Dalla fuga in Gambia alla qualifica di operatore della ristorazione nel Portogruarese. Questa è la storia di Lamin Jaiteh, nato nel 2001 a Wassu, in Gambia, che appena quindicenne ha scelto di raggiungere l’Italia assieme ad altri coetanei, passando per la Libia e attraversando il Mediterraneo su un gommone. Una volta arrivato, nel 2016, chiede protezione internazionale e finisce nel centro di accoglienza di Cona, dal quale viene trasferito poco dopo a Portogruaro, dove frequenta i corsi di lingua italiana e supera l’esame di terza media da privatista. A settembre 2017, si iscrive all’Istituto Professionale Alberghiero di Pramaggiore dove ha conseguito, nei giorni, scorsi, la qualifica professionale triennale come operatore della ristorazione addetto alla preparazione dei pasti. “Ho già fatto uno stage in un albergo e mi piace lavorare in cucina - sostiene Lamin Jaiteh -. Spero quindi di trovare presto un posto di lavoro”. Per l’associazione Noi Migranti i risultati conseguiti da Lamin sono un’ulteriore dimostrazione delle disponibilità lavorative dei giovani migranti. “C’è bisogno anche di questi giovani per mandare avanti il Paese ed è un gravissimo errore sprecare le loro potenzialità - commentano dall’Associazione -. Purtroppo le scelte con cui, da sempre, si gestisce l’immigrazione sono miopi e spesso insensate. I risultati conseguiti da Lamin, come da altri ragazzi del CAS di Portogruaro, si devono infatti unicamente all’impegno dei volontari e alla dedizione del personale che opera in via San Giacomo. Sarebbe quindi ora di cambiare le regole dell’accoglienza: la prossima generazione UE sarà fatta anche di queste persone”.