Con lo scoppio del caso Gaiatto, il Comune di Portogruaro aveva deciso di costituirsi parte civile per il danno che la vicenda aveva causato all’immagine della città, alla sua economia e turismo, oltre che per la violazione delle norme dello Statuto comunale. Mercoledì 3 luglio, assieme alla sentenza di condanna di Gaiatto (15 anni e 4 mesi più 36mila euro di multa), il giudice Eugenio Pergola ha riconosciuto anche il diritto al risarcimento del danno al Comune di Portogruaro, assegnando una provvisionale di 50 mila euro (il Comune aveva chiesto 500 mila euro, ndr) con rinvio al giudice civile per la quantificazione complessiva del danno. “Non abbiamo voluto agire per avere un ritorno economico - ha sottolineato il sindaco Maria Teresa Senatore, nel corso della conferenza stampa sul caso tenutasi ieri in Palazzo Municipale -, ma per riportare la giusta immagine alla città”. “Il Comune - ha sottolineato l’avvocato Serenella Giacomel - non poteva che richiedere il riconoscimento di un danno di natura non patrimoniale, non avendo effettuato alcun affidamento di denaro, la cui valutazione si basa su nozioni di comune esperienza, su presunzioni, sull’equità del Giudice, per cui per il riconoscimento della provvisionale, la difesa del Comune ha ritenuto di affidarsi al prudente apprezzamento del Giudice”. Per dimostrare, infatti, la fondatezza della domanda risarcitoria, l’avvocato Giacomel ha presentato tutti gli articoli di giornale usciti nella stampa locale e nazionale che, sottolineando il binomio Portogruaro-Gaiatto, restituivano alla città un’immagine offuscata, come un luogo nel quale si consumano reati odiosi, in netto contrasto con la vera essenza di Portogruaro. “L’azione criminosa di Gaiatto e dei suoi associati - ha continuato l’avvocato Giacomel - ha rovinato economicamente e moralmente diverse famiglie del portogruarese con effetti e conseguenze sul piano dell’economia locale. I querelanti non avranno, per lungo tempo, alcuna propensione a spendere e a fare investimenti nel territorio”.