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Discussione: SCUOLE |
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venaruzzo
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E' un pò che non si movimenta il forum, vediamo se questo argomento interessa. Ho due figlie a scuola e sono molto preoccupata per la loro formazione, al contrario alcuni genitori hano chiesto per la prima "secondaria" del mio comprensivo, di far togliere i rientri perchè altrimenti non riescono a fare le attività sportive. Ma vi sembra una cosa sensata? Anche le mie figlie fanno attività sportiva ed anche ad un certo livello d'impegno (chi fà pattinaggio mi capisce), ma mai mi permetterei di diminuire loro le ore scolastiche. Certi dicono che i laboratori sono una fesseria, forse hanno anche ragione, ma dal mio punto di vista sono sempre 2 ore in meno di tv. E della Gelmini che dite? possibile che non si senta più nessuno del suo ministero? |
Inserita il 21-05-2010 - 16:41:36
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Autore | RISPOSTE: | |
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venaruzzo
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HO RICEVUTO QUESTA MAIL LA GIRO ANCHE VOI : Da: Giorgio
Della Mea [mailto:giorgio.dellamea@gmail.com]
Oggetto: I: SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI! Che schifo!
Giorgio Della Mea |
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Inserita il 25-06-2010 - 17:07:42
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marga24
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Una mamma italiana ha scritto alla Gelmini, mi sembra importante divulgare la sua lettera Gentile Ministro Gelmini, l’altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che l’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita. Che lei fosse poco ferrata sui problemi dell’educazione, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale. Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo lei avvocato ed io no. Certo, dato che lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in “zona franca” (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un’ingenuità e candore imbarazzante affermato), lo si poteva supporre. E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto e poi parliamo d’educazione. L’astensione dopo il parto, sulla quale lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi, per cui donne molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri. Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180g, solo in parte retribuiti integralmente. Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l’anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un’eresia. Ovviamente lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido “aziendale” al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di comprendere, ha a che fare con file d’attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per baby-sitter superiori a quelli della propria retribuzione. Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell’astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale. Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa. Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa. Lei come tante donne, crede che l’essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio. In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione lei non sembra possedere. Le potrei parlare della teoria sull’attaccamento di Bowlby, dell’imprinting e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili. Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le specie non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta. Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA DONNA. Sbaglia chi crede che l’arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita. Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo. Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a loro misura. Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé. Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita. L’idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno e un biberon della tata, è solo nostra. Ciò non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati. Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l’acido folico, per prevenire la “spina bifida”. I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno. L’idea, che se piangono non si devono prendere in braccio “perché si abituano alle braccia”, è un luogo comune. Le “abitudini” arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto AMORE. Non è un caso che studi recenti, riabilitano il co-sleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell’allattamento a richiesta. Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali. Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta. Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue. Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia. Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale che lei non conosce. Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma “fresca”, che gli dedichi la massima attenzione. Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovra affaticamento. E non è vero che è importante la qualità e non la quantità:
Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido. Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al Nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario. Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male. Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza. E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui “studiare non è poi così importante”, prendendo Renzo Bossi come esempio. Si dovrebbe impegnare di più nell’analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il Paese. Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, “non poteva arrecare grossi danni”, soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un’intera generazione. Un’ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola. 05-05-10 – Rosalinda Gianguzzi questo è invece il link all'intervista: |
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Inserita il 23-06-2010 - 21:23:29
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venaruzzo
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Ai "purtroppo" pochi interessati all'istruzione, segnalo i siti www.genitoridemocratici.it e www.genitoriescuola.it. Ci sono notizie utili anche per i rappresentanti di classe ed istituto o per i controlli mensa. Oltre a ciò trovate informazioni sulle normative, anche per studenti disabili, e varie iniziative legate al mondo dell'istruzione. Personalmente sono amareggiata nel constatare che la maggior parte dei genitori si disinteressa all'argomento e risolve il tutto con un "è giusto xche insegnanti e bidelli non fanno niente" mentre "sembra" che quelli privati sappiano tutto. E per favore la smettano quelli delle private di dire che loro pagano per la scuola privata e pagano i contributi anche per quella pubblica xche lo stato (cioè tutti noi delle pubbliche)da fior di contributi alle private. firmato mamma interessata al livello di istruzione |
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Inserita il 16-06-2010 - 17:50:19
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venaruzzo
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Sono ormai più di 10 anni che lo stato contribuisce alle private. Se vuoi avere un riassunto della storia puoi leggere "scuola privata" su wikipedia. Purtroppo ancora una volta abbiamo la dimostrazione che sinistra e destra in comune sanno fare solo gli interessi del "clero" |
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Inserita il 27-05-2010 - 12:57:02
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loredana.bi
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Avete visto la trasmissione domenica sera su RAI 3, Presa
Diretta? Parlava di "scuola", dove noi tutti ci siamo
passati, chi più chi meno..... Ebbene, ho constatato con tristezza e impotenza che le
scuole attuali hanno sempre meno fondi a disposizione. I direttori didattici
(ex presidi) chiedono all'inizio della scuola un contributo volontario per far
fronte ad alcune spese ordinarie. Io, come penso la maggior parte degli altri
genitori, ho sempre versato questa cifra senza fiatare. Ma quello che mi ha
fatto arrabbiare è il venir a conoscenza delle somme destinate alle varie
scuole, pubbliche e private. Ma com'è possibile che alle scuole private, dove
accedono pochi e paganti alunni, lo stato destini somme molto ma molto più
alte, considerando il numero esiguo di partecipanti, rispetto alle
pubbliche? Nelle scuole pubbliche non ci sono nemmeno i soldi per i gessi e la carta
igienica e in quelle private ci sono mega lavagne interattive, palestre,
comodissimi prati sintetici ecc. .... Peggio ancora: alcune scuole pubbliche
cadono a pezzi, facendo rischiare la vita degli alunni!!!! Io pensavo che
le scuole private fossero sostenute dai soldi delle rette versate dai genitori!!!! |
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Inserita il 26-05-2010 - 21:20:23
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