega Bagnariol – si terrà la mostra del libro per giovani e adulti, sul sito abbiamo anche inserito la storia del paese e tutte le associazioni che sono tantissime e dimostrano come i cittadini siano attivi e coinvolti nelle varie attività del paese”. Intanto Cinto, nella frazione di Settimo, si è rifatta anche la piazza nuova che è stata intitolata «Piazza dell’emigrante» dove ogni due anni viene puntualmente organizzato il ritrovo di tutti i cintesi che risiedono all’estero. Dal punto di vista paesaggistico il comune è attraversato dai fiumi Caomaggiore e Reghena, di cui lo stesso Caomaggiore è affluente, e da molteplici canali, tra i quali i più importanti sono: il Melon, il Suiedo, il Lison, il Trator e il San Piero. Il sottosuolo è invece attraversato da un ramo del Tagliamento che alimenta le diverse risorgive che interessano il comune, ed in particolare i Laghi di Cinto. Tra l’architettura più pregiata, merita sicuramente la visita la chiesa parrocchiale del capoluogo in cui sono conservate alcune preziose opere d’arte. Tra queste la pala della Crocifissione di Gregorio Lazzaroni e il fonte battesimale di Giovanni Pilacorte. Altra chiesa storica è quella di San Giovanni Battista nella frazione di Settimo. E’ stata costruita nel 1468 e conserva interessanti quadri di Sant’Antonio e Sant’Agostino. Altro manufatto di pregio è l’Oratorio dell'Immacolata Concezione che  risale al cinquecento restaurato nel 2005. “Il nostro obiettivo per Cinto – conclude Bagnariol – è quello di puntare all’ambiente e alla qualità della vita, vogliamo offrire ai giovani delle alternative di interesse valide e delle attrattive perché possano conoscere e amare il proprio paese”. Dal punto di vista sociale l’amministrazione si sta già impegnando per realizzare una casa di riposo per gli anziani. Un obiettivo non da poco per un piccolo paese come Cinto. Nelle scuole invece è stato già installato l’impianto fotovoltaico che consentirà alle strutture scolastiche di abbassare i costi dell’energia a favore di una maggiore qualità della vita e rispetto dell’ambiente. Tra i progetti realizzati ci sono anche le piantine del bosco consultabili da tutti, i percorsi ciclopedonali, la passerella e la messa in sicurezza delle strade. Quanto a viabilità Cinto può ritenersi tutto sommato fortunato perché è attraversato dall'Autostrada A28, di cui condivide l'uscita con Sesto al Reghena e dalla Statale 251.


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