Con una lettera aperta al sindaco di Portogruaro e alle figure di spicco della città, l'Associazione Migranti della Venezia Orientale richiama l'attenzione sul tema "migranti" a Portogruaro e chiede: "Smobilitato il presidio e consumate le ultime attenzioni mediatiche cosa rimane in Via San Giacomo di Portogruaro?" Una domanda a cui l'Associazione tenta di dare una risposta tramite lettera aperta. Qui i passaggi più siginificativi: "Rimangono 28 (ventotto) giovani africani, provenienti da aree dove è difficile vivere o più semplicemente sopravvivere, tanto che andarsene vale una pericolosa attraversata del Sahara, della Libia e del Mediterraneo (...) Sappiamo però che rimarranno qui per un altro tempo e, una volta completato il periodo di assistenza, saranno sostituiti da altri come loro (...) Questi richiedenti protezione internazionale, come tutti gli altri ospitati a Portogruaro (e dintorni) sono stati affidati alla assistenza di cooperative sociali locali, ben conosciute e a cui gli amministratori locali di molti Comuni e ASL, affidano da tempo servizi di primaria rilevanza sociale, come il trasporto scolastico, il servizio a domicilio degli anziani, la tutela delle donne, il recupero dei tossicodipendenti e altro ancora (...) Abbiamo avuto modo di ascoltare molte persone che si sono dichiarate intimorite e spaventate all’arrivo di questi giovani che prima dovevano essere oltre mille e poi, di fronte alla modestia dei numeri reali, dipinti comunque come pericolosi per gli “altri” (...) Non possiamo quindi rimanere inerti di fronte al fatto che questi nostri concittadini vivono da qualche giorno in una condizione di paura e di apprensione. Non possiamo nemmeno voltarci dall’altra parte quando vediamo svilupparsi sentimenti di ostilità verso persone che non sono responsabili di alcun misfatto (...) Crediamo quindi che sia compito di tutti, senza eccezione alcuna, contribuire a superare questa situazione di difficoltà. Un obiettivo possibile, visto che abbiamo già dalla nostra la positiva evoluzione (giusto a due anni esatti di distanza) della ben più drammatica vicenda dei giovani alloggiati nella palestra dell’Istituto Luzzatto. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, a collaborare con le autorità locali, le scuole, il mondo della cultura e del volontariato, i responsabili delle diverse confessioni, a partire dalla Chiesa di Papa Francesco, a cui lanciamo un appello per organizzare iniziative di incontro che abbiano queste finalità. Crediamo che i cittadini di Portogruaro, come pure i giovani richiedenti protezione internazionale, non meritino di passare i prossimi giorni e mesi sotto il peso di infondate preoccupazioni e reciproche diffidenze.
Redazione Online